GIORGIO D’AMBROSIO

GIORGIO D’AMBROSIO

Classe 1985, milanese di nascita ma di origini calabresi e pugliesi, inizia a suonare la chitarra classica a 5 anni diplomandosi poi in Conservatorio nel 2011. Da quel momento, inizia una carriera di contaminazioni, suonando in diverse formazioni, duo/trio e gruppi piu grandi in generi che vanno dalla Bossanova al Jazz, dal Flamenco al Manouche, del Blues al Country, dall’Urban all’Indie/Pop. La ricerca di nuova ispirazione, attraverso nuovi e diversi linguaggi, è sempre stata al centro della sua carriera infatti, parallelamente al percorso cantautorale, di studio e di produzione musicale, ha sempre affiancato l’arte di strada e il viaggio di modo da essere sempre esposto a nuove influenze artistico culturali. Questi viaggi lo portano a girare quasi tutta l’Europa, l’Australia la Nuova Zelanda e il Sud Est asiatico traendo da ogni esperienza un’arricchimento cosi come nuove idee musicali. Il suo genere è il classico “chitarra acustica e voce” ma nelle sue canzoni e nei suoi testi esprime un senso di ricerca di se stessi, della libertà personale, di una vita non legata a stereotipi ben definiti, piuttosto a una vita creata ad hoc, in base alle proprie necessità e alle proprie mete. Infatti Giorgio è da ormai diversi anni che vive di questo, cantando e suonando nelle piazze, producendo la propria musica, e ultimamente anche facendo stagioni in ristoranti e locali, sfatando quella specie di “mito”, quel pensiero comune.. che vuole che in Italia non sia possibile vivere di musica (o di arte). Le sue canzoni sono quindi un modo per incanalare le esperienze vissute, e tradurle in qualcosa che tutti possono comprendere in pochi minuti di ascolto. Giorgio considera il suo lavoro di artista un modo per veicolare positività, good vibes ed esprimersi tirando fuori quello che ha dentro. A Maggio 2024, ha preso forma il suo primo vero EP di 5 canzoni di nome “VITA” disponibile su tutte le piattaforme di Streming per l’ascolto e in CD. Il prossimo 13 Giugno invece uscirà il nuovo Singolo, “Una Vita In Vacanza”.

Quando è iniziato il tuo percorso artistico?

Avevo cinque anni quando chiesi ai miei genitori di iscrivermi a una scuola di musica, dopo aver visto un live di Michael Jackson su una VHS. Ricordo ancora l’incanto che provai: da quel momento, la musica è diventata una parte fondamentale della mia vita. Passavo ore a guardare MTV, ascoltando musica ogni volta che potevo. Più tardi arrivò il Conservatorio, che però mi fece sentire un po’ troppo “inquadrato” e limitato, così lo lasciai durante gli anni del liceo. Ma col tempo, con una nuova ispirazione, ho ripreso il percorso e l’ho concluso nel 2011.

Durante l’adolescenza ho anche avuto un gruppo punk ska: si chiamava Metro Qubo, proprio perché provavamo in una cantina minuscola, larga più o meno un metro cubo. Avevo tra i 14 e i 18 anni e con la band abbiamo fatto diversi concerti e anche alcune registrazioni, alcune delle quali in contesti piuttosto importanti.

Parlaci di te, dei tuoi viaggi e dei tuoi spettacoli.

I viaggi rappresentano il 50% della mia vita e del mio lavoro. Sono la mia più grande passione, insieme alla musica. Quando arrivo in una nuova città, mi posiziono in una piazza e inizio a cantare—ovviamente solo dopo aver verificato se servono permessi o autorizzazioni. Quando va bene, la gente si ferma, si crea un cerchio, ed è lì che inizia la magia. Succede ovunque: la musica è davvero un linguaggio universale. Le persone reagiscono nello stesso modo, indipendentemente dalla lingua, dalla cultura o dal colore della pelle. È qualcosa che annulla ogni differenza. È magia pura. Questo me lo ha insegnato la strada. L’arte di strada è stata per me un’esperienza fondamentale. Ho viaggiato in Grecia, Croazia, Paesi Baltici, Spagna, Canarie, Portogallo, Romania, Australia, Nuova Zelanda e naturalmente in tutta Italia. Dopo tante esperienze, non riesco più a considerarmi “straniero”, né a vedere come “straniero” qualcuno che viene dall’India, dal Burundi o dall’Alaska. Una vita così ti cambia profondamente, in meglio. Penso che ognuno dovrebbe uscire dai propri confini almeno una volta nella vita. Non mi piace molto parlare di me, forse perché penso di non avere poi così tanto da dire. Sono una persona semplice. Amo scrivere canzoni e trasmettere positività—good vibes—attraverso le vibrazioni della mia voce e della mia chitarra. Questo è il mio modo di contribuire a un mondo che, oggi più che mai, ne ha bisogno.

Da dove trai ispirazione per le tue canzoni?

Dalle persone. Dalle storie d’amore e di vita. Da piccoli aneddoti. Una volta ho scritto una canzone ispirata da una frase che ho sentito dire da una ragazza su una spiaggia in Thailandia. Camminare mi aiuta molto: amo fare trekking, stare in montagna, ma anche il mare mi dà tantissimo. Ogni cosa, se ascoltata con attenzione, può diventare ispirazione.

Quali sono le emozioni che ti restano dopo un’esibizione?

L’energia che arriva dalla folla è qualcosa di unico, è pura vita. Il calore delle persone è insostituibile. Ti fa sentire parte di un tutto più grande, unito, umano. È difficile da spiegare, ma ogni spettacolo è diverso e lascia sensazioni sempre nuove. Vedi la gente ridere, piangere, abbracciarsi, baciarsi… e tu sei lì, al centro di tutto questo. È meraviglioso, indescrivibile.

Descriviti in tre parole.

Creativo, deciso, pensatore.

Il tuo sogno nel cassetto?

Cantare in uno stadio.

Progetti futuri?

Continuare a fare musica. Il 13 maggio è uscito un nuovo singolo realizzato insieme a un produttore, e ho già altri brani su cui sto lavorando. Dopo tanti viaggi negli ultimi anni, sento il bisogno di fermarmi un po’, raccogliere le idee e ritrovare un equilibrio. Vorrei anche fare qualcosa di più per il mio Paese, l’Italia, dato che ho passato molto tempo all’estero. Vedremo cosa porterà il futuro

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