MARCO TEDESCO

MARCO TEDESCO

Marco è uno storico dell’arte laureato nel maggio 2014 presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Da anni collabora con numerose associazioni del Sud Pontino, tra cui l’Aps Formiana Saxa di Formia, di cui è presidente, e l’Associazione Culturale Minerva di Fondi. È referente dell’associazione RAM Rinascita Artistica del Mezzogiorno e di Italia Nostra onlus, sezione Golfo di Gaeta. I suoi interessi di ricerca comprendono la storia dell’arte lucana, con particolare attenzione al patrimonio artistico di Lagonegro, dove ha preso parte come storico e critico d’arte a eventi organizzati dall’Associazione Culturale “A Castagna r’a Critica”, tra cui la mostra “Enzo de Filippo: uno sguardo senza tempo e spazio” in collaborazione con il “Salotto Culturale Donata Doni”. Per il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio artistico locale, ha ricevuto nel 2025 una menzione speciale durante il concorso nazionale di poesia in vernacolo “Antonio e Carlo Tortorella”. Ha partecipato a importanti manifestazioni artistiche, tra cui “Per le antiche vie del Pietrafesa” a Satriano di Lucania (2023), “La Lucania di Scotellaro forte, europea e mediterranea” a Roma (2024) e la mostra personale “Silentium” del maestro Romeo Battisti a Potenza (2024). Collabora come autore di articoli di storia dell’arte per la testata online “Talenti lucani: passaggio a sud” e ha curato mostre significative, tra cui “La grande mostra tra resistenza e liberazione” (2025) e “Le porte dell’anima: sentieri e passi per la pace” a Sermoneta, ricevendo riconoscimenti per il suo contributo artistico. Recentemente ha presieduto la giuria e curato l’estemporanea di pittura durante la XIIª edizione del premio “Enzo De Filippo” a Lagonegro, ricevendo un premio speciale per la sua attività di divulgazione artistica. Parallelamente alla sua attività di storico e critico d’arte, Marco Tedesco si dedica alla scrittura di poesie e romanzi. È tra i finalisti del concorso “La panchina dei versi” e nel 2023 ha pubblicato il suo primo romanzo, La rinascita di William, edito da Il Raggio Verde Editore.

Cos’è per te la scrittura?

La scrittura per me è un modo per viaggiare, far conoscere e scoprire nuovi mondi. Che siano o meno legati a contesti storici o a contesti immaginari, i personaggi comunicano la loro visione del mondo e questo è un aspetto fantastico che ci permette di allargare i nostri orizzonti.

Quali sono gli aspetti della storia dell’arte lucana che più ti appassionano e perché?

La storia dell’ arte in generale ed in particolar modo la storia dell’ arte lucana è ricca di misteri, pensiamo ad esempio al cosiddetto volto di Vlad III, personaggio che ha dato origine al famoso conte dracula, che compare nell’ adorazione dei magi di Giovanni Todisco nella cripta della cattedrale di Acerenza, detta anche Cappella Ferrillo, in quanto voluta intorno al 1524  da Giacomo Alfonso Ferrillo, figlio di Matteo Ferrillo che acquistò nel 1477 i ducati di Genzano di Lucania e di Acerenza e marito di Maria Balsa, figlia di Vlad III. Questo è solo uno dei tanti misteri che rende affascinante la storia dell’ arte lucana in particolare e italiana in generale

In che modo la tua esperienza con le associazioni culturali del Sud Pontino ha influenzato la tua visione critica dell’arte?

È una esperienza fondamentale perché mi ha fatto capire che oltre la storia dell’ arte ufficiale che tutti conosciamo, c’è un’ altra storia dell’ arte, quella legata ai territori in cui viviamo che è lì per raccontarci storie di artisti sconosciuti ma che hanno avuto il merito di far conoscere stili e linguaggi artistici diversi tra loro. Pensiamo ad esempio al cinquecentesco presepe in terracotta policroma di Maranola, frazione collinare di Formia. Si tratta di un esempio scultoreo in stile apulolucano conservato nella chiesa di Santa Maria ad martyres derivato dalla struttura del presepe monumentale in pietra policroma della cattedrale di Matera realizzato da Altobello Persio e Sannazzaro D’Alessano nel 1534. Entrambi gli esempi ambientano la natività, fulcro centrale della raffigurazione, all’ interno di quella che era la realtà locale cinquecentesca delle due località citate, raccontandone usi e costumi in parte ancora oggi molto sentite come il suono delle zampogne o la produzione di specialità casearie locali. Insomma l’ arte, come diceva Levi Strauss è insita nell’ uomo e racconta l’uomo

Durante la tua attività di curatore e critico, quale mostra o progetto ti ha dato maggiore soddisfazione e per quale motivo?

In realtà tutte le mostre mi hanno dato soddisfazione perché se oggi ci sono artisti che espongono vuol dire che l’ arte vuole ancora comunicare quei valori di bellezza e di amore che da sempre con fatica cerca di trasmettere. Sta a noi saperli cogliere

Come bilanci la tua attività di storico dell’arte con la scrittura di poesie e romanzi?

Semplicemente sostenendo che la scrittura è arte. Con carta e penna si possono produrre dei ritratti veri e propri, così come avviene con pennello e colori su tela o su tavola, trasmettendo emozioni

Ci sono artisti contemporanei italiani o lucani che segui con particolare interesse?

Seguo tutti gli artisti contemporanei in quanto ognuno di loro ha qualcosa da raccontare. Per la scultura cito Gerardo De Meo, straordinario artista maranolese che attraverso le sue sculture ci ricorda oggi ancora si può continuare a parlare di scultura legata a tematiche sacre ed evidenziando che ancora oggi l’idea di Michelangelo secondo cui l’ opera d’arte va liberata del materiale che la imprigiona è ancora viva. Per la pittura cito Alberto Barra, straordinario poeta e pittore Lucano, interprete del primitivismo che con le sue poesie e con i suoi ispirandosi al linguaggio artistico di Matisse e dei grandi primitivisti del Novecento ci fa capire che le grandi correnti artistiche ancora vivono e ci parlano. Cito inoltre anche Giovanni Simone, straordinario artista che ancora oggi pratica la tecnica dell’ incisione, il quale presenta nelle sue opere pittoriche un mondo ideale in cui gli uomini cercano in tutti i modi di raggiungere la perfezione. Nella poetica artistica di Simione questo aspetto viene evidenziato dalla presenza di simboli precisi: Pulcinella, la maschera partenopea vista come raffigurazione allegorica dell’ uomo; i maialini volanti, il mezzo con cui l’ uomo raggiunge il suo ideale di perfezione e la Torre di Babele, simbolo della perfezione che si realizza. Non posso non menzionare anche il maestro reatino Romeo Battisti, il quale con le sue opere pittoriche ci fa capire che l’ arte ancora permette di compiere viaggi introspettivi alla scoperta di sé stessi

Quali obiettivi ti sei posto per la divulgazione del patrimonio artistico nei prossimi anni?

Gli stessi che mi pongo da sempre: far conoscere l’arte e sensibilizzare alla bellezza perché chi ama l’arte e la bellezza in tutte le sue forme ama anche l’amore

La tua esperienza come presidente e referente associativo ti ha portato a sviluppare progetti innovativi: puoi raccontarne qualcuno?

In realtà no in quanto anche da presidente dell’ associazione Formiana Saxa di Formia cui faccio parte dal 2015, credo che l’ unica innovazione nel far conoscere il patrimonio che ci circonda sia l’ utilizzo di un linguaggio semplice ma che sia allo stesso tempo tecnico e accattivante per fare innamorare della bellezza che ci circonda

C’è un episodio o un evento in particolare che ti ha segnato nel percorso di valorizzazione artistica di Lagonegro?

Tanti episodi mi legano a questa cittadina lucana straordinaria. Mi sento uno dei suoi abitanti ogni volta che torno li a Lagonegro. Da anni mi occupo anche di valorizzare il suo patrimonio artistico, attività che mi ha portato a ricevere una menzione speciale durante la scorsa edizione del premio di poesia dialettale “Antonio e Carlo Tortorella” svoltasi a Lagonegro nel mese di maggio 2025 e il premio speciale “Enzo De Filippo” durante la dodicesima edizione del concorso di pittura estemporanea “Enzo De Filippo” svoltasi a settembre 2025 a Lagonegro. Il calore della gente, l’ essere voluto bene e sentirmi un abitante di quella cittadina anche se solo con il cuore è la cosa che mi ha segnato di più nella valorizzazione del patrimonio storico artistico di Lagonegro e lucano in particolar modo

Come descriveresti il rapporto tra tradizione e innovazione nel tuo approccio alla storia dell’arte?

Tradizione e innovazione devono convivere perché le metodologie di approccio cambiano e si evolvono come si evolve il mondo in cui viviamo. È importante tener presente che alla base dell’ approccio non deve mancare mai l’amore e la passione per ciò che facciamo perché l’amore ancora ha il potere di renderci meravigliosi agli occhi di chi ci osserva

Che ruolo pensi possa avere la scrittura narrativa e poetica nella promozione e divulgazione culturale?

Credo che la scrittura narrativa e poetica abbiano un ruolo fondamentale nella promozione e nella divulgazione culturale. Attraverso un romanzo, una poesia, un’opera teatrale, cinematografica, pittorica e scultorea è possibile narrare la storia di un luogo e di attirare la curiosità su quel luogo: pensiamo ad esempio alla Madonna dei pellegrini del Caravaggio, opera del 1606 conservata in Sant’ Agostino a Roma, il cui stipite è stato riconosciuto da Maurizio Marini e Vittorio Sgarbi in via dei prefetti a pochi passi dal Campo Marzio, oppure pensiamo ai luoghi descritti dal Manzoni nel romanzo I promessi sposi, la collina che ha ispirato Giacomo Leopardi nella composizione della poesia L’infinito, la Napoli protagonista delle opere di Eduardo De Filippo. Si tratta di luoghi che vengono ancora oggi visitati perché non smettono mai di affascinare ed è proprio questo che rende viva l’ arte in tutte le sue forme.

Descriviti in tre parole.

Ipulsivo, amorevole e buono.

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