Luciano, nato a Catanzaro nel 1950 e residente a Roma, è un artista autodidatta che ha sviluppato una tecnica personale e inconfondibile, basata sull’uso di piombo e gocce di stagno. Le sue opere nascono da un profondo bisogno di esprimere emozioni, simboli spirituali e messaggi di speranza, dando forma a un linguaggio artistico che unisce materia e spirito in un equilibrio essenziale e intenso. Animato da una visione etica e umanitaria, Critelli ha scelto di dedicare la sua produzione esclusivamente a scopi solidali. Non accetta commissioni né commercializza le sue creazioni: ogni opera è concepita come dono, atto d’amore e fratellanza, destinato a sostenere cause benefiche, in particolare l’aiuto a bambini e famiglie in difficoltà. Tra le sue realizzazioni più significative vi è una croce in piombo e stagno donata personalmente a Papa Francesco, che ha voluto esprimere la propria gratitudine con una lettera ufficiale. Un’altra opera emblematica è Scrigno del Futuro, una scultura pubblicata sulla rivista ARTE, in cui una rosa adagiata su un cofanetto simboleggia la custodia spirituale del nome del successore del pontefice. Le sue opere, spesso realizzate con tecniche di colatura a goccia, incisione a freddo e lavorazioni a rilievo, hanno viaggiato oltre i confini nazionali, contribuendo a progetti umanitari in diversi Paesi europei, tra cui Bulgaria, Francia e Albania. Luciano concepisce l’arte come strumento di coscienza e testimonianza, capace di trasformarsi in gesto concreto di speranza e solidarietà. La sua produzione artistica è un esempio raro di coerenza tra pensiero e azione, dove il valore etico supera quello materiale, restituendo all’arte una dimensione autenticamente umana.
Cos’è per te l’arte?
Una forma d’amore silenzioso che diventa dono.
Come è nata la tua scelta di utilizzare piombo e stagno nelle tue opere, e cosa rappresentano per te questi materiali nel contesto del tuo linguaggio artistico. Come riesci a bilanciare la componente materica con quella spirituale nelle tue creazioni?
Sono materiali umili, ma eterni. Il piombo dà peso alla memoria, lo stagno riflette la luce dell’anima. Materia e spirito si fondono nel gesto creativo.
Qual è stato il momento o l’esperienza più significativo che ti ha spinto a dedicare la tua arte esclusivamente a scopi solidali, rinunciando a qualsiasi forma di commercializzazione?
Un giorno ho visto gli occhi di un bambino malato illuminarsi davanti a una mia opera. Da quel momento ho capito: l’arte può curare più del denaro.
Puoi raccontarci qualcosa di più sulla croce donata a Papa Francesco? Come è stato quel incontro e che impatto ha avuto sulla tua vita e sulla tua pratica artistica?
Un gesto spontaneo, nato dal cuore. Il suo ringraziamento è stato una benedizione che ha rafforzato la mia vocazione artistica e umana.
“Scrigno del Futuro” è un’opera molto evocativa: come hai concepito il simbolismo della rosa e del cofanetto? Che messaggio volevi trasmettere riguardo al futuro e alla spiritualità?
Una rosa sul cofanetto: la bellezza fragile del futuro. Custodisce speranza, attesa e il mistero del tempo che verrà.
In che modo le tecniche come la colatura a goccia, l’incisione a freddo e i rilievi ti permettono di comunicare emozioni e concetti così profondi?
La colatura è un respiro lento, l’incisione una ferita che parla. Ogni tecnica è una forma di preghiera che si trasforma in emozione.
Come ti relazioni con le persone o le comunità che ricevono le tue opere? Hai avuto storie o feedback particolarmente toccanti da queste esperienze di condivisione?
È uno scambio d’anime. Ogni sorriso ricevuto in cambio vale più di mille esposizioni. Una volta una madre mi scrisse: “Tuo dono, mio conforto”.
Cosa significa per te vedere le tue opere viaggiare in Europa e sostenere progetti umanitari lontano dalla tua terra d’origine? Ti senti in qualche modo parte di una rete globale di solidarietà attraverso la tua arte?
Mi sento un seme portato dal vento. Anche lontano, la mia arte parla la lingua universale della compassione.
Se dovessi descrivere l’essenza del tuo messaggio artistico a chi non conosce il tuo lavoro, come lo racconteresti?
L’arte non è possesso, ma presenza. Non si compra, si abbraccia. È luce che attraversa l’ombra.
Quali temi o simboli spirituali senti che sono ancora inesplorati o che vorresti approfondire nelle tue prossime creazioni?
Vorrei scolpire il silenzio, l’attesa, il perdono. C’è ancora tanto da dire con la materia che non parla ma ascolta.
Come vedi il rapporto tra arte e etica oggi? Pensi che il tuo esempio possa ispirare altri artisti a fare scelte simili?
Credo che l’arte debba anche interrogare. Se il mio esempio ispira altri a donare, allora ha davvero compiuto la sua missione.





