Daniele è nato a Roma il 28 giugno 1996. Dopo essersi diplomato come Operatore dei servizi di ricevimento presso l’istituto alberghiero di Tor Carbone, ha coltivato la passione per la scrittura, nata durante le scuole medie e cresciuta negli anni delle superiori. Ha iniziato componendo brevi pensieri, che con il tempo si sono trasformati in poesie raccolte in diverse pubblicazioni: “Tutto è poesia” e “In fondo all’anima” nel 2017, “Un sogno scritto” nel 2018 e “Nessuno” nel 2020. Parallelamente all’attività poetica ha lavorato alla stesura di romanzi, prevalentemente di genere fantasy. Con “Arcane Hotel”, ancora inedito, ha raggiunto la finale di Viareggio del “Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co.” promosso da Giovane Holden Edizioni. Nel giugno 2024 ha pubblicato il suo primo romanzo di fantascienza, “La ragazza delle stelle”, tramite Amazon KDP, ispirato a un ricordo legato ai nonni.
Che significato ha per te scrivere?
Significa libertà, un luogo sicuro dove posso elaborare la realtà e costruire mondi a mio piacimento, un viaggio all’interno di diverse esistenze. Sotto alcuni aspetti è come tornare bambini, si gioca pur restando molto seri. Ha un enorme significato per me, smettere di scrivere significherebbe uccidere una parte di me.
Qual è stata l’emozione dominante che ti ha spinto a iniziare a scrivere poesie alle superiori?
La prima in assoluto è stata la frustrazione, seguita dalla rabbia. Due emozioni che durante quegli anni accomunano tanti ragazzi e ragazze. È una fase di crescita, di cambiamento, e tutto viene ampliato ancora di più. Le poesie hanno assunto la forma di una valvola di sfogo per tutte quelle sensazioni che avevo addosso. Il non sentirmi all’altezza, non avere un percorso ben delineato davanti a me, le delusioni e gli insuccessi mi hanno spinto a scrivere.
Come scegli i temi delle tue raccolte poetiche e cosa ti ispira nella stesura?
La maggior parte dei temi sono puramente personali e universali, altri invece riguardano considerazioni che faccio sul mondo e su fatti che mi colpiscono, e quando questo avviene critico in modo schietto e deciso.
In che modo l’esperienza nell’istituto alberghiero ha influenzato, se lo ha fatto, la tua scrittura?
Sicuramente ha contribuito ad alimentare quella sensazione di incertezza, uno dei grandi temi delle mie poesie. Quando si sceglie un percorso scolastico, questo influenza la tua vita per i cinque anni a venire, anni importanti per la crescita, quindi la decisione deve essere fatta con cura. A distanza di anni posso certamente dire di aver fatto uno sbaglio. Questo non significa che io sia d’accordo con la comune opinione secondo il quale l’istituto alberghiero sia soltanto per studenti svogliati. Nonostante la mia scelta sbagliata, rimane un percorso scolastico valido e con molteplici sbocchi nel mondo del lavoro.
Qual è stato il momento più significativo del tuo percorso creativo fino ad oggi?
Circa un annetto fa, ho inviato una delle mie raccolte di poesie ad una ragazza per avere una recensione tramite il suo profilo. Quando ha pubblicato la recensione ho appreso che aveva perso la madre da non molto, e che le mie poesie l’avevano aiutata ad affrontare questo vuoto che aveva. Ha significato tanto per me, perchè è per questo che scrivo, non soltanto per me stesso.
Sapere che qualcuno ha trovato la forza o un sostegno grazie a qualcosa che ho scritto, mi ripaga di tutto il lavoro svolto.
Puoi raccontare qualcosa in più sul legame tra “La ragazza delle stelle” e il ricordo dei tuoi nonni?
La nascita del romanzo è strettamente legata al loro ricordo. Sono cresciuti in un epoca dove i film western andavano per la maggiore, i famosi “Spaghetti Western”. Con questo romanzo ho voluto omaggiarli e riportare su carta le atmosfere che tanto li hanno conquistati, fondendole con altri elementi provenienti da generi differenti, come la fantascienza.
Cosa ti ha lasciato l’esperienza di partecipare alla finale del Premio Streghe Vampiri & Co.?
Ricordo il giorno in cui è uscita la lista dei finalisti, ho aperto la mail a colazione. Quando ho letto il mio nome e il titolo del romanzo sono scattato in piedi attirando l’attenzione dei miei genitori, ero al settimo cielo. Non aver vinto sicuramente mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma è stata una bella esperienza. Viaggiare in un’altra città, mettermi in gioco con altri autori e le loro storie è stato molto interessante.
Nella scrittura dei tuoi romanzi fantasy, quali sono gli autori o le opere che ti hanno maggiormente ispirato?
L’ispirazione deriva da diversi tipi di arte, un ruolo fondamentale oltre ai romanzi lo ha certamente il cinema. A cinque anni ho visto il primo film della trilogia de Il Signore Degli Anelli, poi sono cresciuto come la maggior parte della mia generazione con la saga di Harry Potter, e già questo è un bell’imprinting. Per quanto riguarda autori specifici, ultimamente mi sto sempre più avvicinando a Stephen King. Durante la lettura delle sue opere ho la continua sensazione di leggere qualcosa di vero, un modello impressionante di scrittura.
Quali sono i progetti letterari su cui stai lavorando in questo momento?
Ultimamente sono tornato a lavorare ad una saga fantasy concepita anni fa, molto lunga e per questo impegnativa. Sicuramente recupererò opere come “Arcane Hotel”, portata in finale al premio streghe e vampiri, ma per il momento tutti i miei sforzi sono concentrati su questo progetto a cui tengo moltissimo che sto portando avanti da anni.
Come vivi il rapporto con i tuoi lettori e quale tipo di messaggio vorresti trasmettere attraverso le tue opere?
Sono presente da diversi anni sui social e sto cercando di costruire una rete di lettori appassionati al genere. Non è facile perchè ci sono tantissimi autori emergenti che come me promuovono le loro opere, però devo dire che ci sono diverse persone che accolgono sempre con piacere gli sviluppi sul mio percorso. Ho ricevuto svariate recensioni positive riguardo le raccolte di poesie e il romanzo, e ho apprezzato anche quelle negative perché sono state riportate con educazione e professionalità, cosa che mi permette di crescere come autore. Per quanto riguarda il messaggio, le mie opere puntano sopratutto a far viaggiare i lettori in mondi lontani, a catturare la loro fantasia e a veicolare emozioni universali nel quale essi possono specchiarsi, perché dietro le pagine piene di inchiostro c’è una persona che come loro soffre, si emoziona e sogna.
Se dovessi descrivere in poche parole l’evoluzione del tuo stile, come lo definiresti oggi rispetto agli esordi?
Più maturo, molto più ragionato.

