Selene è un’artista visiva che fonde disegno intuitivo e cristalloterapia, creando opere nate dall’ascolto profondo delle vibrazioni musicali e dall’energia delle pietre naturali. Le sue illustrazioni vivono come portali simbolici che invitano a una connessione interiore, guidata dal cuore del cristallo come strumento di guarigione e trasformazione. Durante le sue performance dal vivo, Selene si lascia trasportare dalle frequenze sonore, spesso quelle del basso elettrico, canalizzando un flusso spontaneo che racconta cicli, radici, rinascita e intuizione. Le sue creazioni sono concepite per essere percepite in modo sensoriale, perché l’arte per lei è uno spazio sacro di ascolto e verità. Oltre all’arte, Selene suona strumenti vibrazionali come campane tibetane e tamburi sciamanici, accompagnandosi talvolta con la chitarra. Nel quotidiano, si dedica alla naturopatia e alla cura delle emozioni con i fiori di Bach, intrecciando così il suo percorso artistico con il benessere interiore.
Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte è un atto di presenza, un linguaggio che arriva dove le parole non bastano. È spazio sacro in cui ascoltarmi, trasformarmi e connettermi con l’altro in modo autentico. È anche il mio modo di comunicare ciò che ho dentro: un pensiero, un’emozione, un’intuizione che dal cuore passa per la mano e arriva alla matita, diventando visibile e condivisibile.
Come è nata la tua passione per l’unione tra disegno e cristalloterapia?
La mia passione è nata dal desiderio profondo di aiutare le persone a respirare, a ritrovare un senso di benessere attraverso l’incontro tra le forme del disegno e l’energia dei cristalli. In prima persona ne ho sperimentato i benefici: disegnare mi connette, mi calma, mi trasforma. Ma l’esigenza di unire questi due mondi è nata spontaneamente, come un’intuizione interiore, con l’intento di far stare bene anche gli altri. È stato naturale accorgermi che il disegno e la cristalloterapia parlano la stessa lingua dell’anima e già da tempo mi esprimevo in modo intuitivo con l’arte. Un giorno ho semplicemente ascoltato quel richiamo e ho iniziato a integrarli.
In che modo la musica influenza il tuo processo creativo quando realizzi le tue opere?
La musica è la mia guida. Le frequenze sonore – in particolare quelle profonde del basso elettrico o quelle ancestrali del tamburo sciamanico – mi aiutano a entrare in uno stato di ascolto profondo. È come se il suono aprisse un varco, da cui scorrono forme e simboli che non vengono dalla mente ma da un sentire più profondo. Spesso inizio a disegnare dopo una meditazione sonora, suonando io stessa il tamburo o lasciandomi accompagnare dal basso. Di recente ho scoperto anche la musica e i mantra sanscriti di Gaiea Sanskrit, che mi hanno portato a una nuova dimensione di connessione, ancora più sottile e profonda.
Puoi raccontare un’esperienza particolare in cui l’energia di una pietra ha guidato il risultato di un tuo lavoro?
Ricordo un disegno nato con un’ametista. Ero molto inquieta, ma appena ho posato la pietra sul foglio, ho sentito un senso di calma e centratura. Il disegno si è formato attorno a quella vibrazione, come se la pietra stesse raccontando una storia di guarigione. Alla fine, osservandolo, mi sono resa conto che parlava proprio di ciò che stavo vivendo in quel momento, ma da un punto di vista più ampio e luminoso.
Come descriveresti la relazione tra arte e guarigione nel tuo lavoro?
Per me arte e guarigione sono due facce della stessa medaglia. Creare è un processo trasformativo: mentre disegno, trasformo emozioni, ascolto parti di me, integro. E chi osserva – spesso mi racconta – si sente toccato in profondità, come se l’opera parlasse anche a lui. L’arte diventa così un ponte tra anime.
Qual è il messaggio più importante che vuoi trasmettere a chi osserva le tue illustrazioni?
Vorrei che chi guarda le mie opere sentisse un invito gentile a fermarsi, respirare e ascoltarsi. Ogni illustrazione è un portale simbolico che parla all’anima, un messaggio che arriva in silenzio per ricordare che dentro ognuno di noi c’è uno spazio sacro dove abitano la forza, la sensibilità, la guarigione. Il cristallo al centro dell’opera è come un cuore che pulsa: guida, protegge e accompagna nel ritrovare la propria verità interiore. Il messaggio è semplice e profondo: fidati del tuo sentire, lì c’è tutto ciò che ti serve.
Come integri la pratica della naturopatia con la tua arte visiva nella vita quotidiana?
Come naturopata, accompagno le persone nel ritrovare equilibrio e benessere guardandole nella loro totalità: corpo, emozioni, mente e spirito. Utilizzo rimedi naturali, i Fiori di Bach la cristalloterapia e la cromoterapia come strumenti per sostenere il processo di armonizzazione profonda. Questa visione olistica si riflette anche nei miei disegni, dove il cristallo scelto non è solo un elemento estetico, ma uno strumento energetico che comunica con chi osserva. Ogni illustrazione nasce come un messaggio simbolico e vibrante, e può accompagnare il percorso personale di chi la sceglie, diventando un vero e proprio alleato nel processo di trasformazione interiore. Spesso integro i cristalli che consiglio, anche nelle mie opere, creando così un ponte tra il lavoro terapeutico e quello artistico, entrambi dedicati al benessere dell’anima.
Quali sono gli strumenti vibrazionali che preferisci usare durante le tue performance dal vivo e perché?
Durante le mie performance di disegno tra cristalli e arte, lo strumento che preferisco è il basso elettrico. Le sue vibrazioni profonde e avvolgenti mi aiutano a entrare in uno stato di connessione interiore, come se mi accompagnassero in un viaggio sensoriale in cui mente e corpo si allineano. Quel suono grave, quasi primordiale, crea uno spazio fertile dove le forme possono nascere in modo spontaneo, guidate più dal sentire che dal pensiero.
Hai mai sperimentato collaborazioni con altri artisti o musicisti che abbiano arricchito il tuo percorso?
Sì, e una delle collaborazioni più significative è proprio quella con la persona che suona il basso durante le mie performance. Il legame profondo che ci unisce, sul piano umano e vibrazionale, crea una sinergia potente che rende ogni atto creativo ancora più autentico. Quella connessione mi permette di sentirmi accolta, radicata, libera di fluire. Insieme generiamo uno spazio condiviso dove arte, musica e relazione diventano un tutt’uno. Questa esperienza mi ha insegnato quanto la co-creazione possa arricchire il processo artistico e renderlo ancora più trasformativo.
Come evolvono i temi di cicli, radici, rinascita e intuizione nelle tue opere nel tempo?
Questi temi sono la spina dorsale del mio lavoro, ma con il tempo li ho vissuti e rappresentati in modo sempre più profondo e consapevole. All’inizio emergevano in modo intuitivo, quasi istintivo, attraverso forme fluide e simboli legati alla natura e al femminile. Col passare del tempo, però, ho iniziato a riconoscere dentro di me le stagioni interiori: momenti di vuoto, di semina, di germoglio e di fioritura. Così, i miei disegni si sono fatti più ciclici, più radicati, più veri. Le radici sono diventate per me un simbolo di presenza, di ascolto profondo; la rinascita non è più solo luce, ma anche attraversamento e trasformazione. L’intuizione, che è sempre stata il cuore del mio processo creativo, si è fatta ancora più sottile e precisa, guidata anche dal lavoro energetico con i cristalli. Ogni opera racconta un frammento di questo viaggio, e ogni fase della mia vita si riflette in nuove forme, nuovi ritmi, nuove profondità.
Quali sono le sfide e le soddisfazioni più grandi che incontri nel portare avanti un lavoro così legato all’energia e alla spiritualità?
La sfida più grande è restare fedele alla mia visione, in un mondo che spesso chiede risultati veloci e spiegazioni razionali. Lavorare con l’energia e la spiritualità richiede tempo, silenzio, presenza. A volte non è facile tradurre tutto questo in parole, o farlo comprendere fino in fondo a chi è distante da questo tipo di sentire. Ma proprio lì sta anche la più grande soddisfazione: vedere una persona commuoversi davanti a un mio disegno, sentire che quel simbolo, quel cristallo, ha toccato qualcosa dentro di lei. Quando accade, so che sto facendo esattamente ciò che sono venuta a fare. Ogni volta che qualcuno si riconnette con sé stesso attraverso la mia arte, sento che ogni passo, anche quello più incerto, ha avuto senso. Questo lavoro mi chiede autenticità, ma mi restituisce bellezza, verità e relazione profonda. È un cammino, e ogni incontro sincero è una tappa luminosa.
Descriviti in tre colori.
Rosso, perché rappresenta la mia forza vitale, la passione con cui vivo e creo, il radicamento alla Terra. È il colore del sangue, del cuore che pulsa, della presenza piena. Blu profondo, perché parla della mia parte intuitiva e contemplativa. È il colore dell’ascolto interiore, del silenzio che accoglie e dell’infinito che abita dentro. Viola, perché unisce cielo e terra, spirito e materia. È la mia trasformazione costante, il passaggio, la connessione con il sacro. Lavorando anche con la cromoterapia, sento che questi tre colori raccontano il mio equilibrio dinamico tra energia, emozione e spiritualità.






Buongiorno Selene gli argomenti di cui parli sono molto interessanti e mi incuriosiscono. Abbinare il disegno con la musica è estremamente interessante . Sapere che la musica ti trasmette emozioni e puoi trascrivere sul foglio ciò che senti è semplicemente fantastico. I miei complimenti e l’augurio di una lunga carriera.