Emmanuele nasce a Oppido Mamertina, in Calabria, il 22 settembre 1985. Fin da giovane intreccia musica, letteratura e cinema, spinto dal desiderio di esplorare e raccontare l’identità del sud attraverso le arti. Si forma presso il Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia come fagottista e prosegue i suoi studi in Pedagogia Musicale a Lugano. Consegue la laurea triennale in Composizione Jazz e attualmente porta avanti un percorso accademico in Filosofia e Storia presso l’Università della Calabria. La sua produzione cinematografica si caratterizza per una forte tensione narrativa legata al mito, alla storia e alla rinascita. Tra i suoi cortometraggi più apprezzati figurano Scilla La Ninfa, Kalavria e Tom Galson, quest’ultimo realizzato con l’associazione Terre del Sud. L’opera, ispirata a una vicenda reale, affronta temi come il dolore, la perdita e la trasformazione, raccontando con intensità il cammino umano e spirituale di un uomo verso la redenzione. Accanto al cinema coltiva la scrittura, pubblicando tre libri, tra cui la silloge poetica Metamorphosis, dove i versi si intrecciano a riflessioni interiori e musicalità contemporanea. In ambito musicale si dedica all’insegnamento del fagotto a Pianette di Rovito, in provincia di Cosenza, contribuendo alla diffusione della cultura musicale e alla formazione delle nuove generazioni. Attivo anche sul piano sociale e culturale, è membro del Kiwanis International, con cui partecipa a iniziative volte a valorizzare il territorio e a sostenere la comunità.
Cos’è per te l’arte?
É un linguaggio con cui gli artisti cercano di raccontare agli altri il proprio fragile mondo interiore, un mondo nel quale le parole non esprimono a pieno se non attraverso un mix di suoni e immagini che sono in grado di elevare le emozioni.
Quale legame ti ispira maggiormente tra musica, cinema e letteratura?
La voglia di raccontare delle storie: storie di vita, storie fatte di quotidianità ed esperienze uniche che possono regalare soprattutto emozioni. Storie che possono essere raccontate con un cortometraggio, un racconto letterario o una semplice composizione musicale.
Come riesci a mantenere un equilibrio tra la tua attività di compositore, scrittore e regista?
Domanda che mi fanno in tanti e a cui rispondo sempre: mi lascio guidare dal momento, seguo l’ispirazione che in quel momento mi indica come raccontare le mie storie.
In che modo la tua terra, la Calabria, influenza la tua ricerca artistica e narrativa?
La Calabria è una terra di cui si conosce poco la storia. Ma ogni volta che approfondisco i miei studi su questa terra meravigliosa, ecco che scopro qualche aneddoto, qualche peculiarità che mi affascina e che poi diventa motivo di ispirazione artistica. Inoltre la mia terra è fatta di persone che vivono una realtà più consapevole del suo passato e lottano per il suo futuro, consapevoli di portarsi sulle spalle un’eredità incredibile.
Quale dei tuoi cortometraggi senti più vicino al tuo percorso personale e perché?
“Kalavria” e “Tom Galson” perché parlano di riscatto, perdono, rinascita.
Che ruolo hanno il mito e la storia nella tua visione creativa?
Un ruolo molto importante per la ricerca di nuove idee che ispirano i miei racconti.
Quando scrivi poesia, senti che la musica entra naturalmente nei tuoi versi?
Assolutamente sì, anche perché ogni verso che ho composto l’ho fatto sempre e solo ascoltando musica. La musica è sia l’ispirazione che la conduttrice delle mie poesie.
C’è un’esperienza o un incontro che ha segnato in maniera decisiva la tua carriera artistica?
Devo molto al mio maestro Liborio Guarneri, era il mio insegnante di strumento al conservatorio di Vibo Valentia. Studiare con lui è stato decisivo per la mia carriera artistica. Ogni lezione era un immergersi nel mondo dell’arte. Con lui non si parlava solo di tecnica e repertorio strumentale, ma si esaminava ogni opera (che poteva essere un concerto di Mozart, Telemann, Vivaldi ecc.) sotto l’aspetto dell’ispirazione artistica, cosa portava i vari compositori a creare le loro opere. E grazie a questo io ho iniziato una mia ricerca interiore che poi mi ha permesso di realizzare tutto ciò che ho fatto fino ad adesso.
Cosa cerchi di trasmettere ai tuoi studenti attraverso l’insegnamento del fagotto?
L’amore per la musica. Il voler migliorare loro stessi cercando il “bello” attraverso i suoni di uno strumento musicale.
Come vivi il rapporto con il pubblico quando presenti un film o un libro?
Si crea sempre una bellissima connessione. Dopo i vari eventi, lo stare con il pubblico che si avvicina a condividere con me le emozioni vissute, le proprie riflessioni, mi aiuta tanto a crescere e a migliorarmi: il pubblico sa arricchirmi ed emozionarmi tanto.
Quali sono i tuoi prossimi progetti tra cinema, musica e scrittura?
Realizzare un lungometraggio sulla storia della Calabria.
Descriviti in tre parole.
Deciso, malinconico, ottimista.



