ASSUNTA TAMMARO

ASSUNTA TAMMARO nasce il 16 settembre del 1971 a Casolla, una piccola frazione della prima periferia di Caserta. Si avvicinata all’arte alla fine del 2019.  Lavora come estetista qualificata, fin quando non si appassiona al mondo creatività, cominciando a realizzare creazioni artigianali con svariati materiali fino ad arrivare da autodidatta a realizzare i suoi primi dipinti fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.  La pandemia le ha dato modo e tempo di dedicarsi alla pittura e alla poesia che sono rimaste le sue uniche passioni, per le quali ha abbandonato tutto quello che faceva in precedenza. Dipinge su diversi fondi, anche di recupero, le sue opere nascono, come spesso dice, da momenti di “follia” durante i quali le mani sporche di colori, trasferiscono alla tela, il suo stato d’animo. Molto spesso la sua arte astratta ed emozionale si fonde con il suo amore per la natura e col suo passato di artigiana dando vita ad opere materiche e dipinti realizzati anche con smalto per le unghie. Firma le sue opere con una frase che lei stessa ha scritto e che esprime la liberà di vedere e fare arte che è diversa per ogni artista. “L’arte di fare arte non è per tutti la stessa arte”

𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗵𝗮𝗶 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗺𝘂𝗼𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗲?

I miei primi lavori pubblicati sono della fine del 2019. Ma il mio primo lavoro su tela è del 2017 quando, facendo artigianato, mi occupavo di decupage e cominciavo a conoscere il mondo del colore arilico.

𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮? 

Le mie opere nascono quasi sempre da un momento di follia, senza una logica apparente, sono quasi sempre istintive. In altri momenti invece, mi capita di sentire la necessità di esprimere un concetto al quale cerco di dare una forma e un colore. Sicuramente mi rendo conto che per me dipingere è diventata una dipendenza, quando mi ritrovo davanti ad una tela bianca le mie mani si muovono in modo assolutamente casuale, i colori, le forme, niente di programmato, ma niente succede per caso. Le mani si muovono dirette da quel mondo di mezzo invisibile all’occhio umano ma che è direttamente collegato con energie interne del mio essere. C’è qualcosa che mi spinge ad andare avanti fino a quando, quel qualcosa non dice basta ed io leggo le mie emozioni e il colore dei miei pensieri che sono diventati opera.

Dove trovi 𝗹’𝗶𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲?

La fonte principale di ispirazione per me sono i colori, a volte una immagine che si fissa nella mente, una rosa, un pensiero o una frase letta da qualche parte. Sicuramente la scintilla parte ascoltando il silenzio.

In che tipo di creazioni ti cimenti?

Per rispondere a questa domanda bisogna andare un po’ all’indietro negli anni perché le mie creazioni di oggi risentono molto spesso delle contaminazioni del mio passato di artigiana. Sono estetista, sono una creativa e prima di arrivare a dipingere ho realizzato creazioni artigianali con diversi materiali anche di recupero. Nei miei lavori di oggi spesso si incontrano le mie diverse identità. Così mi capita di miscelare sullo stesso fondo carta o tessuto di recupero con pasta modellante e smalto per unghie.

𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗱𝗲𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝗮𝗿𝘁𝗲?

Anticonformista. Da artista autodidatta non ho mai avuto a che fare con le leggi che regolano una sola forma d’arte e di base non ho una preparazione teorica in materia artistica. Ogni volta che comincio un nuovo lavoro può uscire qualcosa di diverso, astratto, sicuro, informale, spesso, figurativo, ogni tanto, materico, molto. Mi sento libera nel mio fare arte. Sicuramente non sono una ritrattista.

Sogno nel cassetto?

Vivere in un borgo, vivere una vita lenta, lontano dai rumori, respirare con la natura e perché no, gestire una piccola bottega per creare e vendere tutto quello che mi piace fare.

𝗣𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗶?

Accolgo con gioia tutto il bello che mi viene dalla vita.

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