Genziana è un’artista palermitana la cui opera intreccia sensibilità, introspezione e un profondo legame con la natura e la femminilità. Formata all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove si specializza con lode in Arti Visive nel 2007, sviluppa uno stile personale e raffinato, libero da costrizioni formali ma radicato in una solida preparazione tecnica. Espone le sue opere in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, ricevendo l’attenzione di importanti critici e inserimenti in prestigiosi cataloghi d’arte. Nei suoi lavori si ritrovano elementi simbolici e poetici – fiori, mare, paesaggi interiori – che diventano strumenti per esplorare l’animo umano. L’uso della foglia oro aggiunge luce e sacralità alla composizione, mentre il colore, dosato con equilibrio e intensità, accompagna l’osservatore in un’esperienza emotiva e visiva avvolgente. L’arte di Genziana si nutre di materia e significato, fondendo l’energia del femminile con la bellezza del quotidiano, in un racconto pittorico che invita alla contemplazione e alla cura. La sua ricerca si traduce in immagini evocative, capaci di restituire benessere e profondità, aprendo uno spazio di ascolto tra chi guarda e ciò che viene rappresentato.
Cos’è per te l’arte?
L’arte è per me uno spazio sacro in cui emozione, intuizione e verità si incontrano. È un linguaggio che supera le parole e arriva dritto all’anima. Mi consente di raccontare il mio mondo interiore e, al tempo stesso, di entrare in connessione con quello degli altri.
In che modo la tua formazione all’Accademia di Belle Arti ha influenzato la tua visione artistica?
L’Accademia mi ha dato una base solida e strumenti tecnici fondamentali, ma è stata anche una palestra di libertà espressiva. È lì che ho capito che l’arte non è ripetizione, ma ricerca continua, intuizione, trasformazione.
Cosa rappresenta per te la foglia oro, ricorrente nelle tue opere?
La foglia oro è luce, è preziosità, ma anche memoria e spiritualità. Nei miei lavori simboleggia l’essenza luminosa che ognuno di noi porta dentro, anche nei momenti più bui. La uso per evocare qualcosa che va oltre l’apparenza.
Il femminile è un tema centrale nel tuo lavoro: come nasce questa scelta e cosa desideri trasmettere attraverso di essa?
Nasce in modo naturale, perché è ciò che sono. Il mio femminile non è solo estetica ma forza emotiva, intuizione, ciclicità. Voglio raccontare un femminile autentico, resiliente e profondo, capace di trasformare e guarire.
La natura, in particolare fiori e mare, è molto presente nei tuoi lavori: ha un significato simbolico per te?
Assolutamente sì. La natura è il mio specchio interiore: i fiori sono la delicatezza e la rinascita, il mare è profondità e movimento continuo. Ogni elemento naturale nelle mie opere è carico di significato emotivo.
Come nasce una tua opera? Parti da un’emozione, da un’immagine o da un concetto?
Di solito nasce da un’emozione o da una sensazione che affiora. Poi arriva l’immagine, i simboli, i colori. L’opera si costruisce mentre la vivo, è un dialogo tra ciò che sento e ciò che emerge dalla tela.
Che ruolo ha la Sicilia, tua terra d’origine, nella tua ricerca visiva?
Un ruolo fondamentale. I colori, le luci, i profumi, il mare… tutto ciò che è Sicilia vive nelle mie opere. È una terra di contrasti, bellezza e intensità, e tutto questo si riflette nel mio linguaggio visivo.
Come scegli i colori delle tue opere?
Non li scelgo con la mente, li sento. Ogni colore arriva per vibrazione, per energia. Uso il colore come un linguaggio emotivo: deve parlare di me, ma anche a chi guarda.
Hai un’opera che senti più vicina o rappresentativa del tuo percorso?
Ogni opera rappresenta un momento di me. Ma ci sono alcuni lavori in cui sento di aver raggiunto un equilibrio tra tecnica, emozione e simbolo. Sono quelli in cui l’anima è completamente uscita allo scoperto.
Come vivi il rapporto con il pubblico che osserva e interpreta i tuoi lavori?
Lo vivo con curiosità e gratitudine. Ogni sguardo aggiunge significato all’opera. Mi piace quando le persone trovano nelle mie tele qualcosa che appartiene a loro, anche se io non l’avevo messo consapevolmente.
Cosa desideri che rimanga in chi guarda le tue opere dopo averle vissute?
Un senso di benessere, di bellezza, ma anche uno spunto di riflessione. Mi piacerebbe che si portassero via una sensazione di luce, di forza, di connessione con sé stessi.
Descriviti in tre colori
Turchese: per la mia profondità emotiva. Oro: per la luce e la speranza che cerco di portare. Ciclamino/fucsia: per la mia sensibilità e femminilità.





