CLAUDIA DEZIO

CLAUDIA DEZIO

Claudia nasce il 14 settembre 1984 a Santeramo in Colle, in provincia di Bari. A vent’anni si trasferisce a Roma per coltivare la sua passione per la recitazione, frequentando un’Accademia dove consegue il diploma dopo tre anni di studi intensivi. Arricchisce poi la sua formazione con numerosi laboratori e masterclass, ottenendo attestati che ne consolidano la preparazione artistica. Dopo l’Accademia dedica dieci anni al teatro, maturando una solida esperienza sul palcoscenico, e parallelamente intraprende la carriera davanti alla macchina da presa, partecipando a diversi progetti per il cinema e la televisione. Tra i suoi ultimi lavori figurano una parte nel film Flaminia di Michela Giraud, una partecipazione alla serie Il Patriarca accanto a Claudio Amendola e il ruolo di Elisa, segretaria del personaggio interpretato da Edoardo Leo, nel film 30 notti con il mio ex diretto da Guido Chiesa. Nel novembre 2025 apparirà in una serie televisiva molto nota, di cui non può ancora rivelare dettagli, interpretando un ruolo secondario al fianco di un volto celebre della televisione. La sua carriera è segnata da passione, dedizione e da una costante ricerca di autenticità, che le permettono di muoversi con naturalezza tra teatro, cinema e televisione.

Cos’è per te la recitazione? Qual è stato il momento in cui hai capito che sarebbe stata la tua strada?

La recitazione per me è vita, è la possibilità di guardarmi dentro e di vivere mille vite diverse. Ho capito che sarebbe stata la mia strada quando, da ragazza, ho sentito che solo sul palco riuscivo a sentirmi davvero completa: libera, vulnerabile e forte allo stesso tempo.

In che modo l’esperienza decennale a teatro ha influenzato il tuo approccio al cinema e alla televisione?

Il teatro mi ha insegnato disciplina, ascolto e presenza scenica. Sul palco non puoi rifare: devi esserci in quell’istante, con verità. Questo approccio mi ha aiutata anche davanti alla macchina da presa, perché porto con me la stessa intensità e la stessa prontezza che mi sostengono nei momenti più tesi sul set.

Qual è il ruolo che ti ha messo maggiormente alla prova e perché?

Un ruolo che mi ha portata a scavare dentro di me, costringendomi ad esplorare dinamiche interiori molto intense: quello di una donna che decide di abbandonare il marito proprio nel momento in cui scopre la sua malattia. È stato un percorso impegnativo, ma mi ha regalato una crescita enorme, sia umana che professionale.

Come vivi il passaggio da set indipendenti a produzioni televisive di grande risonanza?

Con entusiasmo e gratitudine. Nei set indipendenti impari a fare tanto con poco; nelle grandi produzioni hai l’opportunità di confrontarti con realtà più strutturate e di arrivare ad un pubblico vasto. Entrambe le esperienze mi hanno arricchita.

A proposito di set indipendenti, tu sei uno dei personaggi di Story Impact Italia, sappiamo che è una produzione giovane e in crescita. Come ti stai trovando?

Story Impact è una realtà bellissima, genuina e in continua crescita: oggi conta più di un milione di follower su Facebook e oltre centomila su YouTube. Grazie a questa esperienza ho avuto l’opportunità di conoscere colleghi talentuosi e preparati, con i quali sono nati non solo rapporti professionali ma anche belle amicizie. Insieme abbiamo ampliato il progetto, realizzando cortometraggi indipendenti. Da qui è nato anche il mio gruppo, I Twist, che da poco è approdato sui social e che già sta raccogliendo migliaia di visualizzazioni. È un percorso di cui vado davvero molto fiera.

C’è un personaggio che sogni di interpretare e che ancora non ti è stato proposto?

Mi piacerebbe interpretare una donna forte e tormentata, magari una figura storica realmente esistita, capace di unire fragilità e potere.

Che significato ha per te la formazione continua attraverso laboratori e masterclass?

È fondamentale. La recitazione è un mestiere in cui non si smette mai di imparare. Ogni laboratorio e masterclass è un nuovo strumento, una nuova chiave di lettura per i personaggi e un modo per confrontarti e metterti alla prova.

Come ti prepari emotivamente a entrare in un ruolo, soprattutto quando si tratta di personaggi complessi?

Attraverso l’ascolto e l’empatia. Cerco di comprendere la vita interiore del personaggio e di trovare sempre un punto di verità che lo renda vivo dentro di me.

Qual è stato l’incontro professionale più importante o formativo della tua carriera?

Ogni incontro mi ha lasciato qualcosa, ma alcuni maestri e registi mi hanno dato impatti forti e determinanti. Uno dei momenti più emozionanti è stato quando ho avuto l’onore di lavorare in una serie tv al fianco di Gigi Proietti. Ho girato una scena in cui eravamo soltanto io e lui: un’emozione indescrivibile. Ho conosciuto un uomo umile, un vero lavoratore, che ti faceva sentire a tuo agio come essere umano prima ancora che come attore. Non lasciava mai trasparire la sua enorme grandezza artistica: ti trattava semplicemente come un collega con cui condividere ore di lavoro. Questo, soprattutto se penso a tanti altri personaggi che avevano appena iniziato a fare cinema e si ponevano con un’aria di superiorità, mi ha colpita profondamente. Da una persona del suo livello impari non solo l’arte, ma anche la grandezza dell’umiltà.

In che modo la tua terra d’origine influenza la tua sensibilità artistica?

Le mie radici pugliesi sono parte integrante della mia identità. Porto con me il calore umano, la forza e le tradizioni, che diventano linfa vitale nella mia sensibilità artistica.

So che hai recentemente avuto un’esperienza diversa dal set, quella della conduzione del Summer ENDS Festival. Cosa ha significato per te salire sul palco come presentatrice?

È stata un’esperienza meravigliosa e molto formativa. Ho avuto la responsabilità di condurre un contest che univa musica, moda e spettacolo, e per tutta la serata sono stata la voce e il filo conduttore dell’evento. È stata una sfida diversa rispetto alla recitazione, perché non c’era un copione da seguire ma la necessità di essere presente, di improvvisare, di gestire i tempi e soprattutto di entrare in contatto diretto con il pubblico. Ho sentito di mettere in campo tutto quello che ho imparato negli anni: la presenza scenica del teatro, l’ascolto, la capacità di trasmettere emozioni. Mi sono sentita accolta e ascoltata, c’era un’empatia reciproca con il pubblico che ha reso il tutto ancora più speciale.

Ci sono progetti in uscita di cui ci puoi parlare?

Sì, questo inverno mi vedrete in una serie televisiva molto conosciuta, un progetto a cui tengo moltissimo e di cui vado fiera. Per ora non posso rivelare troppi dettagli, ma posso dire che interpreto un ruolo abbastanza significativo. È stata un’esperienza pazzesca e non vedo l’ora che venga alla luce, perché credo possa rappresentare un passo importante per la mia carriera.

Cosa ti auguri per il futuro della tua carriera tra teatro, cinema e televisione?

Mi auguro di continuare a crescere, a sperimentare e a sorprendermi. Vorrei lavorare su progetti che abbiano significato e che lascino un messaggio.

Descriviti in tre parole.

Autentica, sensibile, inarrestabile.

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