RITA QUISISANO

RITA QUISISANO

Rita nasce il 31 dicembre 1990 nel cuore del Cilento, in Campania. Sin da bambina manifesta una forte inclinazione per il disegno, dando vita con matite e colori ai suoi personaggi preferiti. Il primo a credere nel suo talento è stato il padre, che desiderava vederla iscritta all’Istituto delle Belle Arti. Tuttavia, per motivi logistici, Rita intraprende un altro percorso, accantonando momentaneamente la passione per l’arte. Dopo il diploma in Ragioneria e una laurea in Scienze dell’Educazione Sociale conseguita a Firenze, città simbolo del Rinascimento, Rita riscopre il disegno come rifugio e forma autentica di espressione interiore. Disegnare diventa per lei un gesto curativo, un porto sicuro in cui ritrovarsi, una forma di dialogo silenzioso ma potente. Autodidatta in continua evoluzione, ama sperimentare tecniche diverse per creare opere uniche. Nei suoi ritratti, reali o immaginari, inizia sempre dagli occhi: lo sguardo per lei è l’anima del soggetto, ciò che ne custodisce l’identità e genera empatia in chi osserva. Segue sempre l’istinto, come è avvenuto nella sua partecipazione alla mostra collettiva dedicata al Centenario dalla nascita di Vittorio Gassman, dove ha esposto sette disegni in diverse città italiane e internazionali, tra cui Roma, Genova e Torino. Sogna un giorno di realizzare una mostra personale, ma nel frattempo ogni traguardo, anche piccolo, è per lei una gioia condivisa con il pensiero del padre, che immagina sorridere tra le nuvole dei suoi disegni, orgoglioso del suo cammino artistico.

Cos’é per te L’ arte? 
L’arte per me è RITROVARMI ogni volta che ne sento il bisogno. È una cura silenziosa, un rifugio intimo e liberatorio. Ogni volta che disegno mi sento protetta e amata per quello che faccio in ogni mia creazione artistica. Sopra Instagram sono dietro al profilo artistico quisi3112 creato all’inizio per gioco e ora per esprimere quello che mi rappresenta. 

Cosa ti spinge a iniziare ogni ritratto dallo sguardo? Hai mai trovato difficile catturare l’anima di un soggetto?
Attraverso lo sguardo si crea connessioni umane che favorisce l’empatia, ciò accade per ogni mio ritratto, dove inizio ad osservare lo sguardo degli occhi che sono il riflesso della nostra anima. Cerco quindi di catturare dentro di me l’empatia del soggetto in modo che chi si rispecchia in quello che disegno si riconosce e si emoziona. Alcune volte anche dietro una difficoltà si accende la creatività, ogni disegno è una prova di osservazione in continua esercitazione, perché dietro ogni anima da ritrarre artisticamente ci sta una storia di vita da raccontare e io provo nel mio piccolo a rappresentarla.

In che modo la tua formazione in scienze dell’educazione sociale ha influenzato la tua visione artistica? 
La formazione del percorso in scienze dell’educazione sociale ha influenzato notevolmente la mia visione artistica dando ricchezza non solo come forma espressiva ma anche come strumento educativo e di crescita personale. 

Hai parlato del disegno come rinascita personale :ci sono stati momenti in cui l’arte ti ha letteralmente salvata? 
Esattamente il disegno è stato per me una vera e propria rinascita personale, mi ha aiutato e mi aiuta ancora oggi a superare malesseri che ho dentro. Ci sono stati tanti momenti tosti ma il disegno è stato un’ancora di salvataggio che custodisco come una risorsa preziosa di un rituale essenziale del mio quotidiano. La bellezza dello stare bene per un’attimo è racchiusa in quel tratto di matita, in quella sfumatura di colore. 

Quanto contano per te istinto e spontaneità nel processo creativo, rispetto alla tecnica e alla progettazione? 
Il mio stile artistico è in continua evoluzione come me, sento il bisogno di sperimentare sempre; l’istinto e la spontaneità sono la mia guida di incoraggiamento in ogni fase creativa. 

Hai mai pensato di tornare a studiare arte in modo accademico o preferisci continuare come autodidatta? 
Preferisco continuare come autodidatta nella speranza di migliorarmi sempre di più. 

Come scegli i soggetti dei tuoi disegni? Sono ispirati a persone reali, immaginarie o emozioni interiori? 
I soggetti dei miei disegni che possono essere reali, immaginari o di emozioni interiori li scelgo quando mi richiamano dentro di me, trovando poi la giusta connessione armonica sul foglio. 

Quale delle opere esposte alla mostra dedicata a Gassman ti ha lasciato qualcosa di speciale?
Una bella domanda questa, perché ho vissuto una grande gioia ed emozione di essere stata scelta con tanti altri artisti a esporre alla mostra del Centenario dalla Nascita di un grande artista di teatro, cinema, televisione che è stato Vittorio Gassman. Prima di pensare a creare qualcosa, ho svolto un’attenta ricerca della sua vita, dei suoi film (anche dai racconti di mia madre esperta di film cinematografici di Gassman) cercando di trovare qualche reference che mi colpiva all’istante e che potevo riprodurre. Realizzai 7 opere ognuna aveva un significato interpretativo sia per la scelta che per la tecnica. Il disegno che mi ha soddisfatto e lasciato qualcosa di speciale più di tutti è stata la riproduzione in matita e penna bic nera di 15 volti in miniatura di Gassman dei suoi famosi film realizzati in un unico foglio. Volevo realizzare e ci sono riuscita un disegno espressivo, autentico perché credo che per ogni artista la grandezza di quello che si crea è di trovare l’unicità, l’originalità .

Ti immagini in futuro in uno studio tutto tuo, oppure l’arte per te resterà un dialogo intimo e personale? 
Non lo so perché nella vita mai dire mai, ovviamente il mio intento è di preservare questo dono artistico che rappresenta il viaggio di me stessa, di quello che sono. 

Qual’é la tecnica che ti affascina di più è che vorresti approfondire? 
Nei miei futuri disegni vorrei colorare un po’ di più;Mi affascina di imparare varie tecniche come l’acrilico, l’ acquerello, la pittura a olio.Ho alcune idee creative di colore per la testa e vorrei tanto approfondire per darle vita nella loro lucentezza, fluidità e corposità. 

Se tuo padre potesse vedere oggi il tuo percorso artistico, cosa pensi ti direbbe? 
Mi direbbe bravissima, perché ho ripreso a seguire il suo pensiero che ora è racchiuso nel mio cuore diventando il battito più potente ogni volta che disegno. 
Penso che sicuramente è orgoglioso di me e mi stia guardando da lassù con il suo sorriso e mi abbraccia ogni volta che ne ho bisogno.

Descriviti in tre colori.
Rosa antico che esprime con delicatezza il mio Io, con un tocco di nostalgia. Azzurro perché è introspettivo 
La profondità fa sempre parte di me, proprio per questo sono propensa all’introspezione artistica. Verde perché rappresenta la speranza, il cambiamento, la rinascita.

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