LUISA PIROZZI

LUISA PIROZZI

Luisa, nata nel 1988, coltiva fin dall’infanzia una profonda passione per il disegno, che diventa il mezzo privilegiato per esprimere la sua essenza. Ha completato un corso come stilista di moda, conseguendo un attestato, ma è nell’arte visiva che trova la sua vera vocazione. Tra le sue fonti di ispirazione spiccano i videogiochi, che in passato hanno influenzato fortemente le sue creazioni. La sua arte si focalizza sul ritratto, con un’attenzione particolare agli occhi, esplorando il lato onirico e spirituale dell’esistenza. Le sue opere riflettono un’immersione totale in questi temi, spesso intrecciati con elementi fantasy e una spiccata sensibilità creativa. Luisa ha partecipato a diverse mostre collettive, sia online che in presenza. Ha contribuito alla realizzazione dell’artbook della saga fantasy Pirin, lavorando alongside altri artisti. Attualmente, Luisa vende le sue opere e realizza ritratti e disegni su commissione, continuando a esplorare nuove frontiere della sua creatività.

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me è un linguaggio dell’anima, un ponte tra l’io interiore e il mondo esterno. È il modo in cui do forma ai miei sogni, alle mie emozioni e alle storie che voglio raccontare, senza bisogno di parole.

Cosa rappresentano per te gli occhi nei tuoi ritratti? Hai un simbolismo personale legato a questo elemento?

Gli occhi sono lo specchio dell’essenza di una persona. Nei miei ritratti, li enfatizzo perché credo che catturino l’energia e l’intimità di chi ritraggo. Per me, rappresentano la porta verso l’anima, un punto di connessione profonda con chi osserva l’opera.

In che modo i videogiochi hanno influenzato il tuo stile o i tuoi soggetti artistici? C’è un titolo in particolare che ti ha ispirata?

I videogiochi mi hanno influenzato tantissimo, soprattutto per la loro capacità di creare mondi immersivi e narrazioni visive potenti. Final fantasy è stato un punto di svolta: i suoi paesaggi eterei e il senso di meraviglia hanno ispirato la mia palette di colori e l’atmosfera onirica di molte mie opere.

Come vivi il connubio tra il mondo onirico e quello spirituale nella tua arte? C’è un’opera che consideri emblematica di questa fusione?

Il mondo onirico e quello spirituale si intrecciano nella mia arte come un dialogo tra l’inconscio e l’universo. Creo immagini che sembrano sospese tra sogno e realtà, con un’energia che invita a riflettere. Un’opera emblematica “La bambina Indaco” un dipinto in cui la figura di una donna eterea squarcia il suo interno, e dentro nasconde una bambina piena di paure ma anche di sogni e leggerezza, simboleggiari dalle farfalle bianche.

Dopo il tuo percorso nella moda, come hai capito che la tua strada era l’arte visiva? C’è stato un momento rivelatore?

Studiare moda mi ha insegnato il potere dell’estetica, della creatività. Ho iniziato a disegnare ciò che sentivo, non ciò che vedevo. Lì ho capito che l’arte visiva era il mio modo di esprimermi davvero.

Puoi raccontarci qualcosa della tua esperienza nell’artbook della saga fantasy Pirin? Che tipo di contributo hai dato?

Lavorare all’artbook di Pirin è stato magico. Ho contribuito con illustrazioni, ritratti di personaggi cercando di catturare l’essenza epica e mistica della saga.

Qual è la sfida più stimolante che incontri quando realizzi ritratti su commissione?

La sfida più stimolante è cogliere l’essenza unica della persona che sto ritraendo, andando oltre la semplice somiglianza fisica. Devo entrare in sintonia con la loro storia e le loro emozioni, traducendole in un’immagine che li rappresenti davvero.

Hai un processo creativo ben definito o ti lasci guidare dall’ispirazione del momento?

Il mio processo è un mix. Parto con un’idea generale e qualche schizzo, ma lascio sempre spazio all’ispirazione del momento. Spesso, mentre lavoro, l’opera prende una direzione inaspettata, e amo seguire quel flusso.

C’è un sogno artistico che vorresti realizzare nei prossimi anni?

Si, ho tante idee per la testa. Un progetto che sia mio, non so ancora definire bene. Sono tante idee che vorrei mettere in atto nel modo migliore.

Descriviti in tre colori.

Indaco, per la mia connessione con il mistero e la spiritualità. Oro, per la luce e l’energia che cerco di trasmettere. Verde smeraldo, per il mio amore per la natura e la crescita interiore.

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