ALMA FARINA

ALMA FARINA

Alma Farina, olbiese d’adozione, si dedica con passione da molti anni alla pittura e al disegno, due linguaggi espressivi che coltiva con costanza e sensibilità. Attualmente insegna pittura presso l’Unitre di Olbia, condividendo la propria esperienza e visione artistica con chi desidera avvicinarsi all’arte. Attraverso il ritratto, Alma esplora in particolare il mondo femminile, soffermandosi sui tratti più affascinanti ed enigmatici delle sue figure. Il suo sguardo attento e poetico si traduce in opere che raccontano l’intimità e la forza delle donne, dando vita a immagini ricche di stile e suggestione. Questa settimana presenterà una mostra personale alla Little Gallery di Olbia, interamente dedicata ai ritratti femminili in stile Liberty. Intitolata “Decó Portraits”, la retrospettiva comprende dodici opere ad olio di varie dimensioni, frutto di una ricerca raffinata e coerente. La mostra è curata da Daniela Cittadini, direttrice artistica del MAD, che ha accolto con entusiasmo questo nuovo progetto espositivo nella galleria più piccola d’Italia. L’inaugurazione è prevista per sabato sera, 31/5, alle 19:00, segnando un nuovo capitolo nel percorso artistico di Alma Farina.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è vita, la vedo ovunque.

Cosa ti affascina di più nel rappresentare il volto femminile?

Mi affascina la creazione d’insieme che culmina nella nascita di un volto.

Come nasce l’idea di una mostra interamente ispirata allo stile Liberty?

Ho sempre immaginato la vita in quel periodo e, insieme a Daniela Cittadini, curatrice della mia ultima mostra, abbiamo dato vita al progetto.

Cosa cerchi nei tratti enigmatici delle tue figure?

Cerco eleganza, ricercata sensualità, raffinatezza, armonia.

In che modo l’insegnamento all’Unitre ha influenzato il tuo modo di creare?

Insegnare all’Unitre è un’ispirazione continua, anche nell’osservazione dei volti, che rappresentano la mia principale ricerca pittorica.

Qual è stato il primo ritratto che ti ha fatto capire che volevi seguire questa strada?

Una fanciulla orientale che ho ritratto tempo fa e che ho riproposto anche in quest’ultima mostra.

Cosa significa per te esporre in uno spazio intimo come la Little Gallery?

Significa esporre il mio cuore, tutto il mio cuore, in uno spazio piccolo ma capace di contenere tutto ciò che sento: intimo e caloroso.

Quale opera della mostra “Decó Portraits” senti più vicina a te e perché?

Sicuramente il nuovo profilo di donna di questa ultima collezione. Con lo sfondo verde, utilizzato anche nella locandina, è un profilo dolcissimo alla greca che racconta perfettamente lo stile Decó.

Come vivi il passaggio dall’atto solitario della pittura al momento pubblico della mostra?

Con grande emozione. Come un’attesa bellissima.

Ti capita mai di riconoscerti nei volti che dipingi?

Sì, tantissimo. È come se fosse ogni volta una rielaborazione del mio ego.

Che ruolo ha la memoria nei tuoi lavori?

Un ruolo importantissimo. Attribuisco molta importanza alla memoria di me bambina.

Come immagini l’evoluzione futura del tuo stile?

L’arte per me è sperimentazione. Continuerò a sperimentare, per ora sempre con volti e figure femminili, nelle loro innumerevoli sfaccettature.

Descriviti in tre colori.

Azzurro, come la libertà che immaginano le fanciulle. Verde, come quello delle pozze d’acqua dove si vede poco, ma dove si possono nascondere cose inaspettate. Blu, come l’immensità che comprende tutto, tutta la vita.

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