DENNI DONA’

DENNI DONA’

Denni, conosciuto artisticamente come Den.D, è un artista italiano che si distingue per il suo approccio unico all’arte moderna, contemporanea e talvolta astratta. Fondatore di “ID Luxury Art”, la sua pratica artistica si concentra sull’interazione tra arte visiva, tattile e sonora. Le sue opere sono caratterizzate dall’uso di colori acrilici vivaci, dall’inserimento di oggetti fisici e da tracce musicali, trasformando così ogni quadro in un’esperienza sensoriale completa. Den.D crede che l’arte debba andare oltre la mera osservazione visiva, invitando lo spettatore a esplorare con le mani e l’udito, creando un legame profondo e diretto con l’opera. Le sue creazioni si nutrono di elementi concreti, anche imperfetti, che suscitano emozioni autentiche. Oggetti vintage e frammenti di storie passate sono spesso integrati nei suoi lavori, in particolare vecchi dischi, tessuti e strumenti, che riprendono vita in un contesto contemporaneo. Affascinato dal potere evocativo delle cose “di una volta”, Den.D utilizza questi oggetti per creare nuove connessioni con il presente. Più di recente, il suo percorso artistico si è ampliato con una nuova sfida: la creazione di una linea di abbigliamento firmata ID Luxury Art. Con questo progetto, Den.D mira a portare la sua visione artistica oltre la tela, trasformando capi e accessori in opere da indossare. ID Luxury Art non è solo un marchio di quadri, ma un’idea di arte totale, un’arte da vivere ogni giorno.

Cos’è per te l’arte?

L’arte, per me, è un linguaggio universale che comunica emozioni, storie e concetti attraverso i sensi. Non si limita all’osservazione visiva: è un’esperienza totale, un viaggio sensoriale che coinvolge tatto, udito ed emozione.

La tua arte combina elementi visivi, tattili e sonori, offrendo un’esperienza immersiva. Qual è il processo creativo dietro questa fusione e come scegli gli oggetti da integrare nelle tue opere?

Il mio processo creativo nasce dal desiderio di coinvolgere lo spettatore in modo profondo. Ogni oggetto che inserisco nelle mie opere ha una sua storia, un suo significato, e viene scelto per la capacità di evocare emozioni. Voglio che tutti gli elementi – visivi, tattili e sonori – dialoghino tra loro e contribuiscano a costruire un messaggio unico e stratificato.

In che modo l’inserimento di oggetti vintage – come dischi, tessuti o strumenti – arricchisce il tuo lavoro?
Gli oggetti vintage portano con sé memoria, autenticità e nostalgia. Attraverso di loro racconto il legame tra passato e presente. Sono frammenti di storie dimenticate che trovano nuova voce nelle mie opere, stimolando riflessioni sull’identità e sull’importanza della memoria.

Hai detto che le tue opere devono essere “attraversate” e non solo osservate. Che tipo di interazione speri che il pubblico abbia con esse?

Voglio che il pubblico non si limiti a guardare, ma che tocchi, ascolti, si lasci coinvolgere emotivamente. Desidero suscitare meraviglia, introspezione, e magari anche una dolce nostalgia. L’opera non deve restare distante, ma diventare esperienza vissuta, intima, personale.

Con ID Luxury Art porti la tua visione artistica anche nella moda. Che relazione vedi tra arte e abbigliamento?

ID Luxury Art è il naturale proseguimento della mia ricerca artistica. Vedo l’abbigliamento come una tela in movimento, un’opera che si indossa. È un modo per rendere l’arte parte della quotidianità, per permettere a chi la indossa di esprimere sé stesso attraverso un gesto creativo.

Cosa significa per te “arte totale”?

L’arte totale è quella che coinvolge ogni aspetto dell’essere umano: corpo, sensi, mente ed emozioni. Il mio obiettivo è stimolare una connessione profonda, personale, con l’opera, spingendo lo spettatore a esplorare parti di sé e del mondo attraverso un’esperienza completa.

Nei tuoi lavori si nota un dialogo tra elementi storici e contemporanei. Quali tematiche sociali o culturali affronti con questa combinazione?

Attraverso questa commistione, esploro temi legati all’identità, alla memoria collettiva e al cambiamento sociale. Il mio intento è riflettere su come il passato ci formi, su quanto sia importante custodirlo senza rinunciare all’innovazione e al presente.

In un’epoca dominata dal digitale, come pensi che il tuo approccio fisico e sensoriale possa cambiare la percezione dell’arte contemporanea?

Credo che il mio approccio possa riportare l’arte a una dimensione più umana, diretta e concreta. Nell’era della smaterializzazione digitale, il contatto fisico con l’opera diventa quasi rivoluzionario. È un invito a rallentare, a sentire davvero, a vivere l’arte con tutti i sensi.

La tua arte valorizza l’imperfezione, spesso usando materiali concreti e di recupero. Cosa rappresenta per te la bellezza nell’imperfezione?

Per me, l’imperfezione è verità. Ogni oggetto usato, ogni graffio o segno del tempo racconta una storia unica. Credo che la bellezza risieda proprio in questo: nell’unicità e nell’autenticità delle cose vissute. La mia arte vuole celebrare l’imperfezione come parte essenziale della nostra umanità.

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