Evelyn, nata a Catania nel 1991 e oggi residente vicino a Milano, è un’artista che considera il disegno non un passatempo né un lavoro, ma la sua vera fonte di vita. Definita da molti uno “spirito artistico” o “la fatina dei disegni”, realizza illustrazioni, copertine, vignette umoristiche, ritratti e caricature, anche dal vivo presso eventi e collaborazioni con diversi ambiti come editoria, musica, sport, danza e matrimoni. Nel 2014 ha creato i disegni per lo spot dei campionati di judo e ha vinto il Premio del Web di Shine Records Ragusa. Dal 2013 condivide le sue opere sui social, luogo da cui riceve numerose commissioni, riuscendo a coniugare le richieste dei clienti con il suo tocco personale e magico. Ama vedere le sue creazioni vivere in nuove forme, come tatuaggi, decorazioni domestiche o immagini profilo, perché per lei significa donare loro una seconda vita. Lavora a mano libera con matite, penne e pennarelli, arricchendo poi i disegni con colori tradizionali o con strumenti digitali come Photoshop, Paint e Picasa3. I suoi soggetti preferiti sono figure umane e magiche, soprattutto femminili, raffigurate in uno stile elegante, affascinante e onirico; nelle vignette invece utilizza un tratto più stilizzato e ironico per raccontare esperienze personali. L’ispirazione nasce dalla vita quotidiana, dalla musica, dalla moda, dal fantasy, dalla cultura orientale, dall’astrologia e dalla mitologia, da cui sono nati anche i segnalibri Mythic Girls in collaborazione con Chiara Gianni. Ha esposto in mostre personali e collettive, partecipato a fiere come Più Libri Più Liberi e la Bologna Children’s Book Fair, ed è apparsa in televisione, radio e riviste nazionali. È coautrice dell’ebook Psychological Tarots, interamente illustrato da lei, con interpretazioni psicologiche degli Arcani Maggiori. Autodidatta sin dall’infanzia, ha affinato il suo talento con corsi di sceneggiatura per fumetti e di web marketing. Le sue tre parole guida sono Pathos – l’emozione irrazionale che accende la creazione, Areté – la ricerca della virtù e dell’eccellenza, e Meraki – l’essenza che l’artista mette in ogni opera. Nei suoi disegni Evelyn trasmette la parte più autentica di sé, facendo dell’arte uno specchio dell’anima.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è un’estensione del mio essere.
Qual è stato il momento in cui hai capito che il disegno non era solo un talento, ma la tua fonte di vita?
L’ho sempre saputo, sin da quando ero piccola.
In che modo riesci a bilanciare le richieste dei clienti con il bisogno di libertà creativa?
Accetto solo richieste in linea col mio stile, che mi ispirano. E cerco di metterci il mio tocco il più possibile. Ogni volta che posso non rinuncio a disegnare per me stessa.
C’è un disegno o un progetto che consideri più rappresentativo della tua essenza artistica?
Ogni disegno o progetto è come se fotografasse quel momento che stavo vivendo quindi non ne esiste uno in assoluto.
Come vivi la trasformazione delle tue opere quando diventano tatuaggi, copertine o immagini digitali?
La vivo come un piccolo miracolo, provo gioia pura, perché è come se prendesse forma nelle vite degli altri, non sono più solo mie ma viaggiano.
Quali tecniche prediligi quando vuoi trasmettere un’emozione intensa nei tuoi lavori?
A volte si ha l’impressione che bisogna sempre aggiungere qualcosa ma spesso bisogna invece “togliere”, lasciando spazio all’essenziale.
Che ruolo ha la musica nel tuo processo creativo e in che modo influenza i tuoi disegni?
Ascolto sempre la musica mentre sto disegno (se posso). L’idea per molti dei miei disegni è nata mentre stavo ascoltando la musica.
Quali differenze percepisci tra il creare vignette autobiografiche e illustrazioni più oniriche e magiche?
Sono entrambi lati della mia personalità, che emergono in contesti diversi. Cambia sicuramente l’approccio: per le vignette decido di raccontare un aneddoto realmente successo in maniera comica, per le illustrazioni parto invece da qualcosa che mi ispira e mi lascio guidare da essa ma interpretandola a modo mio. E poi, cambia anche la tecnica, per le prime infatti il tratto è più fumettoso e stilizzato.
C’è un’esperienza di mostra, intervista o collaborazione che ti ha lasciato un segno particolare?
Vedere i propri disegni trasmessi in TV (Italia 1 e Rai 2) è stata una soddisfazione immensa.
Come hai vissuto il passaggio dal disegno tradizionale alle tecniche digitali?
Un po’ per necessità di colorare con maggiore professionalità e un po’ anche per curiosità. Ci tengo a precisare che il disegno è sempre e solo fatto a mano, per la colorazione e l’editing mi diverto sia con le tecniche digitali che con quelle tradizionali.
Quale dei tuoi tre principi guida – Pathos, Areté, Meraki – senti più vicino al tuo percorso attuale?
Per il mio percorso attuale ne ho una nuova: deriva dal tedesco, Freude (sostantivo): si riferisce alla gioia e al piacere intrinseco che si prova in un’attività, senza la necessità di un risultato specifico o di una ricompensa esterna.
Descriviti in tre colori.
Rosa = tenerezza, bambino interiore, femminilità. Bianco/oro = portatore di luce. Nero = mistero, eleganza e intensità.


