ANTONIA FLAVIO

ANTONIA FLAVIO

Antonia nasce a Cosenza il 1° giugno 1977, dove tuttora vive con la sua famiglia. Dopo un primo diploma come stilista di moda, consegue un secondo titolo all’Istituto Alberghiero della sua città. Sin da giovane, nutre una profonda passione per la scrittura, in particolare per la poesia, che diventa presto la forma più autentica attraverso cui esprimere emozioni, stati d’animo e vissuti personali. Per Antonia, ogni poesia è un frammento di vita cristallizzato su un foglio bianco, una voce interiore che prende forma attraverso parole semplici ma profonde. Le sue liriche, spesso autobiografiche, sono ispirate dalle esperienze quotidiane e dai sentimenti più intimi, che spaziano dall’amore alla rabbia, dalla nostalgia alla rinascita. Nel 2019 pubblica due raccolte poetiche con Edizioni Virgilio, poi riproposte con Edizioni We di Milano: La mia vita, i miei amori racchiusi in una poesia e Echi del mare. È iscritta a diverse realtà culturali tra cui il “Club della Poesia” di Cosenza, il “Cenacolo Letterario Italiano” e figura nell’Albo d’Oro dei Poeti Contemporanei Italiani di Cefalù Art. Nel corso degli anni ottiene numerosi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale: dal primo premio al concorso “Io Esisto” con la poesia Meteora, al terzo posto al “Galà dell’amore” con Il cuore parla, fino a diverse menzioni e premi conferiti da ATLANTIDE Centro Studi Nazionale per le Arti e la Letteratura, tra cui il Premio Keramos e il Premio Serigrafisud. Autrice sensibile e prolifica, ha ottenuto encomi anche in ambito narrativo, come nel caso del racconto 27 novembre 2020 e Se fosse stato. Il suo stile delicato e sincero le ha permesso di toccare tematiche universali con autenticità, facendo della poesia uno strumento per dar voce al suo mondo interiore e a quello che la circonda.

Cos’è per te la poesia?

Per me la poesia è la mia salvezza. In essa riesco a riversare il mio dolore, la mia gioia e ogni emozione che provo. È la mia valvola di sfogo, la mia forma di benessere. Insomma, è lo specchio del mio stato d’animo.

Quando hai capito che la poesia sarebbe diventata una parte essenziale della tua vita?

Fin da giovanissima sentivo il bisogno di scrivere: poesie, pensieri, pagine di diario. Era il mio modo di raccontarmi, di mettere ordine dentro. La pubblicazione di un libro era un sogno segreto, nascosto in fondo a un cassetto… qualcosa che sembrava troppo grande per me. E invece, nel 2019, quel sogno ha preso forma con i miei primi due libri: La mia vita, i miei amori racchiusi in una poesia ed Echi del mare. Poi è arrivato Diario Bruciato, nel 2022, e ora sto lavorando a una nuova raccolta. Mai avrei immaginato tutto questo. Scrivevo per cercare un equilibrio, per ritrovare me stessa. Solo più tardi ho capito che quelle parole potevano arrivare anche agli altri, toccare chi vive o ha vissuto le mie stesse ferite.

Le tue poesie nascono sempre da esperienze personali o ti capita anche di lasciarti ispirare da ciò che osservi negli altri?

Le mie poesie nascono dal mio vissuto, sono il riflesso del mio percorso interiore. Mi lascio spesso ispirare dalla natura, dal movimento delle onde del mare, da ciò che riesce a toccarmi nel profondo… ma mai da ciò che appartiene agli altri. La poesia, per me, deve essere autentica, soggettiva, vissuta. Diversamente sarebbe solo una copia sbiadita, qualcosa di costruito, e perderebbe tutta la sua verità. Scrivere è mettere a nudo l’anima, non imitare quella altrui.

Qual è la poesia che senti più vicina al tuo cuore e perché?

Ogni poesia che ho scritto è un frammento del mio cuore, ma ce ne sono due che, ancora oggi, mi emozionano profondamente, fino a farmi salire le lacrime agli occhi. Entrambe si trovano nella mia raccolta Diario Bruciato: Meteora, scritta per il mio piccolo mai nato, è una ferita dolce e profonda che porto dentro con rispetto e amore. Rinascere, invece, è il racconto sincero e struggente di un cammino difficile che mi ha restituito a me stessa, alla mia forza, alla mia essenza di donna. Se penso invece a una poesia non mia, Pianto antico di Giosuè Carducci è quella che, fin dai banchi di scuola, mi ha lasciato dentro un’emozione intensa e indelebile. Forse perché, anche lì, c’è il dolore puro di una perdita e il bisogno di dare voce a qualcosa che non si dimentica mai.

Come vivi il momento della scrittura: è un gesto spontaneo o un rituale che richiede tempo e raccoglimento?

Entrambi. La scrittura per me nasce in modo spontaneo: l’ispirazione arriva all’improvviso, nei momenti più inaspettati, senza essere mai chiamata. È come un’onda che irrompe e non posso fare altro che seguirla. Ma per trasformare quella prima emozione in un testo che sento davvero mio, ho bisogno di raccoglimento, di tempo, di silenzio. È lì che la poesia prende forma compiuta. Eppure, anche a distanza di tempo, rileggendo, c’è sempre una parola, una virgola, un respiro da sistemare… senza mai alterare l’autenticità di quella prima scintilla emotiva.

Hai ricevuto molti premi e riconoscimenti: ce n’è uno che ha segnato in modo particolare il tuo percorso?

Ho scelto di partecipare ai premi letterari per cercare una conferma personale. Avevo bisogno di sentirmi all’altezza di ciò che stavo lentamente costruendo, di sentire che le mie parole arrivavano davvero, che emozionavano. Mi serviva qualcuno, o qualcosa  che mi dicesse: “Sì, continua, questa è la tua strada.” Tra tutti, il riconoscimento che mi ha toccato più profondamente è stato il primo premio con la poesia Meteora, al concorso “Io esisto”, nella sezione dedicata a “qualcuno tra le stelle”. Quella vittoria è stata molto più di un premio: è stata una carezza all’anima, la conferma che anche il dolore, se trasformato in parole sincere, può diventare luce per sé e per gli altri.

Cosa significa per te condividere la tua poesia con un pubblico più ampio?

Significa tantissimo. È come spalancare una finestra sul mio cuore, offrire agli altri le mie emozioni più profonde, quelle che spesso custodiamo in silenzio. Condividere la mia poesia è un atto di vulnerabilità, ma anche di speranza: lo faccio perché spero che, tra quelle righe, qualcuno possa riconoscersi, sentirsi meno solo. Vorrei che chi ha attraversato dolori simili ai miei trovasse nelle mie parole un rifugio, o magari lo spunto per trasformare la sofferenza in qualcosa di bello e potente. Anche solo una poesia può diventare un inizio.

In che modo il tuo legame con il territorio calabrese e le sue tradizioni entra nella tua scrittura?

Attraverso i colori intensi, i profumi autentici, i sapori decisi e le tradizioni che porto nel cuore. Essendo calabrese, non posso che sentirmi profondamente legata alla mia terra: la mia amata Calabria è parte di me. Anche se la mia poesia è soprattutto autobiografica e tende a raccontare il mio mondo interiore, la Calabria vive comunque tra le righe. I luoghi, le strade, i paesi dell’anima fanno da sfondo ai miei ricordi, e si affacciano in modo naturale nei miei versi. Fino ad oggi ho scritto una sola poesia dedicata apertamente alla mia terra “Bergamotto”, che sarà pubblicata nel mio prossimo libro, ma ogni parola che scrivo porta con sé, in silenzio, il respiro della mia regione.

Ti piacerebbe un giorno scrivere anche un romanzo o ti senti pienamente realizzata nella forma poetica?

In realtà l’ho già scritto, un romanzo a quattro mani che attualmente è in fase di editing. Anche in Diario Bruciato ho sperimentato la narrazione, includendo alcuni racconti. È stato un percorso importante, che mi ha permesso di esplorare nuove forme espressive… ma proprio grazie a questa esperienza ho capito una cosa fondamentale: io appartengo alla poesia. È lì che mi sento davvero a casa, è attraverso i versi che riesco a dare voce alla mia anima. E sì, voglio continuare ad appartenere a quel mondo dove ogni parola è un’emozione che respira.

Qual è il messaggio che vorresti arrivasse sempre, al di là di ogni verso?

Vorrei che arrivasse la mia autenticità. Che chi legge sentisse, prima di tutto, che ogni parola nasce da un’emozione vera, vissuta sulla pelle. Nei miei versi ci sono il cuore e l’anima, senza filtri né artifici, e forse è proprio questa verità che riesce a toccare profondamente, senza mai risultare banale. Il mio desiderio più grande è che le mie poesie possano diventare un sostegno, uno specchio, una carezza per chi affronta gli stessi dolori, gli stessi vuoti. Perché quando la scrittura nasce dal bisogno di salvarsi, può davvero diventare salvezza anche per chi legge.

Cosa ti emoziona ancora oggi quando rileggi una delle tue poesie?

Mi emoziona il dolore che ho attraversato per arrivare a scriverla. Ogni poesia è la traccia di una ferita, ma anche il segno della mia guarigione. Solo quando riesco a trasformare quel dolore in parole, posso davvero dire di averlo liberato. Rileggermi è come guardarmi indietro con occhi nuovi: vedo la strada percorsa, le lacrime, la forza che non credevo di avere… ed è lì che mi commuovo. Perché ogni verso è la prova che ce l’ho fatta.

Parlaci dei tuoi libri.

La mia vita I miei amori racchiusi in una poesia. È una raccolta che nasce dal cuore, e attraversa i sentieri dell’amore vissuto, perduto, ritrovato. Ogni poesia è un canto liberatorio nato da storie intense, spesso dolorose, che hanno lasciato il segno. Scrivere queste poesie ha significato alleggerire l’anima, liberarsi di un peso radicato e restituire dignità e verità a ogni emozione. L’amore, in tutte le sue forme, diventa protagonista assoluto: un sentimento meraviglioso, ma spesso imprevedibile, come la vita stessa. Pablo Neruda scriveva: “Amare è così breve, dimenticare così lungo”,  ed è proprio questo il respiro che attraversa ogni pagina.

Echi del Mare. Una raccolta di oltre 50 poesie in cui il mare diventa voce, abbraccio, mistero e forza. È il simbolo del suo sentire: l’amore, l’amicizia, la natura stessa scorrono nei versi con leggerezza o profondità, a seconda del ritmo dell’onda interiore. Alcune poesie fanno sorridere, altre invitano a riflettere, ma tutte hanno un’unica direzione: quella dell’anima. Come scriveva Romano Battaglia: “Il mare spesso parla con parole lontane…” parole che  ascolto e traduco in poesia per chi, come me,  conosce l’amore e le sue maree.

Diario Bruciato. Un’opera intensa, divisa in tre sezioni: poesie, pensieri e racconti brevi  che segna una tappa fondamentale nel mio personale percorso umano e letterario. Prefato da Biagio Pirito (Tom Ferretti) e con una postfazione firmata Requiem_for_a_Sin, questo libro è molto più di una semplice raccolta: è una rinascita. Racconto con coraggio la mia adolescenza ferita, l’anoressia, i ricoveri, gli attacchi di panico… e il potere salvifico della scrittura. Quelle parole che un tempo bruciai in un diario, oggi rinascono in questo volume con la forza di chi ha scelto di ricominciare. Diario Bruciato è la voce di chi ha conosciuto il buio, ma ha scelto la luce.

Descriviti in tre versi.

Autentica, come le parole mai dette. Passionale, come un amore che brucia piano. Emozionale, come ogni lacrima trasformata in poesia.

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