FRANCESCA DEI

FRANCESCA DEI

Francesca è un’artista poliedrica con un percorso segnato da una continua ricerca e sperimentazione. Le sue opere sono attualmente esposte in modo permanente presso la Galleria Accorsi di Torino, una testimonianza concreta della sua crescita e riconoscimento nel panorama artistico contemporaneo. Francesca sta completando la Laurea Magistrale in Cinema, Arti della scena e media presso l’Università di Torino, dove approfondisce il legame tra diverse forme espressive, integrando le sue competenze visive con la narrazione e le arti performative. Tra il 2017 e il 2021 Francesca ha lavorato come fotomodella professionista, esperienza che l’ha portata a viaggiare e confrontarsi con contesti culturali diversi in Italia e all’estero. Questo periodo le ha permesso di affinare una sensibilità estetica particolare, capace di cogliere la bellezza nelle sue molteplici sfaccettature, e di comprendere a fondo il rapporto tra soggetto e immagine. Al contempo, ha iniziato a dedicarsi con crescente impegno alla pittura e alla videoarte, esplorando così il processo creativo non solo davanti, ma anche dietro la macchina fotografica. Questa doppia prospettiva le ha consentito di sviluppare una visione artistica integrata, dove le tecniche visive si fondono con la sperimentazione e l’innovazione. Francesca continua a muoversi tra discipline e linguaggi diversi, portando avanti una ricerca che coniuga estetica, emozione e riflessione critica, e si propone di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti artistici attraverso nuove esperienze e collaborazioni.

Cos’è per te l’arte?

Personalmente, la considero come un atto di libertà e di responsabilità allo stesso tempo: libertà di esprimermi senza limiti, responsabilità di trasformare pensieri ed emozioni in qualcosa di visibile.

In che modo la tua esperienza come fotomodella ha influenzato il tuo approccio alla pittura e alla videoarte?

La mia esperienza come fotomodella mi ha insegnato a pensare per immagini e a sviluppare un’attenzione particolare verso il corpo, la luce e la composizione, affinando il mio sguardo narrativo.

Come integri gli studi di Cinema, Arti della scena e media con la tua pratica artistica visiva?

Considero la teoria fondamentale, come se si trattasse di una lente di ingrandimento sul mondo, uno strumento d’analisi della realtà. Poi il fattore conoscenza gioca un ruolo importante con quello dell’influenza e dell’immaginazione… e talvolta si crea un dialogo tra teoria e pratica. Ad esempio The Passing è nato da un sogno, ma ha trovato forma concreta attraverso l’unione tra due poli opposti, l’influenza del movimento metafisico e l’opera di Bill Viola.

Quali sono le tematiche o le emozioni che cerchi di esplorare attraverso le tue opere?

Difficile trovare una risposta unica perché le mie opere nascono da un terreno mobile, mi lascio trasportare dalle idee per poi cercare il modo attraverso il quale concretizzare il tutto.  Ho di certo una predilezione verso gli animali, in particolare selvaggi, mi piace catturarne l’energia e anche il mistero che li avvolge. Ma generalmente non mi pongo limiti in termini di tematiche o tecniche da impiegare.

Hai un artista o un movimento artistico a cui ti ispiri particolarmente?

La maggior parte delle volte preferisco sperimentare senza avere punti di riferimento estremamente fissi, preferendo trarre spunto; per citarne alcuni, la componente oro nelle opere di Klimt e la presenza di rilievo o di materiali non convenzionali sulla tela come nell’arte materica. Invece nell’ambito della New Media art provo una forte fascinazione verso Pipilotti Rist e Petra Cortright, soprattutto riguardo il loro atteggiamento nei confronti del digitale.

Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile dagli esordi fino ad oggi?

Un costante arricchimento di immaginari e modalità stilistiche differenti. Inizialmente c’era una ricerca più istintiva, poi è iniziato un dialogo più consapevole tra idea e materia.

Che ruolo gioca la tecnologia nella tua ricerca artistica, soprattutto nella videoarte?

Sono positiva nei confronti del digitale, la considero come un’ulteriore opportunità espressiva. Per il progetto Resurgence ho trovato uno spazio più fluido della pittura, più intimo del cinema. Questo mi ha concesso di esplorare nel dettaglio tematiche delicate e complesse che riguardano l’essere umano, dall’orogenesi ai giorni nostri.

Qual è stata la sfida più grande che hai incontrato nel passaggio dal lavoro davanti alla macchina fotografica a quello dietro di essa? 

Più che una sfida in realtà è stata una meravigliosa scoperta, dietro la macchina fotografica ho trovato un nuovo linguaggio espressivo, capace di ampliare le mie possibilità di espressione creativa. Se davanti all’obiettivo ero il soggetto, pur sempre interprete, dietro di esso ho scoperto un ruolo di osservatrice e regista, scegliendo cosa mostrare e come raccontarlo.

Come immagini il tuo percorso artistico nei prossimi anni? Hai progetti o collaborazioni in cantiere?

Sì, sto lavorando verso due direzioni, da un lato quello di portare le mie opere in nuovi spazi espositivi, dall’altro invece la sperimentazione di nuovi linguaggi artistici, ma preferisco mantenere un po’ di effetto sorpresa.

C’è un’opera o un momento specifico della tua carriera di cui sei particolarmente orgogliosa o che ti ha segnato profondamente?

Un momento che ricordo con gioia è stata la settimana successiva al mio diciottesimo, in cui mi trovavo a Parigi per la mia prima trasferta fotografica all’estero, un set realizzato all’alba in piazza del Trocadero. La bellezza del silenzio e dei colori delicati del cielo di quella mattina sono diventati per me un elemento ricorrente quando si tratta di realizzare paesaggi.

Quali sensazioni o reazioni speri di suscitare nel pubblico che osserva le tue opere?

Consiglio sempre di lasciarsi trasportare dalle emozioni in maniera completamente soggettiva, come accade durante l’ascolto di un brano musicale o la visione di un film. Secondo me, è proprio questo il bello dell’arte.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *