Morena è un’artista visiva originaria di Isernia, classe 1996, attiva nei campi dell’illustrazione, della pittura e della grafica. Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha alimentato la sua formazione attraverso l’esplorazione di musei, biennali e fiere d’arte, oltre allo studio approfondito di manuali specialistici. Il suo percorso creativo ha preso forma inizialmente nella pittura, prediligendo tecniche come l’olio e l’acrilico. Dal 2017 ha compiuto una svolta significativa, abbandonando la pittura tradizionale per avvicinarsi alla performance, trovando in essa un linguaggio più diretto e autentico. Parallelamente ha approfondito il disegno e le competenze digitali, che oggi applica come illustratrice e graphic designer per il progetto Dreamwall dell’azienda A. Serpico Srl di Trentola Ducenta, dove crea carte da parati in stampa digitale. Il suo approccio artistico si nutre di una ricerca interiore continua, mossa dalla volontà di trasformare l’inesplorato in esperienza visiva e sensibile.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è il motore dell’esistenza, mi ha trasformata e continua a essere la mia fonte di ispirazione e di crescita. È la mia terapia, il mio strumento per esplorare e comprendere il mondo. Credo che l’arte sia una forma di linguaggio che può toccare le corde più profonde dell’animo umano. Per me, è qualcosa di più di una semplice passione: è identità. Non saprei immaginare la mia vita senza, sono davvero grata per il modo in cui mi ha arricchita e continua a nutrirmi.
In che modo la tua esperienza nella performance ha influenzato il tuo approccio all’illustrazione e alla grafica?
La performance art ha influenzato molto il mio approccio all’illustrazione, permettendomi di sviluppare una visione più ampia. Con la performance ho imparato a valorizzare l’interazione tra performer e pubblico, l’improvvisazione, e a creare opere emotivamente coinvolgenti. La performance mi ha anche insegnato a considerare l’aspetto relazionale dell’arte e a creare opere che invitano lo spettatore a partecipare. Tutto ciò ha arricchito la mia persona e la mia pratica artistica digitale, mi ha permesso di creare opere più innovative.
Come concili la tua ricerca interiore con le esigenze visive e commerciali del progetto Dreamwall?
La mia esperienza con Dreamwall mi ha permesso di sviluppare tecniche e competenze nel design digitale, approfondendo la mia conoscenza delle tendenze estetiche e sviluppando sensibilità per i colori e le composizioni. Come pittrice e performer devo conciliare la mia ricerca interiore con le esigenze visive del mio lavoro. La performance mi permette di esprimere me stessa in modo impulsivo e autentico, senza vincoli e limiti mentre nel lavoro digitale devo bilanciare creatività e razionalità per soddisfare le tendenze e le esigenze dei clienti. Cerco di trovare un equilibrio tra questi due aspetti per creare opere esteticamente valide e significative.
C’è un tema ricorrente o un simbolo che torna spesso nelle tue creazioni digitali o pittoriche?
Nel campo del digitale, le esigenze commerciali hanno influenzato la mia produzione artistica, portandomi a concentrarmi sullo stile floreale, in particolare sulla rappresentazione di fiori, foglie o rami, adoro molto anche l’astratto. Al contrario nel mio lavoro pittorico, durante le performance, l’approccio è istintivo. Utilizzo un lenzuolo come supporto, sul quale lascio fluire i colori in base al movimento, alla musica e all’istinto del momento. In questo contesto, la forma e la composizione sono determinate dall’azione spontanea, creando un’opera dinamica. Adoro riempirmi di colori e sporcarmi le mani, è da sempre una cosa che amo profondamente. Fin da piccola, trovavo gioia nel contatto fisico con la materia e nell’esprimermi attraverso di essa.
In che misura la tua formazione accademica ha ancora un impatto concreto sulle tue scelte stilistiche o concettuali?
L’accademia ha avuto un impatto significativo sulla mia formazione, permettendomi di scoprire nuove tecniche, come la performance. Credo che le vere influenze delle mie creazioni derivino dalla mia vita, dalle mie emozioni e sensazioni. Sono attratta dalle tematiche spirituali e profonde, che esploro attraverso la mia arte per dare un senso e trovare una maggiore comprensione di me stessa e del mondo.
Che ruolo ha la memoria visiva delle fiere e dei musei che hai visitato nella costruzione delle tue opere?
La memoria visiva delle fiere e dei musei che ho visitato influenza la mia arte, fornendomi un repertorio di immagini e suggestioni che rielaboro e trasformo nelle mie opere.
Queste esperienze visive si fondono con la mia ricerca interiore, creando sempre nuovi linguaggi, dall’origine al contemporaneo, tutto è connesso, tutto ha perfettamente senso, o forse no. È una continua autoscoperta.
Descriviti in tre parole.
Emotiva, espressiva, impulsiva.





