Cristina, nata il 20 febbraio 1990, coltiva sin dall’infanzia una profonda passione per il disegno, scoperta all’età di otto anni. Il suo percorso artistico ha inizio nel mondo dei cartoni animati, riproducendo con dedizione i personaggi che l’hanno affascinata da bambina. Con il tempo, questa passione si è evoluta in una ricerca più intima e realistica, portandola a ritrarre soggetti reali, con una predilezione particolare per gli animali. Nei suoi disegni, gli occhi assumono un ruolo centrale: per lei rappresentano l’anima del soggetto, il punto in cui si concentra l’emozione e la verità dello sguardo. Il disegno per Cristina è un rifugio, un mondo personale in cui lasciarsi trasportare dalla fantasia attraverso la semplicità di un foglio e una matita. Pur non avendo ancora partecipato a mostre collettive, custodisce con determinazione il desiderio di trasformare questa passione nel lavoro della sua vita.
Cos’è per te l’arte?
L’arte è un modo per raccontare un po’ di me stessa, come se passassi dal mondo reale ad un’altra dimensione dove con i miei disegni cerco di trasmettere i miei sentimenti e le mie emozioni.
Cosa ti spinge oggi, dopo tanti anni, a prendere ancora in mano matita e foglio?
La mia immensa passione per il disegno. Per me è come un fuoco che arde, che non si è mai spento e mai si spegnerà.
Quando hai capito che volevi passare dal disegno animato alla ritrattistica realistica?
Circa tre anni fa, sentivo di essere arrivata ad un punto in cui dovevo cambiare stile, provare qualcosa di nuovo e migliorarmi sempre di più.
C’è stato un animale o un ritratto in particolare che ti ha segnato emotivamente?
Il Leone, simbolo di forza e soprattutto coraggio.
Come scegli i soggetti dei tuoi disegni? Ti affidi all’istinto o segui un tema preciso?
Mi affido all’istinto.
Che significato attribuisci agli occhi nei tuoi lavori? Riesci sempre a “sentire” l’anima che stai disegnando?
Ho sempre pensato che gli occhi rappresentino l’anima di ogni soggetto, cerco sempre di disegnarli al meglio, di fare in modo che “parlino”, che trasmettono qualcosa allo spettatore.
Hai mai pensato di esplorare altre tecniche o materiali oltre la matita?
Sì, ho provato altre tecniche tipo l’acquerello e l’acrilico, ma alla fine torno sempre su ciò che mi sento più portata, la matita con la quale sento di avere un legame profondo.
Quali emozioni cerchi di trasmettere a chi osserva le tue opere?
Indipendentemente da come ognuno vede l’opera, cerco sempre di trasmettere emozioni positive, soprattutto amore.
C’è un artista, classico o contemporaneo, che ti ha ispirata nel tuo percorso?
Vincent Van Gogh, sempre stato tra i miei preferiti.
Quali sono per te le difficoltà più grandi nel trasformare una passione in un lavoro?
La difficoltà maggiore è bilanciare la passione con le esigenze di mercato che spesso richiedono delle specifiche competenze.
Come immagini il tuo futuro artistico, tra desideri e realtà?
Dico solo che non sarà un percorso facile da realizzare, ma questo mi dà comunque la determinazione e la forza di crederci.
Descriviti in tre colori.
Rosso, blu e viola.





