Samantha, nata a Valdobbiadene nel 1987, ha da sempre nutrito una profonda passione per l’arte, che l’ha accompagnata fin dall’infanzia, quando cominciò a disegnare. Dopo aver intrapreso studi in grafica pubblicitaria, fotografia e design, ha accumulato oltre dieci anni di esperienza in studi specializzati nel settore della calzatura sportiva e del fashion. Questa esperienza l’ha portata a fondare Shine Studio, un progetto che nasce dalla sua determinazione e dal desiderio di indipendenza. Nel suo studio, Samantha crea collezioni ispirate alle sue ricerche, ai viaggi e alla sua continua formazione, apportando un contributo innovativo al mondo del design calzaturiero. La sua passione per il disegno l’ha spinta a espandere la sua attività nel campo artistico e creativo. Negli ultimi cinque anni, ha sviluppato una nuova dimensione artistica, focalizzandosi sulla personalizzazione di scarpe e accessori, trasformandoli in pezzi unici che esprimono personalità e concetti distintivi. Questo lavoro le ha permesso di esplorare vari settori, tra cui moda, design e pubblicità, collaborando anche con aziende e brand. Accanto al suo lavoro nel design, Samantha coltiva una visione artistica personale attraverso i suoi quadri, esplorando nuove forme espressive. Ha partecipato a concorsi e mostre internazionali, creando occasioni di confronto e dialogo con artisti di fama mondiale.
Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte è un linguaggio silenzioso. L’arte è il mio modo di raccontare storie senza usare le parole. È intuizione, emozione, dettaglio. È uno spazio dove posso unire ciò che vedo a ciò che sento, trasformando ogni idea in qualcosa di unico e simbolico. È anche un mezzo per lasciare una traccia, per parlare a chi guarda attraverso forme, colori e connessioni inaspettate.
Come descriveresti il passaggio dal mondo della calzatura e del fashion alla creazione di opere d’arte? In che modo queste due sfere creative si influenzano a vicenda nel tuo lavoro?
Il passaggio dal fashion alla tela è stato naturale. È stato naturale. Ho sempre lavorato con l’idea di personalizzare, di rendere ogni pezzo qualcosa di irripetibile. La calzatura e il fashion mi hanno insegnato l’equilibrio tra bellezza ed espressione, tra estetica e identità. Ho solo cambiato supporto: l’idea di rendere ogni pezzo unico è rimasta la stessa. Moda e arte si intrecciano nel mio lavoro. L’eleganza dei dettagli si mescola al significato profondo delle immagini, creando un equilibrio tra estetica ed emozione.
Qual è l’elemento che ti affascina di più nel personalizzare scarpe e accessori? Cosa speri che le persone provino quando vedono un tuo pezzo unico?
Ciò che mi affascina di più è trasformare un oggetto quotidiano in qualcosa che racconta. Ogni scarpa, ogni accessorio diventa una piccola opera, con un’anima e un messaggio. Spero che chi guarda un mio pezzo senta subito che è qualcosa di diverso. Che percepisca l’energia, la cura e il significato dietro ogni dettaglio — e magari si riconosca, anche solo per un attimo, in quella storia.
Nel corso degli anni hai accumulato esperienza in vari settori creativi. Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato nel passare da un campo all’altro, e come le hai superate?
La sfida più grande è stata mantenere la mia identità creativa anche cambiando strumenti, materiali e pubblici. Ogni campo ha le sue regole, ma ho imparato a piegarle senza snaturarmi. Ho lasciato che fossero le idee a guidarmi, non le etichette. E ogni volta che ho cambiato strada, l’ho fatto portando con me tutto ciò che avevo imparato prima, e i cambiamenti che negli anni sono avvenuti dentro di me.
Hai menzionato che i tuoi lavori sono ispirati da ricerche, viaggi e formazione. C’è un’esperienza o un luogo che ti ha particolarmente influenzata nel tuo percorso artistico?
Non ce n’è uno in particolare, perché ascolto tutto, vedo tutto e osservo anche ciò che in quel momento non mi ispira. Credo che ogni cosa abbia qualcosa da dire, anche quando non sembra. Ma poi vado dove sento davvero una spinta interiore, dove l’ispirazione è autentica e il cuore è pronto ad arrivare. È un ascolto profondo, prima di tutto di me stessa.
Come la tua esperienza nel design calzaturiero si riflette nei tuoi quadri? Ci sono elementi di quel mondo che incorpori nel tuo stile pittorico?
La mia esperienza nel design calzaturiero vive nei miei quadri attraverso l’attenzione al dettaglio, l’equilibrio dei pieni e vuoti, e la cura nella scelta dei colori. Dal fashion ho portato con me l’eleganza delle linee, la ricerca dell’armonia visiva e quella capacità di far parlare un oggetto anche solo con una texture o una sfumatura. Ogni elemento ha un’intenzione, proprio come in una scarpa pensata per raccontare qualcosa di più di ciò che si vede.
Cosa significa per te lavorare con aziende e brand? Come riesci a mantenere la tua visione artistica personale pur collaborando con realtà commerciali?
Lavorare con aziende e brand per me significa creare un ponte tra visione artistica e identità commerciale. Ascolto tanto, entro nel brand, mi immedesimo in ciò che vogliono e vivo il progetto come se fossi io a comprare quel prodotto. Questo mi permette di rispettare il loro mondo senza rinunciare al mio tocco: l’equilibrio sta proprio nel trovare un linguaggio comune, dove la mia creatività possa valorizzare il messaggio del brand con coerenza e originalità.
Qual è la tua visione artistica a lungo termine? Ci sono nuovi orizzonti che desideri esplorare nella tua carriera creativa?
La mia visione artistica a lungo termine è in continua evoluzione. Non mi sono mai fermata e non ho mai detto di no a nulla: se qualcosa rientra nelle mie capacità, ci provo. Mi lascio guidare dalla curiosità, dalla voglia di mettermi alla prova e dal bisogno di esprimere ciò che sento in modi sempre nuovi. I confini li traccio solo dopo averli superati.
Hai mai pensato di creare una collezione che combini insieme la pittura e il design di accessori, magari creando un’opera d’arte funzionale?
Oh sì, ci ho pensato eccome. Avevo anche creato e registrato un mio brand con l’idea di unire arte e funzionalità, trasformando accessori in vere opere da indossare. Ma in quel momento ho capito che c’erano ancora cose da rivedere, da esplorare, da vivere. Forse dovevo crescere ancora un po’ come artista e come persona prima di buttarmi davvero. E ora sento che quel seme è ancora lì… pronto a germogliare quando sarà il momento giusto.
Come vedi l’evoluzione della tua arte negli ultimi anni? In che modo la tua partecipazione a concorsi e mostre internazionali ha influenzato la tua crescita artistica?
Negli ultimi anni la mia arte è diventata sempre più personale, simbolica e libera. Ho imparato ad ascoltarmi di più, a lasciar andare ciò che non mi rappresenta e a dare spazio a ciò che sento profondamente. Partecipare a concorsi e mostre internazionali è stato uno stimolo forte: ti costringono a guardarti da fuori, a metterti in discussione, ma anche a credere di più nel valore del tuo lavoro. Ogni confronto, ogni occasione di visibilità, ha rafforzato la mia identità artistica.
C’è un’artista o un movimento che ha avuto un impatto significativo nel plasmare il tuo stile o le tue scelte creative?
Non c’è un solo artista o movimento che ha influenzato il mio stile, ma sicuramente mi sento vicina a chi unisce natura e significato simbolico con un linguaggio visivo forte. Ad esempio, ammiro il modo in cui il realismo di Robert Bateman riesce a trasmettere emozione attraverso gli animali, o come l’estetica raffinata dell’Art Nouveau, intrecci natura, eleganza e femminilità. O come Bracha Ettinger, pur lavorando in modo più concettuale, le sue forme fluide e quasi vegetali hanno una carica emotiva e simbolica forte. Non cerco mai di imitare, ma assorbo: dettagli, armonie, equilibri. Poi li trasformo secondo la mia sensibilità. Il mio realismo non è mai freddo: vuole toccare, raccontare, lasciare un segno.
Descriviti in tre colori.
Oro. Per la luce che metti nei dettagli, per quel tocco prezioso che rappresenta connessione, significato e intensità. È la tua firma visiva e simbolica. Ceruleo. Un colore che ti accompagna da sempre: elegante, profondo, mai banale. Rappresenta la tua tranquillità attiva, la tua visione chiara e la capacità di esplorare con sensibilità. Bordeaux. Forte, caldo, deciso. Simboleggia la tua determinazione silenziosa, la tua passione che non ha bisogno di urlare, e la profondità con cui vivi l’arte e le emozioni.





