MARIACRISTINA ALESSE

MARIACRISTINA ALESSE

Mariacristina, conosciuta come EmmeArt, è un’artista nata a Catanzaro e cresciuta tra Rieti, Roma e Londra, che oggi vive e lavora a Milano. Pur non avendo una formazione accademica, ha sviluppato fin da bambina una naturale inclinazione per il disegno, ispirata dai cartoni animati e dalle opere del padre. Il primo incontro folgorante con l’arte avviene durante le scuole medie, quando la potenza della Guernica di Picasso le apre nuove prospettive espressive. Successivamente, grazie a una borsa di studio universitaria, ha avuto modo di visitare importanti mostre dedicate agli impressionisti, agli artisti materici come Burri e agli espressionisti, esperienze che hanno lasciato un segno profondo nel suo immaginario. Dopo una lunga pausa, ha ripreso a disegnare con costanza, trovando nello studio dei tarocchi la scintilla per un nuovo progetto visivo, trasformando simboli, colori e significati esoterici in illustrazioni. Oggi lavora soprattutto con matite, marker e acquerelli, creando un universo popolato da volti femminili, sguardi intensi, elementi mistici e astrologici che riflettono stati d’animo, emozioni e poteri interiori. Il ritratto è al centro della sua ricerca, un mezzo per indagare l’anima attraverso lo sguardo, un dettaglio simbolico, un segno nascosto tra i capelli o sulla pelle. Il suo stile mescola tratti onirici, simbolici e narrativi con suggestioni pop, atmosfere gotiche e richiami al mondo dell’occulto e del fiabesco. Ogni disegno diventa così una piccola storia racchiusa in un’espressione, un invito silenzioso a fermarsi, riconoscersi e lasciarsi interrogare.

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me è uno spazio di libertà assoluta, dove posso ascoltarmi e trasformare emozioni, pensieri e simboli in immagini. È come un dialogo, una ricerca dentro me stessa e allo stesso tempo una scoperta di me stessa.

Quali emozioni cerchi di trasmettere attraverso i tuoi volti femminili?

Cerco di raccontare forza e fragilità insieme, intensità emotiva e mistero. Mi piace l’idea che uno sguardo o un’espressione possano contenere un intero mondo interiore, fatto di sogni e desideri e di magia. Penso che soprattutto la ricerca di magia guidi il disegno dei “miei” volti.

In che modo lo studio dei tarocchi ha influenzato la tua visione artistica?

Lo studio dei tarocchi mi ha insegnato a guardare ai simboli e ai colori come chiavi di lettura dell’anima. Proprio ricominciando a disegnare coi tarocchi, infatti, ho iniziato a colorare le mie opere, mentre in passato disegnavo a penna, quindi, con un solo colore/non colore. 

Quali artisti o correnti senti più vicini al tuo linguaggio creativo oggi?

Amo gli impressionisti ed espressionisti che mi hanno colpita sin dall’università, ma anche le opere Art Nouveau, mi viene da pensare a Klimt, ad esempio, o Mucha. Allo stesso tempo guardo all’illustrazione contemporanea e al simbolismo, che hanno una forte componente onirica e narrativa.

Come riesci a bilanciare l’elemento onirico con quello simbolico nelle tue opere?

Cerco di lasciare che i due elementi convivano, è un equilibrio naturale, perché per me sogno e simbolo sono due linguaggi che si completano. Il simbolo è più frutto di una ricerca consapevole, mentre il sogno si avvicina all’istinto. Non posso dire di sognare mentre disegno, ma sicuramente vivo un momento di astrazione .

C’è un simbolo o un dettaglio che ritorna spesso nei tuoi lavori e che consideri parte della tua identità artistica?

Sì, lo sguardo e la luna. Gli occhi sono per me il centro emotivo di ogni volto, mentre la luna ritorna spesso come simbolo di femminilità, mistero e trasformazione.

Che ruolo hanno i colori nella tua ricerca espressiva e come scegli le palette?

Il colore è fondamentale: non lo scelgo mai in modo casuale. Ogni tonalità ha un’energia che cambia il senso del disegno. Mi lascio guidare dall’istinto, ma anche dal simbolismo dei tarocchi e dalla psicologia del colore.

Cosa significa per te raccontare l’anima di una persona attraverso lo sguardo?

Attraverso lo sguardo cerco di restituire uno stato d’animo, una storia segreta, un’emozione che si può riconoscere anche senza parole.

Qual è stata la sfida più grande che hai incontrato nel riprendere a disegnare dopo la pausa?

La sfida più grande è stata mostrare le mie opere sui social. In un contesto in cui i commenti possono essere spietati e non avendo alle spalle un percorso di studi solido, è facile avere paura di non essere “abbastanza”, ma ho capito che il valore non sta nella perfezione tecnica, bensì nella sincerità di quello che porto sul foglio.

Come vivi la condivisione del tuo lavoro sui social e che rapporto hai con chi osserva le tue opere?

Superato il primo momento un po’ di timore, adesso vivo i social come una galleria aperta, un luogo dove posso mostrare il mio percorso e confrontarmi. Apprezzo molto quando chi guarda mi racconta cosa ha visto o sentito in un mio disegno: spesso le loro interpretazioni aggiungono nuove letture anche per me. Ringrazio chi usa il suo tempo per darmi un feedback.

Quali sono i tuoi progetti futuri e come pensi di far evolvere il tuo percorso artistico?

Mi piacerebbe sperimentare con nuove tecniche ed esporre le mie opere, per farle vivere anche fuori dal digitale. Il mio sogno sarebbe anche quello di ampliare la mia ricerca sui tarocchi e trasformarla in una serie completa di illustrazioni. 

Descriviti in tre colori.

Viola, per la spiritualità e il mistero. Blu, per stabilità e profondità. Nero, inconscio, energia primordiale, creatività e potenziale.

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