Gu Lagalerie è un pittore, designer, illustratore e body painter che ha fatto del neogotico la sua cifra distintiva. Fin da piccolo è stato affascinato dal mondo immaginifico di Tim Burton, che considera il suo padre artistico, e ha coltivato il desiderio di creare un universo personale, fedele alla propria visione interiore. La sua arte reinterpreta la natura e la vanità delle nature morte con uno stile unico, in cui si fondono eleganza oscura, simbologie profonde e un’estetica fortemente narrativa. Le sue opere evocano mondi sospesi tra realtà e sogno, dando voce a un’immaginazione inquieta e potente.
Cosa significa per te l’arte?
Per me l’arte è un mezzo di comunicazione e di espressione per mostrare al mondo la mia visione di esso.
In che modo il linguaggio neogotico ti permette di esprimere la tua visione del mondo?
Per me, il linguaggio neogotico è una nuova interpretazione dell’universo e del mondo gotico. Voglio mostrare alle persone che questo mondo può anche essere colorato, gioioso e pieno di umorismo.
Cosa rappresenta per te la natura morta e perché hai scelto di reinterpretarla?
Nel mondo, la natura morta è una rappresentazione di esseri inanimati o oggetti in cui a volte troviamo la vanitas. Vanitas è un teschio umano che rappresenta il fatto che gli esseri umani sono creature mortali. Pertanto, ho deciso di evidenziare la vanitas rispetto ad altri elementi.
Tim Burton è una figura centrale nel tuo sviluppo immaginativo: c’è un’opera in particolare che ti ha influenzato?
Mi piace l’intero universo di Tim Burton perché ha creato il suo mondo, e ho pensato che avrei dovuto fare lo stesso, creare il mio. La sua opera preferita è “The Nightmare Before Christmas”.
Quanta autobiografia c’è nel tuo lavoro?
Molte delle mie creazioni sono create in relazione a eventi della mia vita o desideri che sorgono in un momento specifico.
In che modo la pittura, l’illustrazione e il body painting si fondono nel tuo percorso creativo?
Da parte mia, il mio lavoro riguarda tanto me quanto le mie creazioni. Mi esprimo tanto da una prospettiva fisica quanto attraverso le mie opere. In modo che alla fine l’artista e l’opera diventino una cosa sola.
Qual è il processo che segui per creare un’opera, dal primo impulso all’ultima pennellata?
Sogno molto le mie creazioni e, quando mi sveglio, disegno diverse versioni di schizzi per portare a compimento la mia idea e alla fine realizzarla su tela o carta.
Che tipo di emozioni o pensieri speri di evocare in chi osserva le tue opere?
Mi piace molto la rappresentazione; Il dipinto osserva la persona più della persona che lo guarda, il che può creare divertimento o disturbare lo spettatore.
Utilizzi materiali o tecniche particolari per rafforzare l’atmosfera gotica delle tue creazioni?
Lavoro con tutte le tecniche, e cambia a seconda del tema o del desiderio.
Hai mai pensato di espandere il tuo universo visivo attraverso installazioni o esperienze immersive?
Sì, ho già fatto questo genere di cose, come una scatola dove quando entri, guardi i quadri, e la luce cambia, e i raggi UV danno un’altra dimensione alle creazioni.
C’è un tema ricorrente nella tua arte che ti sembra particolarmente personale o simbolico?
Uso teschi umani e animali in tutte le loro forme, così come gli occhi, in molte delle mie creazioni.
Descriviti in tre colori:
Nero. Bianco. Rosso. Anche se il bianco e il nero non sono colori, li uso in tutte le mie creazioni. Il rosso è un colore di base che lo uso perché è il colore del sangue e quindi della vita, che rende i miei dipinti più vibranti.





