Cristian, nato nel 1987 nella provincia di Bergamo, è un artista contemporaneo che ha saputo fondere emozione, materia e concetto in un linguaggio visivo potente e personale. Fin da giovane ha mostrato un vivo interesse per il design e l’arredamento, trasformando oggetti comuni in opere d’arte attraverso interventi creativi che gli hanno permesso di sviluppare una cifra stilistica unica. A soli 19 anni inaugura la sua prima mostra a Milano, dando avvio a un percorso artistico in costante evoluzione. Sperimentatore audace, Cristian utilizza materiali innovativi come resine, plastica ABS riciclata e vernici fluorescenti per creare opere tridimensionali che superano i confini tradizionali della pittura e si collocano tra scultura e design. Il suo lavoro si distingue per la capacità di trasformare la materia in narrazione, attraverso texture ricche e simbolismi stratificati, dando vita a un’esperienza artistica multisensoriale e concettualmente profonda. Tra le sue creazioni più iconiche emergono le #ArtMonkey, scimmie antropomorfe che rappresentano la dualità dell’essere umano – tra istinto e ragione – in un’esplosione materico-cromatica. L’arte di Basile, però, non si limita alla forma: è anche strumento di riflessione sociale e personale. Il suo impegno verso temi come la sostenibilità e la solidarietà si manifesta anche in progetti come la collaborazione con l’Art Luxury Gallery per la Fondazione Umberto Veronesi, a sostegno della ricerca oncologica pediatrica. La sua arte attinge anche alla cultura classica, come dimostra #ArtMedusa, opera ispirata alla mitologia greca e alla figura ambivalente della Gorgone. In essa, Cristian rilegge il mito in chiave contemporanea, affrontando temi come la trasformazione, la vulnerabilità e la forza interiore. Con una visione artistica che unisce estetica, tecnica e significato, Cristian Basile continua a raccontare storie visive che emozionano, interrogano e coinvolgono lo spettatore in un dialogo profondo con l’arte e con sé stessi.
Come nasce l’idea delle #ArtMonkey e cosa rappresentano per te sul piano simbolico?
L’ArtMonkey nasce dalla voglia di conoscere e ricordare le nostre origini. Con questo concetto ho voluto rappresentare un “qualcosa” che potesse sempre ricordarci da dove tutto ebbe una sorta di inizio.
Che ruolo ha avuto la tua esperienza personale con la malattia nella formazione del tuo linguaggio artistico?
Diciamo che l’evento Veronesi è nato un po’ come ringraziamento per ciò che mi è successo da infante. Con questo evento sono riuscito a dare un piccolo contributo per aiutare una branca molto importante: l’oncologia pediatrica.
In che modo scegli i materiali per le tue opere? C’è un elemento tecnico che senti più affine alla tua espressione?
I materiali sono stati scelti partendo dal riciclo. Utilizzo materiali derivati dal mondo automotive: polimeri riciclati ricavati dalla rottamazione di autovetture. Mi piace l’idea della sostenibilità.
Cosa ti affascina della mitologia classica e perché hai scelto Medusa come soggetto contemporaneo?
Mi affascina tutta la storia, in generale. Nell’arte mondiale, storica e moderna, Medusa viene spesso rappresentata con espressioni brutte e cattive – basti pensare alla Medusa del Caravaggio. Ma la storia la racconta come una figura bellissima, quasi principesca. Ho voluto dare a “Cesare ciò che è di Cesare”: la bellezza.
Qual è l’emozione che speri arrivi per prima a chi osserva le tue creazioni?
Mi auguro che le mie opere possano donare curiosità e riflessione, distogliendo l’osservatore da questo mondo così frenetico.
Quanto conta per te il dialogo tra arte e design nel tuo lavoro?
Lo trovo fondamentale. Le mie opere sono a metà strada. Nasco appassionato di design e credo che il design sia a tutti gli effetti arte… e perché non anche il contrario?
In che misura il contesto sociale e ambientale influenza il tuo processo creativo?
Influenza molto, soprattutto nelle scelte dei materiali e nei messaggi che voglio trasmettere attraverso le mie opere.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera artistica finora?
Non ho un singolo momento che mi ha lasciato un segno particolare. Posso dire – anche se può sembrare banale – che tutte le situazioni che si sono create in questi anni con la mia arte hanno contribuito a donarmi forti emozioni.
Hai un rituale o una routine prima di iniziare a creare una nuova opera?
Nessuna routine particolare. Mi scollego dal mondo, metto le cuffie, ascolto i Queen… e volo nel mio mondo.
C’è un artista, vivente o del passato, con cui ti piacerebbe confrontarti o collaborare?
Ci sono moltissimi artisti che amo, ma se devo sceglierne uno, quello che mi affascina di più è sicuramente Michelangelo, con le sue sculture pazzesche create con pochi strumenti e senza alcuna tecnologia.
Descriviti in tre colori.
Grigio. Marrone. Blu.








