Elena, classe 1986, è una cantante e cantautrice italiana che si distingue per la sua sensibilità artistica e la costante ricerca di autenticità. Laureata in Interpretariato e Traduzione, ha studiato tra l’Italia e la Spagna, ma è nella musica che ha trovato la sua vera voce. Il suo percorso musicale inizia a soli 16 anni con il soprano Angela De Pace, dando il via a una formazione intensa e ricca di influenze. Nel 2009 partecipa all’Umbria Jazz Festival, dove entra in contatto con il mondo della musica professionale e approfondisce i suoi studi con docenti del Berklee College of Music, tra cui Cinzia Spata e Joey Blake. Proprio con Blake, uno dei massimi esponenti del circle singing, seguirà diverse masterclass che lasceranno un’impronta profonda sul suo stile. Nel corso degli anni, Elena arricchisce la propria visione musicale grazie a esperienze didattiche e artistiche significative, tra cui masterclass di songwriting con artisti come Bungaro e Giuseppe Anastasi. Nel 2019 conquista il terzo posto allo Youth Vision di Baku, prestigioso concorso internazionale che riunisce giovani musicisti da tutto il mondo. Il suo progetto artistico prende forma nel 2020 con “Elena”, un percorso musicale personale in cui scrittura e voce si fondono in un sound intimo e autentico. Pop, soul, elettronica, folk e Rhythm & Blues si mescolano in un linguaggio espressivo unico, dove il legno degli strumenti acustici diventa elemento essenziale per valorizzare la profondità della sua voce. Tra il 2022 e il 2023, apre i concerti di Chicco Allotta e Francesco Mendolia degli Incognito, confermandosi come una delle voci emergenti più interessanti del panorama indipendente italiano. Il 9 maggio 2025 segnerà una tappa fondamentale con l’uscita del suo primo singolo, “Nel blu”, brano che racconta in musica il suo percorso emotivo e artistico. A partire da maggio 2025, Elena sarà inoltre impegnata come cantante a bordo di MSC Crociere per quattro mesi, portando la sua musica in una dimensione internazionale e in continuo movimento. Attualmente è al lavoro sul suo primo EP e continua a portare la sua musica live in giro per l’Italia, regalando al pubblico esibizioni cariche di emozione, introspezione e sperimentazione.
Cos’è per te la musica?
È un posto. Il posto. Quello in cui ogni cosa che succede, succede per neutralizzare e ricreare. È un’amica che mi ascolta bene, fino in fondo, fino a parti di me che non so se ascolto nemmeno io e che non mi fa mai sconti! Mi prende sempre: se cado, se non riesco a stare in piedi, se voglio dormire ma i pensieri vogliono vincere…in qualunque momento io stia tentando di contenere un’emozione (di qualunque natura) molto forte, ma il contenitore (il mio corpo e la mia mente) non basta più.
Nel tuo percorso c’è un intreccio forte tra linguistica e musica: come ha influito la tua laurea in Interpretariato e Traduzione sul tuo modo di scrivere e interpretare i testi?
La mia laurea in Interpretariato e traduzione mi ha permesso di avere tanti occhi. Linguisticamente parlando non so se abbia realmente avuto un peso nella mia scrittura musicale, ma sicuramente mi ha permesso di favorire e lasciare libera la creatività e i limiti della mente, delle mie visioni, delle mie emozioni.
Hai studiato tra Italia e Spagna: quanto ha inciso l’esperienza culturale spagnola sul tuo stile musicale o sulla tua sensibilità artistica?
Mentre ero in Spagna, in molti mi chiedevano di cantare le canzoni che all’epoca passavano per radio, ma non ero affatto simpatizzante per quel tipo di pop e quindi non sono mai riuscita ad esprimermi in quel senso. Piuttosto, la musica della tradizione spagnola (il cantautorato diciamo degli anni 60/70/80) o il flamenco…ecco nel flamenco ad esempio, ho sempre visto una possibile forma di espressione, per me. Non mi sono ancora mai cimentata in questo, ma il mio motto nella vita è, da sempre, “mai dire mai”.
Il tuo sound è un mix di pop, soul, elettronica, folk e R&B: come trovi equilibrio tra queste anime così diverse?
La mia voce credo abbia un naturale colore soul/R&B e, di questo, non posso prendermi nessun merito! La natura mi ha regalato questo colore, questo timbro. Poi sicuramente gli ascolti che, negli anni, mi hanno accompagnata e cresciuta hanno in qualche modo guidato quella che oggi è la mia scrittura e quella che sarà. Mi sento in continua evoluzione e sono curiosissima di vedere come scriverò in futuro.
Hai lavorato con Joey Blake e ti sei avvicinata al circle singing. Quanto questa pratica ha cambiato il tuo approccio alla voce e alla performance dal vivo?
Come dico sempre, non sono una musicista perché non conosco bene l’armonia ad esempio o non so suonare bene nessuno strumento, se non la mia voce. Io ho sempre lavorato e studiato la voce. Ecco vedere come la voce o, ancora meglio, un insieme di voci possa diventare potenzialmente una canzone in sé, questo mi ha affascinato moltissimo. E mi ha incoraggiata, in un certo senso. Partecipare alle masterclass di Joey mi ha portato ad una connessione profonda con me stessa. Una dimensione essenziale, spoglia di qualunque surplus, autentica, intima, inequivocabilmente e necessariamente sincera.
Nel tuo primo progetto “Elena” la scrittura ha un ruolo centrale: scrivi prima il testo o lasci che sia la musica a guidarti?
Non c’è un vero e proprio ordine. Generalmente, fino ad oggi, sono nate quasi sempre prima le melodie. Dei motivetti. Ma quasi contemporaneamente, sono nate le prime parole cardine, ovvero delle parole che potessero favorire quei determinati motivetti, quelle melodie. È strano da spiegare, ma nel momento in cui nasce la prima nota o la prima parola, è come se nascesse già l’opera intera. Tutta. Come un’orchestra nella mia testa, che però poi concretamente, prende forma piano piano e con l’aiuto di bravi e pazienti professionisti che guidano la mia visione.
C’è un tema ricorrente che senti di voler raccontare attraverso la tua musica?
Il mare. Ma non inteso come elemento naturale in sé, piuttosto come ciò che potrebbe raffigurare. Prendiamo le onde ad esempio: corrono, si abbracciano, si infrangono, si (in)seguono, crescono. Non so, ci vedo molto della natura umana. Ci vedo molto di me, nel mare. Così indomabile nel suo profondo, a tratti molto scuro, a tratti trasparente, sempre presente, in moto perpetuo anche quando apparentemente tranquillo. Senza limiti.
Come hai vissuto l’esperienza allo Youth Vision di Baku? Cosa ti ha lasciato dal punto di vista artistico ed umano?
Dal punto di vista artistico mi ha sicuramente permesso di misurarmi con una realtà più oggettiva e imparziale, rispetto a quella a cui ero abituata nel mio paese, nella mia città (ancora peggio). Le Marche (la regione da cui provengo) sono ricchissime di talenti molto belli, ma purtroppo le opportunità e le dinamiche “di paese” hanno spessissimo la maggiore. E questo non ti permette, a volte, neppure di capire e percepire davvero il tuo valore. Il metro del “podio internazionale”, mi ha decisamente messo di fronte ad un dato oggettivo. Che ha permesso alla mia (allora piccolissima) autostima, di prendere la prima vera dose di energia, necessaria per crescere. Stiamo crescendo, piano piano!
Da maggio canterai a bordo di MSC Crociere: come ti stai preparando a questa esperienza “in movimento”? Cosa pensi possa offrirti, anche a livello creativo?
Sono molto agitata! Perché è un cambiamento netto. Diverso da tutti quelli che ho messo in atto nella mia vita fino ad oggi. Sono partita tante volte, ma ogni volta era un desiderio che nasceva da dentro. Questa volta è più una presa di coscienza, uno step che ritengo necessario professionalmente per tante ragioni, prima tra tutte: perché è sfidante sotto ogni punto di vista. Non c’è nessuna comfort zone in questa esperienza, nemmeno il canto, perché affronterò un repertorio a tratti molto lontano da me e che non ho mai considerato. E proprio per questo ho deciso di accettare. Com’era? “Se continui a fare ciò che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto”. Ecco. Spero e immagino l’ambiente della nave come una bella possibilità di contatti nuovi, diversi. E, considerando che lavorerò di sera, durante il giorno non dovrò occuparmi di nient’altro (almeno dopo un primo tempo di ambientamento) che me e la mia musica, finalmente. Un sogno.
“Nel blu” segna l’inizio di un nuovo capitolo. Puoi raccontarci com’è nato questo brano e cosa rappresenta per te?
Questo brano è nato in epoca Covid, nel 2022 precisamente, quando prendevo piena coscienza di chi fossi davvero e di cosa volessi. Dal 2014 soffrivo di attacchi di panico (anche oggi, ma in maniera molto più contenuta) e questo, purtroppo mi ha fatto lottare tantissimo contro me stessa. Mi ha fatto finire in posti emotivi molto bui che, però, ringrazierò per sempre. Perché se non ci fossi finita, non avrei esplorato, non sarei stata costretta ad interrogarmi per ascoltare le risposte. “Nel blu” è come dire a chi, come me, si è sentito solo e assolutamente incompreso per così tanti anni, che siamo persone speciali. Che siamo un plurale: di emozioni, di riflessioni, di vite. E non c’è una spiegazione razionale a questa sensibilità, inutile cercarla. Siamo.
Stai lavorando al tuo primo EP: puoi darci qualche anticipazione? Quale sarà il filo conduttore del progetto?
Le emozioni (spoiler?! J) Nel senso più ampio del termine. Negli ultimi anni ho vissuto un vero e proprio percorso di crescita verso me stessa e l’accettazione di ciò che sono: una persona che sente “tutto sempre troppo”. Ma troppo per chi? Per me? A volte, ma non scelgo sempre come e cosa sentire. Ho intrecciato la mia strada con persone e situazioni che mi hanno aiutata, paradossalmente (non avrei mai pensato di dirlo, fino ad ora) ad essere una versione migliore di me. E per questo gli ho dedicato canzoni! Per ricordarmi che tutto il male buio che pensi di vivere e/o che stai effettivamente vivendo, ha necessariamente una luce bianca e forte dall’altro lato. C’è, lo prometto! Io l’ho trovata mettendo in musica il dolore o la rabbia principalmente e mi sono accorta che mentre provavo a buttare fuori loro, in realtà poi trovavo sempre parole buone che, alla fine, mi lasciavano sperare in un lieto fine. Suoni scuri evoluti in luce. Basta però, adesso manca solo che vi dica i titoli delle prossime canzoni!


