ALVARO CARROZA SAAVEDRA

ALVARO CARROZA SAAVEDRA

Alvaro, nato il 17 febbraio 1986, ha coltivato fin da bambino un legame profondo con il mondo dell’arte, esplorandone diverse forme alla ricerca del proprio linguaggio espressivo. Si è avvicinato inizialmente al disegno e alla pittura, per poi ampliare il suo percorso attraverso le arti circensi, sperimentando discipline differenti e rafforzando la sua versatilità creativa. Nel aprile 2023 ha scoperto, in modo completamente autodidatta, la saldatura e l’arte dello scrap metal, intuendo subito di aver finalmente trovato la sua vera direzione artistica. Nello stesso anno ha ottenuto il suo primo riconoscimento alla Sociedad de Bellas Artes de Chile con l’opera Pez Koi, un traguardo che lo ha spinto a proseguire con determinazione, partecipando ad altri eventi e ottenendo nuovi successi. Nel 2025 ha presentato le sue creazioni in due mostre, Rebell Arte ed El Cachafaz, confermando una crescita costante e un’identità sempre più definita all’interno dell’arte del metallo riciclato. Continua oggi a sviluppare nuovi progetti e a porsi obiettivi ambiziosi, fedele al suo percorso da artista totalmente autodidatta e guidato da una passione autentica.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte è un modo di esprimere ciò che si sente, ciò che si pensa, o persino di imprimere i propri ricordi. È tirare fuori una parte di te in un design unico, il modo più originale che una persona ha per mostrare ciò che è davvero.

Quali elementi della tua formazione artistica iniziale, tra disegno, pittura e arti circensi, influenzano maggiormente il tuo stile nello scrap metal?

Credo che ogni tappa della mia formazione mi abbia aiutato in ciò che faccio oggi. La chatarra è solo il materiale con cui costruisco l’opera, ma è il mio percorso nel disegno e nella pittura che mi ha insegnato a dare proporzioni ai lavori e a curare ogni dettaglio necessario. Le arti circensi, invece, mi hanno abituato a usare gli attrezzi con sicurezza, senza paura: è questo che mi hanno dato, la capacità di lavorare con fiducia e senza timore.

In che modo la scoperta autodidatta della saldatura ha cambiato il tuo modo di esprimerti artisticamente?

Durante la pandemia è nata in me la curiosità di saldare. Guardando pezzi di metallo e imparando a unirli, mi sono reso conto che potevo dar loro una forma. È lì che ho scoperto ciò che ero capace di creare.

Qual è stato il momento esatto in cui hai capito che lo scrap metal sarebbe diventato il tuo linguaggio principale?

Perché nella chatarra non vedevo ciò che vedevano gli altri. Per molti era solo spazzatura da buttare, per me era un materiale bellissimo che meritava una seconda vita. Io non vedevo rifiuti: vedevo figure, forme, possibilità. Così ho iniziato, e ho capito subito che quello era il mio materiale, il mio modo di fare arte.

Come descriveresti l’emozione provata nel vincere il tuo primo premio alla Sociedad de Bellas Artes de Chile?

È stato davvero magico. Sapere che ciò che facevo piaceva alle persone e, in più, vincere il primo posto… è stata un’esplosione di emozioni, un segnale chiaro che questa è la mia strada. Mi ha spinto a voler fare ancora di più.

Quali sono le sfide più complesse nel trasformare materiali di scarto in opere d’arte?

La parte più complessa è far combaciare i pezzi: trovare quelli giusti, capire dove andranno per creare il design immaginato e ottenere la forma che voglio proiettare. Credo sia questa la difficoltà principale del lavorare con la chatarra.

Cosa rappresenta per te il Pez Koi, l’opera premiata, sia dal punto di vista simbolico che tecnico?

Rappresenta l’inizio del mio cammino artistico. È il mio punto di partenza, la spinta a creare nuovi design e ad aggiungere sempre più difficoltà per migliorare. Quel pesce koi è come la mia nascita nell’arte.

In che modo le esperienze nelle arti circensi hanno contribuito alla tua sensibilità creativa attuale?

Nella mia disciplina circense ho sviluppato grande agilità nelle mani, e questo oggi mi aiuta a manipolare gli strumenti e le macchine con tranquillità e sicurezza.

Quali differenze hai percepito tra le tue prime creazioni in metallo riciclato e i lavori più recenti?

La mia manualità, affinata con le arti circensi, mi ha reso più preciso e sicuro, e col tempo le mie opere sono diventate più complesse, più definite e strutturate rispetto alle prime.

Come hai vissuto le esposizioni del 2025 a Rebell Arte e El Cachafaz, e cosa hanno significato per la tua crescita?

È stato un piacere vedere le mie opere in quelle gallerie. Osservare il pubblico sorprendersi e ammirare i miei lavori è stato incredibile. È un’esperienza che mi ha fatto crescere molto come scultore, perché grazie a queste esposizioni le persone hanno potuto conoscermi e scoprire ciò che faccio.

Quali nuovi obiettivi ti sei posto per il futuro e che tipo di opere sogni di realizzare nei prossimi anni?

Il mio obiettivo è partecipare a un concorso internazionale di scrap metal art e rappresentare il mio paese. Tra i design che sogno di realizzare presto c’è un condor di tre metri.

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