FEDERICA MAGLIOCCO

FEDERICA MAGLIOCCO

Federica, artista figurativa autodidatta, nasce a Bari l’11 novembre 1991. Per anni ha disegnato senza rendersi conto che la pittura fosse il suo vero linguaggio, fino a quando ha deciso di trasferire quei tratti sulla tela. Nelle sue opere emerge un compagno di vita che l’accompagna da sempre: il mare. Così naturale e costante nella sua esistenza da sembrare un sesto senso, diventa protagonista delle sue tele attraverso il blu intenso che racconta luoghi di vita, speranza e gioia, rivelati con maestria e generosità. Nel 2008 intraprende corsi di design e grafica e, più recentemente, ottiene l’attestato di illustratrice, arricchendo il suo percorso creativo con nuove competenze. La sua arte ha presto varcato i confini nazionali: nel 2024 espone a Los Angeles alla mostra Art Show, con la pubblicazione sul catalogo internazionale Effetto Arte a cura di Sandro Serradifalco, presentando l’opera La Libertà dell’anima. Segue la partecipazione a Arte Expo di New York con l’opera Interno 3, accompagnata da un’ulteriore pubblicazione sulla stessa rivista. Espone poi a Piano di Sorrento per la collettiva Emozioni a Confronto, con La Libertà dell’anima ed E-LE-MENTI, e a Roma per L’arte si mostra, con le opere Akiko, La danza dell’essere e Metamorfosi. Nel 2025 la sua ricerca si apre al dialogo internazionale con Art 2025 a Dubai, dove presenta ancora E-LE-MENTI, e con il Premio Maestri a Pechino, dove espone Akiko. Il suo percorso trova spazio anche in mostre dal forte valore simbolico, come l’omaggio a Frida Kahlo a Bari, dove presenta Io ti cielo ed Eterno, opere che condensano il legame tra intimità e universalità. Federica continua così a intrecciare tecnica, emozione e introspezione, portando nel mondo la sua visione artistica intrisa del respiro del mare.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è la mia vita, mi rifugio nell’arte quando devo affrontare i problemi, quando sono felice non vedo l’ora di dipingere o disegnare è la mia quotidianità.

Qual è stato il momento in cui hai capito che la pittura sarebbe diventata il tuo linguaggio principale?

Non ho un momento esatto in cui ho capito che la pittura sarebbe diventata il mio linguaggio, ci sono nata, ho sempre disegnato, già all’età di 1 anno scarabocchiavo con la penna su un quaderno.

In che modo il mare, così centrale nella tua vita, si riflette nei tuoi lavori?

Il mare è tutto per me, sono fortunata perché abito in una città che si affaccia sul mare. Basta girare l’angolo di casa e ogni mattina mi perdo nel suo profumo e nei suoi colori. Guardando il mare cerco di trovare le mie risposte. 

Come riesci a bilanciare l’istinto creativo con la tecnica appresa nei tuoi studi di design e illustrazione?

Grazie a questi corsi ho più consapevolezza dell’utilizzo delle tecniche, mi piace sperimentare e capire se fa per me o meno.

Cosa hai provato la prima volta che hai visto una tua opera esposta in un contesto internazionale come Los Angeles o New York?

Avevo conosciuto da poco la mia curatrice d’arte Maria Milici un bel giorno mi propone di partecipare ad un contest di effetto arte, così dipingo la libertà dell’anima in due sere , invio il tutto e dopo qualche giorno mi chiamano dicendomi che ero stata scelta per partecipare alla loro mostra Internazionale di Los Angeles . Io ero incredula, avevo così tante emozioni che non riuscivo a parlare. Quando passi tutta la tua vita a disegnare e molte persone ti dicono che è solo una passione ma non potrà mai diventare il tuo lavoro, ricevendo una notizia del genere per me è stata una rivalsa. Da qui ho conosciuto il mio gallerista Domenico Putignano e insieme alla mia curatrice mi seguono in tutte le mie mostre.

Quale delle tue opere senti più vicina al tuo vissuto personale e perché?

Tutte le mie opere attraversano un momento della mia vita, non ho una preferita perché tutte raccontano qualcosa di me.


Che ruolo giocano i materiali e le texture nella costruzione del tuo linguaggio visivo?

Amo profondamente la tecnica dell’acrilico ma allo stesso tempo mi piace sperimentare quindi alcune mie opere sono fatte con carboncino, matita e china. Proprio per dare una texture diversa utilizzo l’acrilico in maniera più solida in alcuni tratti più pesante rispetto al resto del dipinto per dare un tocco in più.

Come vivi il confronto con artisti provenienti da culture diverse nelle esposizioni internazionali?

Sono molto autocritica non faccio mai il confronto tra le mie opere e quelli degli altri artisti anzi cerco di vedere la loro opera in modo neutrale, ognuno di noi vuole comunicare qualcosa ed è proprio in una mostra che si incontrano i diversi stili.

Quali emozioni ti ha suscitato partecipare a una mostra dedicata a Frida Kahlo con le tue opere?

Frida è la mia musa ispiratrice, ho tutto di Frida dalle sue biografie alle magliette, mi rivedo almeno una volta al mese il film dedicato a lei. Partecipare ad una mostra dedicata internamente a Frida è stato un regalo dall’universo perché qualche anno fa ho incontrato la gallerista Yanira Delgado Altamirano che ha progettato ed organizzato la mostra così per caso a Bari e da lì ci erano promesse che avrei partecipato ad una sua mostra. La mia è una ricerca di Frida più profonda non quella di seguire la moda di oggi, bisogna capire e scoprire ogni lato di questa artista e donna.

Qual è la sfida più grande che incontri ogni volta che inizi una nuova tela?

Credo che la più grande sfida per ogni artista è lasciare qualcosa a chi entra in contatto con la tua opera, non parlo solo di tecnica perché essendo autodidatta non potrei mai mettermi a confronto con chi ha una solida base ma parlo di vibrazioni e di emozioni.

Come immagini l’evoluzione futura della tua ricerca artistica?

Spero di trovare la mia strada, quella che appena vedi un’opera d’arte dici è di Federica.

Descriviti in tre colori.

Tutte le sfumature del mare dal verde al blu.

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