Simona, in arte Blacksy, è un’artista originaria di Oria (BR) e residente a Correggio (RE). Fin dall’infanzia, il disegno e la pittura hanno rappresentato per lei una passione imprescindibile, spingendola a esplorare tecniche e stili diversi nel corso degli anni. Dopo aver seguito un corso di pittura a olio per quasi un decennio, ha ampliato le sue conoscenze partecipando a workshop con artisti di fama internazionale, sperimentando nuove forme espressive e affinando il proprio linguaggio artistico. Attualmente, si dedica all’arte astratta, prediligendo l’acrilico e l’uso di materiali diversi, mantenendo il bianco e nero come cifra stilistica distintiva. La freccia, simbolo ricorrente nelle sue opere, rappresenta la spinta verso nuove direzioni e l’evoluzione costante del suo percorso artistico. Ha esposto in numerose mostre collettive, tra cui la video mostra Premio Arti Visive presso Casa Milà a Barcellona con l’opera New Direction e la video mostra Premio G. Mazzini al Teatro Manzoni di Milano con The Signs of Life. Il 2025 la vedrà protagonista in nuove esposizioni a Roma, Milano e in diverse città europee, continuando il suo viaggio artistico alla ricerca di nuove ispirazioni e connessioni con il pubblico. Per conoscere meglio il suo lavoro, è possibile visitare il sito www.blacksy.it
Quando è iniziato il tuo percorso artistico?
Il mio percorso artistico è iniziato, credo, sin dall’infanzia. Da quando ho preso in mano una matita, non ho mai smesso. Dentro di me ho sempre saputo chi volevo diventare, cosa “volevo fare da grande” e, nonostante non abbia seguito studi accademici, eccomi qui.
Come è nato il nome d’arte “Blacksy” e cosa rappresenta per te?
Blacksy nasce dall’unione di BLACK, il mio colore prediletto, e SY, che rappresenta l’inizio del mio nome.
Cosa ti ha spinto a scegliere il bianco e nero come firma distintiva delle tue opere?
Credo fermamente che questi due non-colori siano l’emblema della nostra esistenza. Ho scelto di usarli sia per contraddistinguere i miei lavori, sia perché, nella vita, vedo tutto o bianco o nero. Può sembrare un pensiero rigido, ma in realtà, quando vedo tutto nero in una situazione, cerco sempre di trovare il bianco. Questo mi porta ad attivarmi per risolvere i problemi senza piangermi addosso. Le lamentele non mi appartengono.
Qual è il significato della freccia ricorrente nei tuoi lavori e come è nata questa scelta simbolica?
La freccia è un simbolo che mi rappresenta profondamente. È presente in ogni mia opera recente perché credo che le direzioni che scegliamo siano ciò che definisce chi siamo e il percorso che la nostra vita prenderà. Ogni nostra scelta ha un peso.
C’è un’opera a cui sei particolarmente legata? Se sì, qual è la sua storia?
Sì, un’opera a cui sono molto legata è “New Direction” perché per me segna l’inizio di un nuovo percorso artistico. È nata quasi per caso, in un pomeriggio, mentre guardavo una delle mie serie TV preferite. Quando l’ho terminata e l’ho osservata, mi sono detta: “Ecco, questo è quello che voglio fare!”
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo percorso creativo?
Sicuramente Salvador Dalí e Picasso. Sono i due maestri che mi hanno segnato di più artisticamente. Avrei voluto conoscerli di persona!
Come si è evoluto il tuo stile nel corso degli anni? Ci sono stati momenti di svolta nella tua ricerca artistica?
Ce ne sono stati molti. Non ho fatto studi accademici—mi sono diplomata in ragioneria per una serie di motivi che non sto qui a spiegare—ma non ho mai smesso di essere curiosa e di imparare dagli altri. Ho seguito tantissimi corsi d’arte: disegno, pittura a olio, alcool ink, 3D… tutto questo mi ha portato a essere l’artista che sono oggi, e ne sono felice. Ovviamente continuerò sempre a ricercare nuove tecniche e materiali. La mia curiosità non si fermerà mai.
Come vivi il rapporto tra sperimentazione e identità artistica?
Direi piuttosto bene. La sperimentazione per me è fondamentale: è ciò che mi ha portato ad avere un’identità artistica forte. Senza sperimentazione, sarei ancora al punto di partenza.
Qual è stata l’esperienza più significativa tra le mostre a cui hai partecipato?
Sicuramente la mostra a Casa Milà, a Barcellona, lo scorso ottobre, con la mia opera “New Direction”. Anche per questo motivo quell’opera è così importante per me.
Cosa ti aspetti dal tuo percorso artistico nel 2025 e quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Sto facendo di tutto affinché questo sia l’anno migliore della mia carriera artistica, e devo dire che sono sulla buona strada. A febbraio parteciperò a una video-esposizione a Tokyo e a una collettiva in una galleria di Parigi con un’opera fisica (“The Signs of Life”, la mia preferita del momento). Poi ho in programma altre mostre a Roma, Milano per il Fuorisalone, Pechino, Dubai, di nuovo Parigi e nel 2026 New York, Monaco e Venezia. Ma siamo solo all’inizio dell’anno, la mia produzione artistica è al massimo e non escludo altre partecipazioni.
C’è un messaggio particolare che vorresti trasmettere attraverso le tue opere?
L’arte astratta è spesso percepita come qualcosa di incerto, un punto interrogativo, ma ha sempre un significato. Le mie opere contengono messaggi precisi: ogni segno e simbolo rappresenta esperienze, momenti indelebili della nostra vita, positivi o negativi, che ci hanno resi ciò che siamo. Tuttavia, il passato non ci definisce in modo definitivo: possiamo sempre scegliere di cambiare, di prendere una nuova direzione.
Descriviti in tre colori.
- Nero: L’eleganza, il mistero, l’ignoto, la seduzione.
- Bianco: La positività, la libertà.
- Fucsia: Il mio colore preferito in assoluto. Mi riporta alla mia infanzia, a tanti ricordi di quando ero bambina, perché usavo sempre questo colore.





