VALENTINA LO MONTE

VALENTINA LO MONTE

Valentina nasce in Friuli nel 1981 da mamma pugliese e papà siciliano. Cresciuta e residente al Nord, ha sempre mantenuto vivo il legame con le radici del Sud, che per lei rappresentano calore, tradizioni e senso di appartenenza. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte prosegue il percorso universitario a Venezia, ma la vita le riserva una svolta inattesa: giovanissima diventa mamma e sceglie di dedicarsi con coraggio alla figlia, mettendo temporaneamente in pausa l’attività artistica. Amante della cucina vegetariana, della montagna, dell’arte e degli animali, vive immersa nella natura, circondata dai suoi cani. Negli ultimi anni ha scoperto una forte passione per il mondo cinofilo, che l’ha portata a intraprendere un corso per diventare educatrice cinofila professionista, con l’obiettivo di aiutare le persone a costruire un rapporto equilibrato e sereno con i propri animali. È anche volontaria in canile, dove dedica tempo ed energia per offrire una seconda possibilità ai cani in difficoltà. L’arte, mai del tutto abbandonata, rimane per lei uno spazio prezioso di libertà e introspezione: dipingere le consente di trasformare le emozioni in colore e di dar loro forma. La sua vita è un intreccio di amore per la famiglia, rispetto per la natura e dedizione agli animali, che le insegnano ogni giorno ad ascoltare, crescere e scoprire nuove parti di sé.

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me è la verità cruda: spesso è diretta, autentica, non mediata dal pensiero razionale, quindi lascia intravedere la parte più vera della persona.

Quali emozioni cerchi di trasmettere attraverso le tue opere?

Attraverso la mia arte e i miei lavori io tento di trasmettere la mia vera essenza e tutto ciò che ho di più “vero” e “puro” che normalmente ho difficoltà a esprimere a parole. Le mie emozioni attraverso i miei lavori escono crude e forti e soprattutto senza razionalità

In che modo la tua formazione e le tue esperienze personali hanno influenzato il tuo linguaggio artistico?

La mia formazione non ha avuto un grosso ruolo nella mia pittura perché sono sempre stata molto impulsiva e curiosa di sperimentare da sola mentre le mie esperienze personali sono state da sempre il motore che mi ha permesso di trovare il modo di esprimere le mie emozioni in maniera diretta.

Qual è il rapporto tra il tuo lavoro creativo e la natura che ti circonda?

La natura è da sempre fonte di ispirazione per la mia arte perchè trovo una grande energia in essa. Talvolta alla vista di un tramonto o un paesaggio avverto l’impulso di imprigionarlo attraverso i colori su una tela per godere in futuro della sensazione che mi ha trasmesso.

Come riesci a mantenere un equilibrio tra tecnica e spontaneità nei tuoi lavori?

I miei lavoro artistici vivono di emozioni e non sono studiati o ragionati. La mia arte è pura spontaneità e non amo “imprigionarla” in schemi ma desidero lasciarla libera di esprimersi senza regole. Il disequilibrio lo preferisco all’equilibrio nella mia arte.

C’è un tema ricorrente che ritorna spesso nelle tue opere e che senti appartenerti profondamente?

Il tema principale delle mie opere varia in base ai periodi e ai miei stati d’animo. In passato ho amato molto raffigurare la mia famiglia e i miei figli mentre da qualche anno prediligo (inconsciamente)di più persone in compagnia di animale e temi più fantasiosi. Spesso amo dipingere le emozioni delle persone più che l’essere umano in sé.

Quale significato attribuisci al colore nel tuo percorso artistico?

Il colore nel mio percorso artistico e nelle mie opere è sempre stato molto vivo e acceso per poi scomparire coperto dal nero (per essere in un un secondo momento scavato e tolto tramite una spatola da stuccatore). Trovo che l’uso dei colori nelle mie opere sia una metafora della mia vita. Così come da bambini l’esistenza è piena di colori e di gioia, poi le esperienze negative si accumulano, coprendo quella vivacità. E con la spatola, come se fosse una sorta di strumento di guarigione, riesci a rivelare di nuovo quei colori nascosti, riportando alla luce la bellezza originaria. È un’immagine davvero significativa!

In che modo le tue radici e le tue origini hanno influenzato il tuo sguardo sull’arte?

Le mie origini meridionali e soprattutto la mia famiglia ha influenzato e influenza da sempre qualsiasi cosa nella mia vita perché trovo che le mie radici siano ciò che mi ha permesso di diventare la donna che sono diventata (anche artisticamente). L’arte è sempre stata molto presente nelle mie infanzia (mio padre dipingeva paesaggi ad acquerello nel tempo libero) è però crescendo e studiando all’istituto d’arte che ho incominciato a incuriosirmi con più passione all’arte moderna e alle avanguardie artistiche e a tutto ciò che era forma di espressione(cinema, teatro…)

Ci sono artisti o movimenti che senti particolarmente vicini al tuo modo di esprimerti?

Io sono una grande appassionata di Jean-Michel Basquiat perché la sua arte è la sua vita sono un tutt’uno: lui viveva ciò che dipingeva. La sua era un’arte istintiva, rapida, quasi urgente. Ogni segno portava dentro l’energia grezza delle sue emozioni. I suoi quadri sembrano esplosioni di colori, parole, simboli, ma in quel caos c’è un linguaggio personale, pieno di significati nascosti.

Come vivi il momento della creazione: più come introspezione personale o come dialogo con chi osserverà l’opera?

Il momento della creazione delle mie opere è qualcosa di molto personale per me che non ha mai a che vedere con chi osserva l’opera o chi mi chiede di fargli un quadro. Nelle mie opere io dipingo quello che sento e non quello che vedo con gli occhi.

Quali nuovi progetti o direzioni artistiche ti piacerebbe esplorare in futuro?

Un giorno, mi piacerebbe esporre le mie opere. Sarebbe come aprire una finestra sull’anima, un invito silenzioso a chi avrà il coraggio di guardare oltre la superficie. Perché ogni colore, ogni segno, parla di me più di mille parole. La mia arte è me, mi rappresenta.

Descriviti in tre colori.

Il rosso della passione. Il nero dell’ombra. Il giallo del sole.

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