IVANA PIGNALOSA

IVANA PIGNALOSA

Ivana nasce a Roma, formatasi al liceo artistico di Latina si specializza in restauro presso l’Istituto Italiano d’arte e restauro di Roma. Artista eclettica, sperimenta con successo varie tecniche e forme di espressione artistica, ma il linguaggio pittorico è quello prevalente nella sua produzione, raggiungendo ottimi livelli di padronanza nella tecnica dell’acrilico. Mira a una rivalutazione culturale artistica dell’intero territorio laziale attraverso una narrazione pittorica puntuale e poetica. L’ambizione di questo progetto è quella di non relegare le opere all’interno di esposizioni o sale private ma di farle uscire e renderle strumento di valorizzazione del nostro bel territorio. Trompe l’oeil, murales, decoro urbano, sono gli obiettivi di questa artista che sente forte il desiderio di restituire l’arte alla comunità, creando angoli di bellezza e valore artistico culturale fruibili a tutti.

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me è un’ancora di salvezza, lo strumento che mi connette con la mia parte più intima, l’antidoto più efficace alla solitudine.

Quali emozioni cerchi di far emergere quando racconti il territorio laziale?

Cerco soprattutto lo stupore, il desiderio di mostrare una bellezza limpida e quasi idealizzata, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di bellezza, anche quando si nasconde in posti inaspettati.

Come scegli i soggetti o le scene delle tue opere?

Uso spesso persone reali come modelli, a volte anche me stessa. Per i paesaggi mi ispiro al mio territorio, che fotografo molto, e ai luoghi che visito quando viaggio.

In che modo il restauro ha influenzato la tua ricerca artistica?

Mi ha dato una sensibilità particolare per le scelte cromatiche, una grande padronanza delle tecniche pittoriche e la capacità di imitare vari stili, pur prediligendo sempre il mio.

Qual è la sfida più stimolante quando realizzi murales o decoro urbano?

La riqualificazione del territorio: trasformare la realtà attraverso la bellezza è ciò che mi motiva di più.

C’è un luogo del Lazio che vorresti trasformare con la tua arte?

Vorrei riportare all’antico splendore il borgo medievale di Nettuno, oggi in declino e spesso vittima di vandalismo. Credo che l’arte possa salvarlo.

Come vivi il passaggio dalle sperimentazioni tecniche al ritorno alla pittura?

In modo fluido. Riesco a dividermi su più fronti e la ricerca di nuove espressioni artistiche per me è stimolante: mi permette di ampliare i miei confini attraverso nuove possibilità tecniche.

Che ruolo ha il colore nelle tue atmosfere pittoriche?

Scelgo colori molto vivaci, con forti contrasti e diverse intensità tra i piani di veduta. Questo mi permette di ottenere una resa quasi cinematografica.

Come reagisce il pubblico quando incontra le tue opere fuori dagli spazi espositivi?

Rimane sorpreso: non si aspetta che l’immagine si fonda così bene con la realtà circostante da sembrare quasi reale.

Quale opera rappresenta meglio il tuo intento di restituire arte alla comunità?

I miei trompe-l’oeil, che possono essere vissuti liberamente senza doversi recare in spazi espositivi.

Quali progetti vorresti sviluppare per valorizzare il territorio?

Mi piacerebbe creare un polo artistico-artigianale di alto livello nel Lazio, unendo diverse figure professionali per realizzare progetti comuni e recuperare tradizioni artistiche ormai perdute.

Se dovessi descriverti in tre colori, quali sarebbero?

Blu e verde, che rappresentano le atmosfere dei miei paesaggi, e rosso, che è il mio lato passionale.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *