MATITASK

MATITASK

Marcello, in arte Matitask, nasce a Carbonia nel 1972 e si forma come ingegnere elettronico. La sua è una personalità poliedrica: ex giocatore di pallavolo, ha trasferito nella sua carriera professionale – che lo ha visto spaziare dalla progettazione di sistemi embedded fino al ruolo di IT Manager – lo stesso spirito di squadra, resilienza e desiderio di sfida maturati sul campo. Al di là del lavoro tecnico, coltiva una curiosità inesauribile che lo porta a esplorare mondi diversi, dalla musica alla scienza, dalla cinofilia alle lingue, dalla programmazione neurolinguistica fino allo studio delle tecniche di crescita personale. Durante il periodo della pandemia, riscopre il piacere dell’apprendimento in sé, più che del risultato, una consapevolezza che segnerà una svolta nel suo percorso. Nel 2022 intraprende una nuova sfida: disegnare ogni giorno. Così nasce il progetto Matitask, un diario visivo condiviso su Instagram, in cui documenta il proprio cammino creativo. I suoi disegni, spesso in grafite e ispirati a figure femminili tratte da fotografie e immagini trovate online, rivelano un tratto essenziale ma denso di espressività, alla costante ricerca di bellezza e autenticità. Per Marcello, l’arte è un atto trasformativo, una forza che muove e rivela il senso delle cose. Il suo percorso dimostra che non è mai troppo tardi per iniziare qualcosa di nuovo e che la passione, unita alla disciplina e all’ascolto di sé, può aprire orizzonti inattesi.

Cos’è per te l’arte?

L’arte, per me, è azione. un atto di volontà, di esistenza.

Cosa ti ha spinto a scegliere proprio la figura femminile come soggetto ricorrente dei tuoi disegni?

La figura femminile è armonia, complessità e contrasto. Mi affascina vedere come cambiando piccolissimi dettagli o accessori una figura anche anonima diventi di colpo interessante.

Hai mai pensato di sperimentare altri mezzi espressivi oltre la grafite?

Sì, spesso. Ma il mio senso pratico mi riporta sempre sulla grafite. c’è sempre tempo per prendere un blocco, matita, gomma e sfumino. Il poco tempo a disposizione è per il disegno, non per la preparazione allo stesso.

In che modo la tua formazione tecnica e la tua esperienza da ingegnere influenzano il tuo approccio al disegno?

Molto. Spesso un disegno nasce da un “problema” visivo che voglio risolvere. Ma lascio spazio anche all’errore: è lì che succedono le cose più interessanti. l’errore è parte fondamentale dell’apprendimento. Mia moglie, anche lei ingegnere, è la mia fan più fedele e la critica più sincera. Senza di lei, molti dettagli mi sfuggirebbero.

C’è stato un momento preciso in cui hai capito che il disegno stava diventando qualcosa di più di una semplice passione?

Durante la pandemia ho ripreso contatto con me stesso. Disegnare ogni giorno poi è diventato un rituale, un punto fermo.

Come scegli le immagini da cui trarre ispirazione? Segui un impulso istintivo o un criterio preciso?

Seguo tante pagine di fotografia sui social, Pinterest, e ultimamente uso anche Ai per generare immagini di riferimento. Un gesto, una posa, un’ombra – se qualcosa mi colpisce innesca l’urgenza di metterlo sulla carta. l’innesco è sempre emotivo.

Che ruolo ha il tempo nel tuo processo creativo, considerando che realizzi un disegno al giorno?

A volte ho solo 20 minuti, altre volte posso concedermi di più. Impari a lavorare col tempo che hai, ho sempre un blocco e delle matite a portata di mano in casa. accettando che non ogni disegno sarà “perfetto”.

Come reagisce chi ti segue online al tuo percorso quotidiano? Hai ricevuto messaggi che ti hanno colpito particolarmente?

Le reazioni sono state spesso affettuose e sorprendenti. Le donne apprezzano molto di più degli uomini i miei disegni. Mi hanno contattato sia modelle che fotografi. Ricevo molti apprezzamenti da persone che mi seguono dai primi lavori e che mi sostengono. partecipo a vari gruppi di collaborazione tra artisti che aiutano a crescere.

Ti capita mai di rivedere i disegni più vecchi e scoprire in loro significati che ti erano sfuggiti?

Sì, sempre più spesso. la tentazione è di correggere gli errori che vedo ma cerco di resistere.. Alcuni disegni erano intuizioni che la mente non aveva ancora decifrato.

In un’epoca di immagini veloci e filtri digitali, che valore ha per te il gesto lento e meditato del disegno a mano?

Per me che sono frenetico, parlo molto e velocemente, è un atto che mi impongo di calma e di presenza. Un piccolo rito analogico in un mondo digitale. Il disegno a mano è vulnerabile, non ha il tasto “undo” anche se la grafite ammette il cancellino. Ma proprio per questo è autentico, e ogni errore diventa parte del racconto.

Qual è la più grande sfida che hai affrontato in questo progetto, e quale la scoperta più inattesa?

la sfida è superare l’attrito: sembra che non abbiamo tempo, invece ne sprechiamo una marea, ad esempio scrollando i feed sui social. La sfida più grande è stata restare costante. La scoperta più bella è che se riesci a migliorare dell’1% ogni giorno per un anno, alla fine sarai trentasette volte meglio.

Descriviti in tre colori.

beh .. non posso che utilizzare RGB. Red: Spirito, Green : Mente, Blu: Anima.

2 Comments

  1. Marcello Mereu

    Grazie Roberto per l’opportunita’
    Matitask

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