Anastasia, in arte Nati, è una pittrice realista che indaga con sensibilità l’universo femminile e la bellezza della natura, con uno stile raffinato e contemporaneo. Il suo percorso artistico comincia a Mosca all’età di quindici anni, con i primi studi accademici presso la Russian State University for the Humanities. Dopo la laurea in Design e Arredamento d’Interni, si trasferisce in Italia, dove vive e lavora tuttora. Dopo un periodo di pausa, durante il quale esplora altre esperienze professionali, torna alla pittura e approfondisce la propria ricerca sotto la guida della maestra Barbara Fantaguzzi. Dal 2020 si dedica interamente all’arte, partecipando a fiere e mostre internazionali in Italia, Francia, Austria, Germania, Spagna, Dubai e New York. Le sue opere, pubblicate su riviste d’arte e di moda come BIANCOSCURO, Aesthetica, Lazin UK e Fedan Fashion & Art, sono state incluse in prestigiose pubblicazioni come l’Atlante dell’Arte Contemporanea, il Catalogo dell’Arte Moderna G. Mondadori e altri volumi di settore. Tra le esposizioni più importanti si segnalano la Florence Biennale e il progetto Art Forbes durante il Festival di Cannes.
Cos’è per te l’arte?
Per me, l’arte è innanzitutto una forma di comunicazione profonda, capace di trasmettere emozioni, idee e valori che spesso le parole non riescono a esprimere. È anche uno specchio della società, del tempo in cui viviamo.
Cosa rappresenta per te l’arte: un mezzo di espressione personale, un dialogo con il mondo o entrambe le cose?
Entrambe le cose. Prima di tutto è un’espressione delle mie idee, di ciò che sento, vivo e osservo dentro di me. Attraverso la pittura riesco a dare forma a emozioni, visioni, riflessioni. Allo stesso tempo, però, l’arte è anche un dialogo silenzioso ma potente con il mondo. Ogni opera è un messaggio, un invito, una vibrazione che raggiunge lo spettatore e risuona dentro di lui in modo unico.
C’è un momento specifico in cui hai capito che l’arte sarebbe diventata la tua strada?
Non c’è stato un momento preciso. L’arte è sempre stata parte di me, come una presenza silenziosa ma costante. Ho sempre sentito una vena creativa naturale, un impulso a esprimermi attraverso immagini, forme, emozioni. Non ho mai “scelto” l’arte: semplicemente, c’è sempre stata. Non so nemmeno se l’arte si possa considerare una “strada” nel senso tradizionale. Credo che alcune persone nascano con una sensibilità creativa profonda, e questa si manifesta in un modo o nell’altro, che sia attraverso la pittura, la scrittura o anche semplicemente nel modo in cui guardano il mondo. Oggi mi esprimo principalmente attraverso la pittura, ma sento che in futuro potrebbero emergere anche altre forme. Direi che la creatività è un flusso in continua evoluzione.
Le tue opere sembrano attingere molto alla sfera interiore e spirituale: quanto è importante per te la dimensione emotiva nella creazione?
La dimensione emotiva è fondamentale. Ogni opera è il riflesso di uno stato d’animo, di emozioni vissute o percepite nel profondo. Quando creo, cerco di tradurre emozioni sottili in immagini capaci di toccare chi guarda… È proprio lì che nasce la magia: quando l’interiorità dell’artista incontra quella dello spettatore, creando uno scambio silenzioso, ma profondamente umano.
Ci sono elementi ricorrenti nel tuo lavoro che senti come firma personale o simboli del tuo linguaggio artistico?
Il simbolo principale del mio lavoro è la figura femminile: rappresenta per me la bellezza della delicatezza, la forza dell’intuizione e la profondità dell’anima. Spesso presente l’elemento come il mare, simbolo di libertà, mistero e movimento interiore, e le perle, che evocano per me purezza ed eleganza.
Come nasce una tua opera: da un’ispirazione improvvisa, da una riflessione, da un’immagine mentale?
Molto spesso nasce da un’ispirazione improvvisa. Ma non resta solo un impulso: quel primo sentire passa poi attraverso una fase di riflessione più profonda, in cui ascolto, osservo e lascio che l’immagine prenda forma dentro di me prima ancora che sulla tela. Per me è un processo fluido, che unisce intuizione e consapevolezza. Ogni opera è come un viaggio tra ciò che arriva all’improvviso e ciò che matura nel tempo.
L’uso del colore e dei materiali ha un significato simbolico preciso nel tuo processo?
Sì, soprattutto i colori. Ogni colore che scelgo ha un significato simbolico. Il rosso, ad esempio, rappresenta per me l’energia vitale, la forza interiore e la passione creativa. L’oro richiama la ricchezza, non solo materiale ma anche spirituale: è luce, è nobiltà, è qualcosa di eterno. Il blu, con tutte le sue sfumature, evoca invece pace, profondità e introspezione — come se invitasse chi guarda a rallentare e a immergersi nel silenzio interiore.
Quali artisti, movimenti o esperienze hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Tra gli artisti, sicuramente Gustav Klimt e Ivan Aivazovsky. Amo in Klimt la sua raffinata simbologia, l’uso dell’oro e la capacità di unire femminilità e mistero in composizioni senza tempo. Di Aivazovsky mi affascinano la potenza del mare, la luce e il senso di infinito che riesce a trasmettere nei suoi paesaggi. Ma oltre ai maestri, per me sono stati fondamentali anche i viaggi. Ogni luogo vissuto, ogni atmosfera respirata, ogni persona incontrata lascia in me ricordi e tracce emotive che poi si riflettono nei miei dipinti. Viaggiare apre la sensibilità e arricchisce profondamente il mio linguaggio artistico.
Come vivi il rapporto con il pubblico e l’esposizione delle tue opere?
È sempre una grande emozione. Per me è uno scambio culturale… un momento in cui l’arte si apre e si lascia attraversare da nuovi sguardi. Ogni volta che un’opera viene esposta e osservata da occhi diversi, si arricchisce di nuove interpretazioni e significati. È come se iniziasse una nuova vita nel dialogo con il pubblico. Mi emoziona profondamente vedere come le persone reagiscono davanti a un dipinto: ognuno coglie qualcosa di diverso, in base alla propria sensibilità e storia personale. Questo scambio rende l’arte viva, e l’incontro con il pubblico diventa un’estensione naturale del mio processo creativo.
C’è un’opera che senti particolarmente rappresentativa del tuo percorso artistico?
Non ce n’è una sola. Ogni opera mi rappresenta in modo diverso, perché nasce da situazioni, emozioni e fasi differenti della mia crescita personale e artistica. Alcuni dipinti raccontano momenti di forza, altri parlano di fragilità, introspezione, desiderio di bellezza o ricerca di equilibrio. Insieme formano un percorso di evoluzione, che continua nel tempo e si riflette naturalmente nella mia arte.
Dove senti che ti sta portando la tua arte in questo momento della tua vita?
In questo momento direi che la mia arte mi sta portando verso una crescita profonda, sia personale che artistica. Ogni opera è un passo in avanti, e ogni evento è un’esperienza che arricchisce il mio percorso. Spero che questo cammino mi conduca verso progetti inediti, collaborazioni stimolanti e spazi in cui la mia visione possa continuare a evolversi e ispirare.
Descriviti in tre colori:
Rosso. Oro. Blu.




