Jana è ben conosciuta in Italia e riconosciuta come una formidabile cantante con un eccezionale talento vocale. Porta al pubblico un’indimenticabile esperienza musicale di classici attraverso generi come Soul, Blues, Rock e Pop unendo una potente presenza scenica con il suo stile vocale brillante e caldo. Curiosa di sperimentare ogni aspetto della musica, collabora in diverse bands di diversa estrazione musicale, dalla composizione dei testi e della musica all’organizzazione di eventi musicali. Dal 2004, Jana continua a offrire spettacoli live in tutta la terra italiana (es. 2008: Second Sacred Concert di Duke Ellington con la Jazz Studio Orchestra di Paolo Lepore nel Festival “Divina mente Roma” a Roma; 2013: Rai2 per Mezzogiorno in Famiglia; 2014: apertura del concerto di Vinicio Capossela; 2016: apertura concerto di DJ Solan (Gotan Project) ad Ostuni; 2022: apertura per i Planet Funk a Bari). Dal 2015 si dedica all’organizzazione e alla gestione di eventi musicali privati anche nel settore wedding. Nel 2018, trascorrendo tutta la sua vita tra palcoscenici e teatri, Jana è apparsa nel talent televisivo ‘The Voice of Italy’ nel team di Cristina Scabbia. Nel 2023 è uscito il singolo inedito ‘Speechless Enemy’ siglato dal binomio Jana – Francesco Decaro, brano dalla sonorità Heavy Rock, dalla carica spinta ed incalzante, il cui videoclip sta ricevendo diversi premi in festival del settore cinematografico (Rome Music Video Awards come Best Rock Music Video, finalista per il noto festival partenopeo Vesuvius International Film Fest e vincitore del Prague International Music Video Awards nella categoria Best Rock Music Video). Nel 2024, Jana entra a far parte della produzione ‘Rock at the Opera’, un impressionante show rock sinfonico, al fianco di artisti come Michele Luppi (Whitesnake), Giorgio Adamo e Dani Macchi (Belladonna), che la porterà nei più importanti teatri italiani con proposte anche per l’Europa e gli USA.
Cos’è la musica per te?
Quello che la musica è per me l’ho capito negli anni… è sempre stata presente nella mia vita da quando ne ho ricordo. Ogni suo aspetto fin da piccola mi ha sempre coinvolto, dal ballo, al canto, al provare a suonare qualsiasi oggetto. Fino a quando alle medie qualcuno notò questa mia unione viscerale e animica quasi alla musica e mi spronò ad approfondire. La musica era ed è la mia più naturale espressione, è la forma di energia che riesco meglio ad incanalare per portare fuori quello che dentro non riesco ben a gestire; è la mia medicina, la mia portavoce, il mio sfogo, il mio essere me stessa.
Cosa ti affascina di più nell’attraversare generi così diversi come Soul, Blues, Rock e Pop?
Sono sempre stata molto curiosa nello sperimentare generi diversi in quanto credo che ogni genere musicale abbia la capacità di trasmetterti emozioni diverse. In alcuni generi mi sono rifugiata e sono proprio il soul, il blues e il rock che in realtà non sono poi sono distanti fra loro. Solitamente questi generi affrontano temi molto personali, di introspezione, ma anche di ribellione e denuncia. Nel pop ho trovato leggerezza, la leggerezza anche di vivere generi come il soul, il blues e il rock in una nuova forma contaminata.
Come riesci a mantenere una tua identità vocale così definita pur collaborando con band di estrazioni musicali molto diverse?
Credo che semplicemente noi tutti siamo persone complesse, difficilmente associabili a una sola etichetta. Magari un genere o un’espressione musicale ci fa sentire più a nostro agio, ma altre realtà portano fuori altri aspetti di noi che comunque fanno parte di noi stessi. Quindi nella coerenza dell’esser se stessi, si può mantenere una identità vocale che si esprime semplicemente in diverso modo a seconda del contesto.
Hai partecipato a eventi importanti sia in contesti televisivi che live: cosa cambia per te nell’affrontare il palco davanti a un pubblico rispetto alle telecamere?
Le telecamere sono venute molto dopo e all’inizio era un po’ imbarazzante. I cantanti sul palco alla fine sono anche attori, quindi ho semplicemente iniziato a giocare con la telecamera dandole quello che cerca. Il palco è tutt’altra cosa, il palco ha il collegamento diretto con le emozioni del pubblico e questo con la tv non puoi averlo.
Questa è la cosa che cambia per me, il palco crea energia, la tv trasmette immagini e a volte emozioni, se sai coglierle.
l tuo singolo Speechless Enemy ha un sound potente e deciso: cosa ti ha spinto verso quella direzione sonora?
Da sempre quello che ricordo è la frase ‘la tua voce è rock’ e probabilmente avevano ragione perchè è lì che sento che la mia voce e la mia carica hanno miglior espressione. Speechless Enemy ha una forte matrice hard rock e stoner, evoluzione di quello che è il blues ma con timbriche un po’ più forti, che permette di dare un forte sostegno sonoro a un brano che urla la propria forza oltre le avversità quotidiane, parla degli ostacoli che il proprio corpo e la propria mente innalzano nella vita di tutti i giorni. È una lotta contro se stessi volta a fare emergere nonostante tutto il proprio vero io, attraverso tutta la forza dei sentimenti.
Cosa rappresenta per te la collaborazione con Francesco Decaro e come nasce la vostra sinergia creativa?
La collaborazione in musica con Francesco Decaro nasce nel lontano 2016 quando entrambi eravamo componenti di una band che proponeva un mix fra psichedelia, blues distorto e sonorità 70s. La nostra è stata in effetti fin da subito una sinergia innata, dove i miei testi erano perfetti sulle linee vocali che proponeva e viceversa, e anche i temi che si affrontavano in maniera totalmente inaspettata erano gli stessi. A questa magia non abbiamo dato peso anche perché la band poi nel 2021 si è sciolta, ma nel frattempo, sempre in quell’anno, si è creato un altro tipo di magia: l’amore fra me e lui.
Hai una lunga esperienza nel live: c’è un’esibizione che ricordi come particolarmente trasformativa per il tuo percorso?
Penso di avere avuto la fortuna di poter cogliere sempre un nuovo insegnamento da ogni esibizione, ma sicuramente quella che sento che ha fatto scattare dentro di me qualcosa sia stata la partecipazione a ‘The Voice of Italy’ nel 2018. Sono entrata a far parte di un mondo totalmente lontano dal mio, un mondo in cui tv è applicata alla musica e viceversa. Bene, li ho capito che il mio mondo musicale ha a che fare con la vera musica e i palchi.
Come vivi il passaggio da interprete a organizzatrice di eventi musicali? Cosa ti entusiasma di più in quel ruolo?
Probabilmente per chi vive la musica nei pubs questo aspetto non è poi così duale e sarà stata proprio la mia esperienza ormai ventennale nei suddetti ad avermi insegnato la gestione degli eventi musicali. Sono due aspetti diversi che possiamo immaginare come un “prima del live” e “durante il live”. Il “durante il live” lo vedete tutti, mentre il prima è un aspetto riservato agli addetti ai lavori e ai committenti. Ogni volta è diverso, si parte da idee molte volte lontane tra loro, da desideri, da immagini che si hanno ed è proprio lo scoprire la storia intorno all’evento ed ai suoi attori che trasforma il tutto, sempre in una esperienza nuova e stimolante.
“Rock at the Opera” ti vede al fianco di artisti affermati in uno show imponente: come ti stai preparando a questa nuova avventura scenica?
Si, ho la fortuna di lavorare in questa produzione con artisti di grande valore che ringrazierò sempre per l’avermi condiviso tanto sapere. Più che una preparazione prettamente legata al canto o alla presenza sul palco, in questo progetto ho dovuto fare un grande lavoro psicologico. Per me è una delle occasioni che aspettavo per poter donare alla mia vita qualcosa che vada oltre gli eventi privati, le piazze, la tv o pubs: è quello che dentro sento essere la mia strada ed è la cosa che mi ripeto ogni giorno di fronte alle cose belle e alle cose brutte della mia professione. Uscire dalla propria zona di comfort non è mai semplice, ma sicuramente l’energia della musica che più amo, il rock, il sostegno delle persone che mi seguono da sempre e anche la mia ‘preparatrice atletica’, la mia insegnante Alessandra Pipino, hanno dato un grande contributo per essere al top.
Quanto conta per te il messaggio visivo (videoclip, presenza scenica) rispetto all’aspetto puramente musicale?
Credo che trovare il giusto equilibrio fra le due cose è forse la cosa più difficile ma assolutamente necessaria in quanto la musica con accordi e melodia è un qualcosa di super potente, ma anche il corpo ha il suo modo di trasmettere messaggi, così come un abito o la scelta dei colori per un videoclip. Tutti gli aspetti artistici legati a una performance sono importanti, ma è scontato per me che l’aspetto musicale sia il fondamento.
Dopo tanti anni di palco, qual è oggi la tua più grande motivazione nel continuare a fare musica?
quello che sento dentro quanto mi lascio andare alla musica, è un qualcosa difficile da poter descrivere a parole. E’ un’energia che ti aiuta ad esorcizzare i mali, ad enfatizzare gli stati di benessere. Un qualcosa che ti unisce alle persone, e questa è l’altra motivazione: dal palco al pubblico, dalla tua voce agli occhi sbalorditi dei bambini che ti seguono incantati, alla signora che prima era imbronciata e ora canta con te con un sorriso. La bellezza che la musica scatena dentro e fuori di te è la mia motivazione più grande.
Descriviti in tre parole.
Curiosa, intraprendente, semplice





