Da Maastricht a Manhattan: TEFAF come piattaforma globale tra patrimonio, mercato e innovazione
Dal 9 al 13 maggio 2025, TEFAF New York torna alla Park Avenue Armory, segnando un altro capitolo nella storia di uno dei marchi fieristici più prestigiosi del mondo dell’arte. Ma per comprendere appieno la portata e il significato dell’edizione newyorkese, è necessario risalire alle radici europee della fiera: TEFAF Maastricht, punto di riferimento assoluto per la qualità museale delle opere presentate e per la sua capacità di coniugare il collezionismo classico con le tendenze più attuali. Due città, un’identità condivisa:TEFAF. Maastricht — che si tiene ogni marzo nei Paesi Bassi — si è consolidata negli anni come fiera enciclopedica, un vero e proprio pantheon del collezionismo dove antichità, arte moderna e contemporanea, design, gioielleria e oggetti rari convivono in un unico spazio. TEFAF, con la sua eleganza discreta e la qualità insuperabile delle opere proposte, non è solo una fiera, ma un rituale culturale che incarna la continuità storica dell’arte, la sua persistenza nel tempo, il suo potere di sedimentarsi nel gusto e nella memoria. In questo paesaggio fatto di lenti gesti, provenienze certe e silenzi densi di significato, l’arte si carica di una dimensione quasi sacra, dove l’atto del collezionare diventa esperienza di cura, di ascolto, di profondità. TEFAF New York nasce nel 2016 come sua “sorella americana”, con l’intento di trasportare questa eccellenza nel cuore di Manhattan, pur declinandola secondo la sensibilità e le esigenze del pubblico nordamericano. A differenza dell’impostazione enciclopedica maestosa di Maastricht, TEFAF New York presenta un formato più compatto e curatoriale: 91 gallerie selezionate da 13 paesi, con una forte enfasi su opere di alta gamma, che spaziano dall’antichità al design contemporaneo, in un ambiente più intimo ma altamente sofisticato. Ogni primavera, Maastricht si trasforma nel cuore silenzioso ma autorevole del collezionismo internazionale e varcando l’Atlantico, TEFAF ha stabilito una seconda casa a New York, portando con sé quel mix raffinato di storia, qualità e autorevolezza, ma innestandolo nel ritmo frenetico e vitale della metropoli americana. Dal 9 al 13 maggio 2025, sarà di nuovo il momento in cui si incontrano due anime: quella europea, lenta e radicata, e quella americana, dinamica e assetata di novità. Un incontro che avviene nel cuore della cosiddetta “Super Week” dell’arte newyorkese, tra Frieze, Independent, NADA e Future Fair — una costellazione che non fa concorrenza ma costruisce un ecosistema. In questo scenario, TEFAF si distingue non per l’ostentazione, ma per l’intelligenza curatoriale con cui riesce a creare relazioni trasversali tra epoche, linguaggi e materiali. È la fiera dei dialoghi inattesi: tra un oggetto archeologico e un pezzo di design francese del Novecento, tra un dipinto fiammingo e un’opera di Anne Imhof esposta da Sprüth Magers, tra la fisicità delle opere e le nuove piattaforme digitali che amplificano la portata dell’esperienza. È qui che il concetto di cross-collecting diventa linguaggio comune, una pratica sempre più diffusa tra collezionisti che non seguono più criteri cronologici, ma affinità emotive e concettuali. TEFAF New York non rinuncia a parlare di mercato, ma lo fa spostando il focus: non è l’urgenza della vendita a determinare il valore, ma la qualità del racconto, la solidità della provenienza, la profondità della scelta. In un momento in cui il settore si confronta con crisi geopolitiche e instabilità finanziarie, TEFAF risponde con una lentezza attiva, fatta di ascolto e coerenza. È una lentezza che non si oppone alla tecnologia, ma la integra con grazia: piattaforme digitali avanzate, visioni aumentate, percorsi virtuali che non sostituiscono il reale ma lo potenziano. E mentre altre fiere rincorrono la novità, TEFAF afferma un’altra verità: che l’innovazione più radicale può nascere proprio da ciò che ha radici profonde. Le sinergie con Frieze, Independent e le altre manifestazioni diventano così non solo una strategia di calendario, ma la possibilità di offrire al pubblico internazionale un’esperienza stratificata e complementare. Il modello che emerge è quello della co-evoluzione, in cui la concorrenza si trasforma in dialogo e ogni fiera contribuisce a una visione plurale del contemporaneo. Da Maastricht a New York, TEFAF è oggi il simbolo di una nuova geografia culturale: non più centri contrapposti, ma flussi che si alimentano reciprocamente. Non più estetiche separate, ma ibridazioni continue. E se il 2025 sarà un anno chiave per comprendere dove sta andando il mercato globale, sarà anche grazie a chi, come TEFAF, ha saputo tenere insieme passato e futuro, materia e racconto, eleganza e visione. Perché in fondo, ciò che conta non è solo ciò che si espone, ma il modo in cui si sceglie di raccontarlo. Tra le novità dell’edizione 2025 di New York spiccano:“TEFAF Focus”, sezione dedicata a mostre monografiche curate da gallerie internazionali. Questa scelta porta la fiera verso una direzione quasi museale, più esperienziale, richiamando le pratiche curatoriali delle biennali o degli spazi istituzionali.“Showcase”, dedicato alle gallerie emergenti, segna un’apertura verso un collezionismo più giovane e dinamico, senza rinunciare alla qualità.Le collaborazioni trasversali, come quella con il Getty Institute, le presentazioni di gioielli d’artista e le opere site-specific, rafforzano la natura di TEFAF New York come crocevia tra arte, design e cultura globale.Se Maastricht è il cuore europeo del collezionismo storico e della conservazione culturale, New York diventa la vetrina strategica per il dialogo con il mercato americano e con i nuovi attori globali (Asia, Sud America, Medio Oriente). In questo senso, la sinergia tra le due fiere non è solo logistica, ma culturale: TEFAF Maastricht alimenta una narrativa di eccellenza e tradizione, mentre New York la traduce in una piattaforma agile, cosmopolita, proiettata verso il futuro. Inoltre, il timing di TEFAF New York, perfettamente sincronizzato con la “New York Art Week” — che include Frieze, Independent, NADA e Future Fair — rende la presenza della fiera ancora più incisiva e attrattiva per i top collectors, i curatori museali e i consulenti d’arte. La forza di TEFAF risiede nella sua capacità di espandere i propri confini senza perdere coerenza. La sinergia tra Maastricht e New York non è una semplice replica, ma un dialogo: da un lato la profondità storica e la meticolosità europea, dall’altro l’immediatezza e il dinamismo americano. In un panorama fieristico sempre più competitivo, TEFAF continua a imporsi come modello ibrido tra fiera, mostra e piattaforma curatoriale, capace di adattarsi ai cambiamenti del gusto, del mercato e della cultura globale. Con la sua edizione 2025 a New York, TEFAF rafforza ulteriormente questo ruolo, confermandosi non solo una fiera, ma una vera infrastruttura culturale transatlantica.
di Charlotte Madeleine Castelli