MONICA TARRICONE

MONICA TARRICONE

Monica, classe 1988, si definisce barese più per attitudine che per anagrafe. Fin da piccola ha coltivato una profonda passione per l’arte, la musica e soprattutto la letteratura, che l’ha portata a scrivere senza sosta sin da quando ha imparato a farlo. Nel 2010 ha trasformato questa vocazione in una professione, iniziando un percorso nel giornalismo, in particolare sul versante digitale. Con il tempo ha maturato competenze trasversali nel mondo della comunicazione, diventando una delle prime social media manager in Italia e specializzandosi nella creazione di contenuti per aziende. Dopo un master internazionale in Marketing, ha lavorato in una digital agency e successivamente in un’agenzia pubblicitaria, approfondendo le strategie di branding. Nel 2019 ha fondato Il Manovale, una torrefazione di caffè artigianale, ricoprendo il ruolo di brand manager e socia fino al 2023. Oggi è una libera professionista nel campo della comunicazione, con un particolare interesse per cultura e spettacolo, ambiti in cui opera anche come addetta stampa. Il suo progetto più recente è Maestrale Magazine, un blog dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città di Bari.

Cos’è per te l’arte?

Tengo molto alla differenza tra arte, comunicazione e intrattenimento. Come pratica incentrata sull’emittente, per me l’arte è un modo per conoscere gli altri. 

In che modo il legame con la città di Bari ha influenzato il tuo percorso creativo e professionale?

La mia carriera si poggia sulla scelta consapevole di Bari come dimensione in cui avere lo stile di vita che preferisco. Dove non ci sono opportunità precostituite, c’è tanta voglia di innovazione. Avendo sempre puntato sulla novità ho trovato terreno fertile. 

Qual è stato il passaggio più significativo nella transizione dal giornalismo al branding e alla comunicazione aziendale?

Quando ho capito che le aziende avrebbero dovuto trasformarsi in editori, e produrre contenuti al pari dei giornali. Quando ho iniziato, 15 anni fa, tra i professionisti dell’online girava il motto di Bill Gates: “Content is king”

Cosa ti ha spinta a fondare una torrefazione artigianale e in che modo questa esperienza ha arricchito la tua visione comunicativa?

Una delle prime aziende che ho seguito come social media manager è stata la storica Saicaf, perciò mi sono avvicinata a questo settore. Ho individuato nella microtorrefazione un’opportunità di business, e ho fatto esperienza soprattutto nelle aree di sovrapposizione tra comunicazione destinata alle aziende (i bar) e ai consumatori. 

Maestrale Magazine nasce da un’urgenza personale o da una mancanza che hai percepito nel racconto culturale locale?

Avendo iniziato con il giornalismo in ambito culturale, ho avuto per molto tempo la percezione chiara di come i giornali si stessero orientando sempre di più verso l’economia estrema delle risorse umane, investendo sempre di meno in contenuti dedicati alla cultura. Il risultato è che la narrazione di una città diventa anche percezione e autocoscienza dei cittadini rispetto all’offerta, che sembra appiattita solo su aperture di ristoranti&co. D’altro canto le politiche di promozione territoriale della Regione Puglia fino ad ora ha puntato moltissimo su elementi che si trovano più in salento o in valle d’itria. E così il capoluogo sembra offrire solo quei due/tre elementi di folclore legato al cibo, ma invece Bari non è solo focaccia e birra. 

Come riesci a coniugare scrittura, divulgazione culturale e consulenza strategica nella tua attività quotidiana?

Questo è il super potere delle mamme! Scherzi a parte, la scrittura è alla base di tutti i contenuti (fatti bene) mentre ormai dedico la consulenza alle aziende del settore culturale che scelgono di farsi raccontare da Maestrale Magazine. 

Quali figure o esperienze hanno lasciato un’impronta decisiva nel tuo approccio alla comunicazione?

Sicuramente due maestri: l’immensa giornalista Fortunata dell’Orzo che ho avuto la fortuna di avere come direttrice, e poi fondatori e il tutto il team della storica agenzia di comunicazione Carucci&Chiurazzi di Bari.

Che ruolo ha oggi la letteratura nel tuo lavoro, e come si intreccia con il mondo digitale?

La letteratura – o in generale leggere – è stata il pilastro della mia forma mentis nella prima parte della mia vita, e senza queste basi non potrei banalmente scrivere in un italiano corretto ed efficace. Ricordo i primi giorni in redazione non ho scritto un articolo finchè non ne avevo letti almeno un centinaio.

C’è un progetto, tra quelli affrontati finora, che senti particolarmente vicino o che consideri rappresentativo del tuo stile?

Maestrale Magazine è il progetto che esprime tutto quello che sono diventata fino ad ora

Come immagini l’evoluzione del tuo percorso nei prossimi anni, tra comunicazione, cultura e impresa?

omunicazione significa mettere in comune, trovare ciò che ci accomuna e renderlo esplicito per avvicinarci.  Mi piacerebbe che attraverso la comunicazione Maestrale Magazine divenisse un punto di riferimento per imprese e utenti del settore culturale. Il mio sogno sarebbe avere una redazione fisica, visibile e aperta a chi vuole imparare a fare questo lavoro. 

Descriviti in tre parole.

Scorpione ascendente scorpione

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