OTANOD

OTANOD

(Donato Soranno) è nato il 26 maggio 1986 ad Acquaviva delle Fonti. La passione per il disegno lo accompagna fin dall’infanzia, quando preferiva penne e quaderni a qualsiasi altro gioco, riempiendoli ogni giorno di illustrazioni. Artista autodidatta, ha affinato il proprio talento senza frequentare scuole o corsi d’arte, studiando da solo anatomia, tecniche e colorazione, e lasciandosi ispirare dagli anime e dai manga che lo hanno segnato, come Dr. Slump, Dragon Ball, Dash Kappei e C’era una volta… Pollon. Il risultato è uno stile ironico, colorato e dinamico, in cui l’influenza di queste opere si unisce alla sua personalità creativa. Nel 2019 decide di fondere il disegno con un’altra grande passione, il wrestling, aprendo una pagina Instagram dedicata a vignette comiche sulla WWE. In pochi mesi viene notato da Paul Heyman, che inizia a condividere i suoi lavori, dando il via a una crescita esponenziale. Anche i principali atleti della federazione iniziano a diffondere le sue opere, fino a portarlo a una collaborazione ufficiale con la WWE, con la pubblicazione dei suoi fumetti sui canali della compagnia. Da un pubblico inizialmente ristretto al solo fratello, Otanod è oggi seguito da una community di oltre 81.000 persone, che continua a divertirsi e appassionarsi alle sue creazioni.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte è la mia essenza, il riflesso di chi sono. È la mia valvola di sfogo, il modo più naturale che ho per esternare emozioni e sensazioni. Quando disegno, racconto: metto su carta pensieri, idee, ricordi e stati d’animo che a parole spesso non riuscirei a esprimere.

Attraverso il disegno creo un dialogo silenzioso con chi guarda le mie opere, e in quel momento non servono spiegazioni: bastano le linee, i colori e le espressioni dei personaggi per dire tutto. E siccome il mio stile è fortemente legato all’ironia, mi piace che chi guarda i miei lavori possa sorridere o ridere: per me far ridere qualcuno con un disegno è una delle forme più belle di arte.”

Qual è stato il momento in cui hai capito che il disegno poteva diventare qualcosa di più di una semplice passione?

L’avvento dei social, in particolare Facebook e Instagram, è stato il momento in cui ho capito che il disegno poteva diventare più di una semplice passione. L’idea di poter condividere il mio lavoro e arrivare a tante persone mi ha spinto a sperimentare e inventare fumetti pensati per andare virali. Ho iniziato a pubblicare disegni sui social nel 2014, ma la vera svolta è arrivata nel 2015 con una vignetta ironica sulla Juventus: in poche ore ha raccolto centinaia di like. Ne ho fatta un’altra, poi un’altra ancora, fino ad aprire pagine dedicate su Instagram e Facebook, dove pubblicavo FIFA Comics, una serie di vignette e fumetti sulla Serie A. Quel progetto mi ha portato a collaborare con altri artisti del settore, a realizzare una collezione di t-shirt e a creare una community di 50mila follower. Dopo due anni, per mancanza di stimoli, ho deciso di chiudere il capitolo FIFA Comics per puntare tutto sul wrestling — una scelta che, col tempo, si è rivelata vincente.

Come descriveresti il tuo processo creativo, dall’idea iniziale alla realizzazione finale di una vignetta o di un’illustrazione?

I miei processi creativi nascono innanzitutto da eventi reali: episodi chiave, promo memorabili dentro e fuori dal ring, momenti che nel wrestling vengono definiti ‘Oh my God!’ o scenette comiche viste durante un episodio di Raw, SmackDown o negli eventi PLE. Mi ispiro anche a momenti storici della WWE e di altre federazioni. Per esempio, parto dal promo di un wrestler e, dalle sue parole, estraggo lo spunto per la vignetta. Da lì realizzo una bozza e, se mi convince, passo alla creazione vera e propria in digitale. Per disegnare utilizzo Procreate su iPad Pro, che mi permette di dare vita a linee pulite, colori vivaci e al mio stile caratteristico. La regola che seguo sempre è semplice: la vignetta deve divertire me per primo. Se non mi diverto io, non vedo come possa divertirsi un fan della mia community.

Ci sono anime o manga meno noti che ti hanno ispirato e che ritieni meritino maggiore attenzione?

Sono molto legato agli anime comici degli anni ’80, che hanno avuto un ruolo fondamentale nel formare il mio gusto e il mio stile. Oltre ai classici più conosciuti, ci sono titoli che secondo me meritano più attenzione: Dash Kappei (Gigi la Trottola), che mi ha insegnato l’arte delle espressioni esagerate e del ritmo comico; C’era una volta… Pollon, con il suo umorismo leggero e personaggi indimenticabili; e Hello Spank, che unisce dolcezza e comicità in modo unico. Queste opere, pur essendo meno citate oggi, hanno lasciato un’impronta fortissima in me: il loro mix di ironia, energia e colori vivaci si ritrova ancora oggi nelle mie vignette e nelle mie illustrazioni, soprattutto quando racconto il mondo del wrestling in chiave comica.

Quanto il wrestling influenza il tuo stile e la scelta delle tue tematiche rispetto ad altri soggetti che potresti disegnare?

Il wrestling ha avuto un’enorme influenza sia sul mio stile che sulle mie tematiche. Le pose dinamiche, le espressioni esagerate e il senso di spettacolo di questo mondo si sposano perfettamente con il mio approccio grafico, che è energico e ironico. Il wrestling mi offre spunti infiniti per creare vignette comiche e reinterpretare personaggi e momenti iconici in chiave manga. Detto questo, il mio stile nasce dalla passione per anime e manga e lo avrei comunque applicato ad altre tematiche. Non a caso, in passato, ho portato le stesse influenze artistiche anche nelle vignette dedicate alla Serie A. Qualunque sia il soggetto, il mio segno rimane vivace, colorato e dinamico.

Puoi raccontare un episodio particolare legato alla prima volta in cui un personaggio famoso della WWE ha condiviso un tuo lavoro?

Avevo iniziato da poco a pubblicare vignette a tema wrestling su Instagram, credo fosse la quarta in assoluto. In quella vignetta c’era Paul Heyman, che in quel periodo era l’‘uomo saggio’ del Capo Tribù Roman Reigns. Una mattina, come sempre, apro i social per dare un’occhiata veloce e tra i messaggi ne vedo uno che mi fa sobbalzare: era Paul Heyman. Non riuscivo a crederci. Oltre al messaggio, aveva anche iniziato a seguirmi e aveva condiviso la vignetta. Per me è stato un momento di gratificazione enorme: il primo personaggio della WWE a seguirmi, a pubblicare un mio disegno all’interno di uno dei suoi promo (visibile anche sul suo canale YouTube ufficiale) e, di fatto, a darmi la spinta per arrivare fino al profilo ufficiale WWE. È stato il momento in cui ho capito che stava iniziando qualcosa di grande.

Come vivi il rapporto con la tua community online e quanto incide sul tuo lavoro quotidiano?

Ho un rapporto molto bello con la mia community. I complimenti che ricevo mi riempiono di orgoglio, ma quelli che porto più nel cuore sono i messaggi di chi mi scrive che, nelle loro giornate più buie, riesco comunque a strappargli un sorriso con le mie vignette. C’è anche chi, subito dopo un evento WWE, corre sul mio profilo nella speranza di trovare un fumetto legato a ciò che è successo: sapere di essere parte di questa loro routine è una soddisfazione enorme. Non finirò mai di ringraziarli per il sostegno che, da cinque anni a questa parte, non mi hanno mai fatto mancare. Anche nei momenti in cui ho pensato di mollare, si sono fatti sentire con messaggi pieni di affetto.

C’è un progetto o una collaborazione futura che sogni di realizzare?

Più che un progetto, lo definirei un sogno: lavorare per la NJPW (New Japan Pro-Wrestling). Sarebbe incredibile poter collaborare con loro nell’ambito grafico-fumettistico, soprattutto considerando che il Giappone è la terra degli anime e dei manga, le mie prime e più grandi ispirazioni. Per me sarebbe come aprire il famoso vaso di Pandora: unire la passione per il wrestling a quella per lo stile narrativo e visivo che mi ha formato fin da bambino. Sarebbe il coronamento perfetto di un percorso iniziato tanti anni fa con una matita e un quaderno.

Descriviti in tre colori.

  • Bianco: quando vivo momenti di spensieratezza ed esplosione di energia, sentendomi una macchina da guerra pronta a fare tutto quello che mi passa per la testa nella quotidianità.
  • Grigio: quando affronto periodi di alti e bassi, in cui le idee ci sono ma faticano a trovare la giusta direzione.
  • Nero: quando passo momenti più difficili, in cui mi sento svuotato di energie e di creatività, e arriva persino — metaforicamente parlando — una certa ‘nausea’ verso il disegno.

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