SARA CREPALDI

SARA CREPALDI

Sara è un’artista che indaga l’interiorità umana attraverso una pittura espressionista dal forte impatto emotivo. La sua ricerca si concentra sulla spiritualità come esperienza visiva, traducendo momenti interiori in forme astratte capaci di evocare sinestesie e suggestioni profonde. La sua arte non si limita a comunicare, ma invita chi osserva a sospendere il senso critico per entrare in una dimensione contemplativa, dove il colore e la forma diventano veicolo di significati più profondi delle parole. Attraverso composizioni oniriche, armonizza elementi concreti e visionari, offrendo allo spettatore uno spazio in cui riconnettersi con sé stesso.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è per me un’espressione, una visione dell’animo.

Quale ruolo ha per te la spiritualità nel processo creativo?

La spiritualità è fondamentale nel processo creativo, è il motore che guida l’elaborazione del dipinto.

In che modo scegli i colori e le forme per evocare un’esperienza sinestetica nello spettatore?

Scelgo colori e forme seguendo un sentire interiore, e li applico in modo istintivo.

Cosa significa per te “astrazione” e come si relaziona con l’interiorità umana?

Viviamo in una realtà astratta e frammentata. Il senso del quadro a volte appare incompiuto, sfocato dall’abbondare di un colore impercettibile. L’astrazione è il riflesso di questa condizione interiore.

C’è un momento preciso in cui senti che un’opera ha raggiunto il suo equilibrio emotivo?

L’equilibrio emotivo è un aspetto centrale: solo quando lo raggiungo sento che l’opera può dirsi compiuta.

Come nasce l’idea di una nuova opera: da un’immagine, un’emozione o un pensiero?

L’opera nasce da un’immagine o da un pensiero che prende forma, come un parto emotivo e mentale.

In che modo l’onirico si inserisce nel tuo linguaggio artistico?

L’onirico emerge attraverso la psiche, richiama frammenti di sogno lucido che si manifestano nel gesto pittorico.

Qual è il messaggio più profondo che speri arrivi a chi osserva i tuoi lavori?

Un messaggio di astrazione che parli all’uomo, alla sua psiche, all’intimità dell’animo.

Hai mai sentito il bisogno di “spiegare” le tue opere o preferisci che parlino da sole?

Non ho mai sentito la necessità di spiegare. Mi piace che l’osservatore si ponga davanti al quadro liberamente, con o senza domande.

Quanto spazio lasci all’istinto rispetto alla progettualità mentre lavori su una tela?

L’istinto è la mia interiorità. Nella pittura, raggiungo l’equilibrio emotivo combinando forma e colore: è un aspetto fondamentale.

Ci sono artisti, luoghi o esperienze che influenzano in modo particolare il tuo lavoro?

Ci sono molti artisti che mi ispirano. Cerco di conoscerne e osservarne il più possibile, per cogliere spunti e stimoli.

Descriviti in tre colori.

Nero, per l’istinto e la profondità. Rosso, per l’accento e il contrasto. Bianco, come sfondo neutro e minimale.

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