Marco, nato a Bollate nel 1973, è un pittore onirico-metafisico formatosi tra il Liceo Artistico dell’Accademia Albertina e l’Accademia di Belle Arti di Torino. La sua ricerca artistica si sviluppa sotto la guida del Maestro Antonio Nunziante, da cui eredita una sensibilità pittorica attenta al dettaglio e all’equilibrio formale. Espone in numerose fiere e gallerie italiane, tra cui Arte Genova, Arte Parma, Vicenza Arte, e in sedi prestigiose come il Museo MIIT di Torino e la Chiesa di San Domenico ad Alba. Insegna pittura alla Novel Academy di Torino, trasmettendo la sua visione a nuove generazioni di artisti. La sua pittura fonde vita quotidiana e dimensione fantastica, dando forma a scenari sospesi dove sculture e oggetti perdono la loro funzione originaria per acquisire nuovi significati. Attraverso il sogno e l’immaginazione, le sue opere raccontano una quotidianità eternamente mitica, in cui storia e memoria si intrecciano. Ogni quadro è una narrazione silenziosa che invita lo spettatore a interpretare, immaginare e riconoscersi.
Cos’è per te l’arte?
Se mi si chiede cos’è l’arte o che funzioni dovrebbe avere è sicuramente di generare entusiasmo… Entusiasmo creativo e voglia di fare pittura, avere un percorso e una propria strada. Quindi l’arte è rappresentazione di sé, cioè conoscersi e avere un’identità.
Cosa ti ha portato a sviluppare uno stile pittorico onirico e metafisico?
Ho lavorato per anni a fianco ad un Maestro italiano metafisico e quindi la sua influenza sicuramente mi ha condizionato, ma anche il mio immaginario, il mio modo di pensare pittura, vedendo scene di paesaggi classici, rovine, e scenari fantastici. Mi piace alterare la realtà ma anche rimanerne fedele, mi piace dare significati a simboli ad oggetti, figure e sculture che interagiscono tra loro creando un linguaggio una relazione che abbia per me un senso.
Qual è il ruolo del sogno nella tua pratica artistica? È più uno strumento narrativo o un’esperienza interiore?
È più uno strumento narrativo che diventa poi esperienza interiore… il sogno mi serve per raccontare una relazione, una connessione per far vivere una scena che ho vissuto o vorrei vivere…
Come scegli gli oggetti o le sculture che diventano protagonisti delle tue opere? Hanno un significato simbolico preciso?
Dipende, a volte la invento a volte le ricerco appositamente così come le ho pensate, le scelgo il più vicino possibile al significato che voglio dare al quadro… a volte hanno un valore simbolico preciso ed altre gli do la mia personale interpretazione.
In che modo la tua formazione accademica ha influenzato la costruzione compositiva e l’equilibrio visivo che ricerchi?
Sinceramente la mia formazione accademica ha influenzato poco la costruzione compositiva e l’equilibrio strutturale del quadro. Ho cercato di studiare e trovare il mio percorso documentandomi su libri, guardando artisti del passato.
Quanto è importante per te che lo spettatore dia un significato personale all’opera? Ti interessa che quel significato sia vicino alla tua intenzione originale?
Sinceramente, pur pensando che ognuno è libero di dare il significato che vuole o sente, mi interessa e mi stupisce positivamente che la lettura simbolica dello spettatore sia vicino a quello che ho voluto rappresentare nel quadro, così da poter approfondire l’argomento che volevo raccontare, credo che per un pittore essere capito sia gratificante, non importante, ma gratificante!
Le tue scene sospese tra realtà e immaginazione sembrano raccontare storie fuori dal tempo. Ti ispiri a eventi reali o lasci che emerga spontaneamente una narrazione?
Come detto prima faccio entrambe le cose, mi ispiro ad eventi reali che vivo quotidianamente… ma spesso emerge una narrazione che voglio raccontare e non è sempre spontanea ma forzatamente pensata finché non è quella giusta per me.
Insegnare pittura alla Novel Academy ha avuto un’influenza sul tuo processo creativo?
Mi sono commosso per un attimo leggendo questa domanda, forse perché non me l’aspettavo… nonostante io dipinga con entusiasmo da circa 40 anni questo periodo è il più vivido e fervido, insegnare hai ragazzi che vogliono imparare a dipingere alla Novel Academy mi stimola molta e genera in me un entusiasmo creativo.
Esponi spesso in contesti differenti: fiere, musei, gallerie. Cambia il tuo approccio alla presentazione delle opere in base al luogo?
Non cambio approccio alla presentazione delle opere, anche se di quelle che ho a disposizione faccio sempre una selezione accurata.
Quale opera senti oggi più vicina al tuo modo di essere e perché?
Quella che più sento più vicina al mio modo di essere è senz’altro l’ultimo dipinto che ho realizzato il 100×150 che si intitola “nella vita e nell’arte”. La scultura alla sinistra del quadro ha forza, sicurezza, rappresenta un’elevazione a Dio, cioè cercare sempre ispirazione verso l’alto per poter essere ogni giorno persone migliori e questo è reso possibile grazie alla figura sulla destra che è la mia attuale compagna che anche lei dipinge, da qui il titolo “nella vita e nell’arte”.
Come immagini l’evoluzione futura della tua ricerca pittorica?
Questa è una domanda difficile! Semplicemente non riesco ad immaginarla ma penso che le cose che devono accadere come ricerca tecnica e di linguaggio accadono giorno dopo giorno, un passo alla volta… poi si vedrà!
Descriviti in tre colori.
Nero, verde, turchese.






confermo che è stato ed è tuttora un ottimo maestro, dal quale non si può che imparare nonostante la differente visione artistica