Laure, nata nel 1993, è una pittrice la cui sensibilità artistica si è formata tra i paesaggi suggestivi dell’Italia e la ricchezza culturale del Mediterraneo, dove ha trascorso parte della sua infanzia. Con una formazione in urbanistica e storia dell’arte, ha saputo intrecciare la passione per l’archeologia, la natura e le civiltà antiche con una ricerca pittorica che unisce figurazione e astrazione. Nelle sue opere emergono temi universali come la passione, la guerra e la complessità del mondo, espressi attraverso tecniche miste e un linguaggio che fonde tradizione e contemporaneità. Il suo processo creativo è nutrito da molteplici influenze: dai grandi maestri come Botticelli, Frida Kahlo e Matisse, fino ai movimenti d’avanguardia come la Pop Art e il Dadaismo, rappresentati da artisti quali Picabia, Suzanne Duchamp e Dalí. La sua ricerca non si limita alla pittura, ma si arricchisce della fotografia di strada e della letteratura, che stimolano nuove visioni e interpretazioni artistiche. Ogni opera è pensata come un invito al dialogo con lo spettatore, che può lasciarsi guidare tra emozioni, interrogativi e riflessioni personali. Con uno stile che mescola espressionismo e astrazione, Laure Vincente esplora i temi dell’identità e delle percezioni, dando vita a lavori che affascinano per intensità e mistero, capaci di toccare corde profonde e di aprire spazi di immaginazione.
Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte simboleggia l’espressione di un messaggio attraverso un processo creativo. Questa espressione si materializza in modo concreto o astratto. L’interpretazione del messaggio per lo spettatore, come per l’artista, è soggettiva e mutevole a seconda della propria esperienza. Per quanto mi riguarda, le mie creazioni sono il risultato di un processo immaginativo con una dimensione di contrasto ed estetica.
Quali emozioni cerchi di trasmettere maggiormente attraverso le tue opere?
Le emozioni o i sentimenti che cerco di trasmettere attraverso le mie opere sono vari e relativi a ciascuno. Possono tradursi in emozioni legate al ricordo, al sogno, all’interrogativo, all’immaginazione di un ideale o al suo confronto con la realtà. Cerco sempre anche di creare un lato assurdo o incongruo per strappare un sorriso.
In che modo i paesaggi del Mediterraneo hanno influenzato la tua sensibilità artistica?
I paesaggi del Mediterraneo, e in particolare quelli dell’Italia meridionale e della Grecia, mi ispirano enormemente per la loro bellezza e la loro storia. È anche la culla di civiltà che mi ispirano molto, come quella etrusca.
Qual è il legame tra la tua formazione in urbanistica e storia dell’arte e la tua pittura?
I miei dipinti sono permeati da ispirazioni storiche, soprattutto nella rappresentazione dell’uomo, ma anche nei paesaggi e negli edifici. Le mie ispirazioni di questo tipo sono varie e spaziano dagli ornamenti dell’architettura corinzia, alle abitazioni tradizionali della Puglia, passando per la purezza dell’arte romanica e lo sfarzo dell’architettura gotica.
Come riesci a fondere figurazione e astrazione nelle tue opere?
È vero che il mio stile artistico si colloca tra il figurativo e l’astratto. Questo mix nasce naturalmente durante il mio processo creativo. Integro elementi molto concreti come volti, corpi, elementi di natura morta in un universo reinventato, tra realtà e allucinazione. I miei sfondi sono saturi di colori intensi e texture in rilievo. L’obiettivo è quello di integrare elementi “grezzi” in un ambiente immaginario, idilliaco, quasi magico.
C’è un’opera o un periodo storico che ti ha ispirato più profondamente?
Direi che l’opera che mi ha molto ispirato e anche molto commosso è Le Baiser di Gustav Klimpt. Mi piace anche l’opera “L’Atelier Rouge” di Henri Matisse. Queste due opere hanno in comune il fatto di suscitare un senso di tranquillità e conforto. Forse la serenità della casa, della coppia o del nido familiare.
Quale ruolo hanno la fotografia di strada e la letteratura nel tuo processo creativo?
Trovo che la fotografia di strada ancori l’arte alla realtà e catturi le emozioni in modo crudo. Cattura i momenti della vita quotidiana, reali e sinceri. E a differenza della fotografia di moda, che apprezzo ugualmente (ride), valorizza tutti gli individui allo stesso modo con il loro fascino, il loro stile e la loro realtà. Questa rappresentazione della realtà mi ispira nella brutalità dell’espressione delle emozioni attraverso le mie opere. In un altro universo, la letteratura, in particolare in stile surrealista, stimola la mia immaginazione e mi ispira nella rappresentazione di una scena, di uno scenario. Immagino così la mia interpretazione dell’opera letteraria. È un piacere per me dipingere scene di libri che mi hanno colpito in qualche modo.
In che modo interpreti temi come la guerra e la passione nelle tue tele?
In alcune delle mie opere, come “Introspection émotionnelle” o “Passionnément”, la passione è rappresentata in modo concreto dal disegno di una coppia centrale. Questi temi sono affrontati in contesti storici, geografici e culturali diversi per sottolineare che l’uomo, indipendentemente dall’età o dal luogo, è confrontato alle stesse emozioni, passioni, sogni, dubbi, difficoltà o dilemmi.
Quali tecniche artistiche prediligi per esprimere la complessità del mondo?
La complessità del mondo può essere espressa in vari modi, secondo me, ma io sono più sensibile al surrealismo e all’espressionismo. Ogni tecnica artistica, dal tratto realistico alla materia grezza, dal pixel alla traccia, è un modo per rivelare i molteplici strati della realtà: visibile, emotiva, simbolica, sociale, spirituale.
Ti riconosci maggiormente nell’espressionismo o nell’astrazione, o nel loro dialogo?
Mi riconosco essenzialmente nel dialogo tra espressionismo e astrazione. Infatti, mi piace collocare elementi grezzi in un contesto onirico o allucinatorio, lasciando che lo spettatore sia guidato dalla propria immaginazione. La commistione tra figurazione e astrazione lascia più spazio alla mia creatività.
Come vorresti che lo spettatore si sentisse di fronte alle tue opere?
Voglio che provi emozioni o sentimenti, siano essi positivi o negativi. L’emozione che cerco di suscitare nello spettatore è l’interrogarsi o l’interpretazione attraverso l’immaginazione, il sogno. I sentimenti sono propri di ciascuno in base alla propria esperienza e non sono esaustivi, possono essere il ricordo, il desiderio, la curiosità, la risata… E anche se si può provare rabbia nei confronti dei miei quadri, ne sono comunque felice. (ride)
Descriviti in tre colori.
Direi il verde. Questo colore mi ispira libertà, mi ricorda la vicinanza alla natura, dove sono solita dipingere. Il rosso è un colore chiave della mia tavolozza, è un colore caldo, energico e ambivalente, secondo me rappresenta la passione, naturalmente, ma anche una forma di impulsività. È un colore umano ed emotivo. Infine, il blu è molto utilizzato nei miei dipinti. Per me simboleggia la profondità e l’infinito, in particolare nella rappresentazione del cielo o del mare. Questo colore mi ispira stabilità, calma e pace. Paradossalmente, può avere una dimensione spirituale e moderna.




