Matteo è un artista toscano nato e cresciuto a Prato, dove oggi vive e lavora. Fin dall’infanzia ha coltivato una naturale inclinazione per il disegno, ispirato dalle pitture dei nonni e dai disegni del padre, che hanno rappresentato per lui i primi contatti con il mondo dell’arte. La sua formazione si sviluppa nel campo della grafica pubblicitaria e del figurino per l’abbigliamento, settori in cui ha affinato il senso estetico e la capacità di sintesi visiva. Il suo lavoro artistico si concentra oggi soprattutto sull’arte oro su carta, una tecnica personale che combina l’uso di Pantone, collage e inserti materici per dare vita a composizioni ricche di dettagli e riflessi luminosi. Tuttavia, recentemente è tornato anche agli inchiostri e agli acquerelli, quelli che lui stesso definisce il suo “primo amore”, segno di un desiderio costante di esplorazione e ritorno alle origini. Matteo ritrae emozioni, ironia e quotidianità, trasformando situazioni buffe in immagini poetiche e vivide. Il ritratto resta uno dei filoni centrali della sua produzione, ma sempre interpretato con un tono personale, giocoso, a tratti surreale. Il suo stile è in equilibrio tra grafica e illustrazione, tra forma e sentimento, e si nutre di influenze familiari, osservazioni del reale e sperimentazioni tecniche continue. Attraverso le sue opere, Matteo invita lo spettatore a sorridere, riflettere e riconoscersi in uno sguardo, in una smorfia, in un piccolo dettaglio narrato con sensibilità e ironia.
Cos’è per te l’arte?
L’arte per me è uno sguardo nell’ anima di un individuo ,fatto di un insieme di emozioni e sensazioni che si manifestano più o meno violentemente, attraverso pennelli, matite o scalpelli.
In che modo le influenze artistiche della tua famiglia hanno plasmato il tuo modo di disegnare oggi?
Premetto che i miei nonni e mio padre facevano e fanno un tipo di arte abbastanza diversa dalla mia:i primi dipingevano a olio,principalmente paesaggi e nature morte,con colori spesso molto accesi e contrastanti,mentre il secondo, è appassionato di supereroi,fumetti e mondo SciFi e i suoi disegni sono spesso realizzati in bianco e nero con l’inchiostro.Quindi sia la scelta dei colori accesi che dell’ichiostro nero,che uso spesso per definire le linee e i contorni,vengono da un mix di queste influenze.Ovviamente anche il mondo dei fumetti ha fatto la sua parte.
Cosa ti affascina dell’artwork su carta e come nasce questa tecnica nel tuo percorso?
la risposta è semplice: sono sempre stato affascinato dai manifesti dell’arte futurista e dei film; oltre al fatto di essere appassionato di fumetti. Quindi preferisco la carta alle classiche tele.
Cosa ti ha spinto a ritornare recentemente agli inchiostri e agli acquerelli?
Dopo un periodo di sperimentazione con i pantoni e gli evidenziatori,ho deciso di tornare al primo amore.acquerelli e inchiostri;con qualche piccolo ritocco a pantone.Questa scelta è stata dettata dal fatto di voler continuare a sperimentare i colori classici e le tecniche nuove che avevo già collaudato.
Qual è il processo creativo dietro i tuoi ritratti: parti da un’idea precisa o da un’emozione?
Non c’è una logica precisa con la quale realizzo i miei lavori: a volte sono precise emozioni o stati d’animo che mi guidano. Altre volte invece è la musica o lo sport.
Le “situazioni buffe” che rappresenti nascono dall’osservazione della realtà o sono più frutto di immaginazione?
Molte volte la realtà ,ma anche l’immaginazione, mi permette di rappresentare ritratti, anche di persone di un certo livello sociale, come regine, con smorfie o situazioni buffe, spesso accompagnate da gatti “impiccioni”. Questo per ricordarci che la vita non va presa troppo sul serio e che bisogna ricordarsi di sorridere.
Come unisci ironia ed emozione nei tuoi lavori senza perdere profondità espressiva?
Nei miei lavori, uso molto spesso metafore e simboli (le regine, il castello di carte)per comunicare uno stato d’animo o un ruolo sociale o una situazione. Un mio lavoro si intitola ” la caduta delle bugie” e vedeva 3 persone, con una corona, cadere da un castello fatto di carte; metafora della bugia, bella e elegante ma che sta in piedi come un castello di carte, e di chi le racconta, che si sente potente e invincibile, con la corona.
C’è un’opera o un momento della tua carriera che consideri particolarmente significativo?
Il momento più significativo, che ha veramente segnato una svolta, è stato partecipare a un contest qui a Prato; mi ha dato modo di confrontarmi con artisti di altissimo livello, che mi hanno portato a alzare notevolmente l’asticella, oltre a sperimentare tecniche con materiali che pensavo impossibili per le mie capacità. Con alcuni di loro ho anche stretto una bella amicizia. Questo lo considero la mia “palestra”, sotto tutti gli aspetti.
Quanto influisce il tuo background in grafica e figurino moda nella tua arte attuale?
Gli studi che ho fatto come grafico pubblicitario e come figurinista, influiscono per quanto riguarda il lettering e l’uso di font anche sovradimensionati, e lo studio del ritratto e della figura umana; questi mi sono di grande aiuto quando devo creare locandine e pannelli su commissione.
Cosa ti spinge a scegliere un soggetto piuttosto che un altro quando inizi un nuovo disegno?
La scelta del soggetto molto spesso è casuale; può essere una canzone, un libro, un film o una determinata situazione, che mi spinge a voler “fermare” l’attimo sulla carta.
In che direzione vorresti che evolvesse il tuo lavoro nei prossimi anni?
Dunque, il mio lavoro in futuro, vorrei che diventasse una professione a tutti gli effetti. Adesso mi considero un artista nuovo, desideroso di farsi conoscere al grande pubblico. Spero che il duro lavoro ,porti a dei bei risultati.
Descriviti in tre colori.
Nero: mi reputo una persona abbastanza misteriosa, e come la luna, ho una parte nascosta che non rivelerò mai. Rosso: energia, passione e perché no, testardaggine: per me l’arrendersi non è concepito. Verde: come la rinascita, il nuovo inizio e la speranza, di un futuro migliore.




