SARA LIMONE

SARA LIMONE nasce ad Avellino nel settembre del 1997. Seppur già da bambina si avvicina al mondo dell’arte e coltiva una forte passione per la moda, terminato il liceo intraprende gli studi in Psicologia presso l’Università di Fisciano. Dopo il primo anno di studi, la vera vocazione di Sara la porta ad iscriversi all’Accademia della Moda di Napoli, dove studia e sperimenta diverse tecniche creative per realizzare capi unici. Si laurea nel luglio 2022 e decide di continuare a portare avanti il suo progetto basato sul concetto di “sustainable design” ed è così che nasce 22designer. L’obiettivo del brand è persuadere i clienti a scegliere modelli unici che nascono da diversi procedimenti creativi, come il thai dai (non so come si scrive) e l’eco printing, che applicati a capi riciclati mirano ad abbattere lo spreco nel mondo della moda, in un insieme di unicità, creatività e sostenibilità. 

Cosa ti ha ispirato a diventare una stilista e come hai iniziato la tua carriera nel mondo della moda? 

Diventare una stilista è un sogno che coltivo da quando avevo circa 6 anni, le mie barbie vestite con i tulle per le bomboniere possono confermare, ecco, ciò che amo di questo lavoro è come un idea può portare alla creazione un abito, e quel capo una volta ultimato ha una storia dietro, questa è una cosa che mi ha sempre affascinato e dato l’ispirazione poi a quelle che sono le mie creazioni. La mia carriera, anche se teoricamente è appena iniziata, comincia ufficialmente qualche mese prima di laurearmi quando decido di voler portare avanti un progetto basato sul riciclo RI-donando vita ad abiti che non solo si può pensare che non vengano più usati ma, che raccontino e rispecchino chi lo indossa, oltre ad essere sostenibili. 

Qual è stata la tua prima creazione o collezione e cosa ti ha spinto a realizzarla?

La mia prima creazione, da cui poi nasce il mio progetto e il mio brand è stata durante la pandemia quando, chiusa in casa, annoiata e con i materiali che scarseggiavano, vedo questi vecchi jeans, che in teoria andavano buttati, in pratica con l’aiuto di forbici e macchina da cucire gli ho donato una vita trasformandoli in maglie. Da qui ha inizio tutto e nascono una serie di capi, realizzati con diverse tecniche e che hanno portato alla realizzazione della mia prima collezione, che uscirà a breve. Ciò che mi spinge e mi ha spinto nella realizzazione, non solo della collezione, ma anche dei singoli capi è stato : perché buttarli, se posso dargli una seconda possibilità è una nuova forma? 

Quali sono le tue principali fonti di ispirazione per il design delle tue creazioni? 

Mi ispiro all’arte astratta, ecco mi definisco un Jackson Pollock del 2024, mi piace vedere gli abiti come delle tele su cui posso girarci intorno rendendole opere d’arte. 

Qual è il processo creativo che segui quando disegni e crei nuovi capi di abbigliamento? 

Prima di creare un bozzetto o realizzare un capo di abbigliamento, mi chiudo in una specie di “bolla”. Una volta entrata li, svuoto la mente e mi lascio ispirare da tutto ciò che mi circonda, accesa la lampadina come un fiume in piena parto con il bozzetto, a volte. invece l’idea arriva subito e devo realizzarla sull’immediato. Dopodiché inizia la ricerca dei tessuti, dei materiali e infine la produzione. 

Quali materiali e tecniche preferisci utilizzare nei tuoi design e perché? 

Come ho già accennato mi sento un po’ Jackson Pollock e come lui letteralmente spargo la pittura sui capi lanciandola con pennelli, spazzole, pietre ecc.. quindi il Capo diventa una vera e propria opera d’arte. Inoltre un’altra tecnica è quella dell’ecoprinting, ovvero una stano naturale che si effettua con fiori tintori E infine per evitare ogni tipo di spreco realizzo dei patch con vecchi scatti di tessuto cucendoli sui capi. Mi diverte sperimentare e unire queste tecniche perché il risultato è del tutto casuale ed è affascinante. 

Come definiresti lo stile distintivo delle tue creazioni e cosa cerchi di comunicare attraverso di esse? 

Lo definirei UNICO, ed è proprio questo che voglio comunicare. Ognuno di noi è a se, siamo persone singole e quindi uniche con tutti gli annessi e connessi e perché dovremmo vestirci tutti uguali, quando possiamo indossare qualcosa che ci ispira o ci rappresenta? 

Qual è stata la tua più grande sfida come stilista e come l’hai superata? 

Credo che la più mia più grande sfida la sto affrontando adesso, sono una stilista emergente di 26 anni, in evoluzione e in crescita che sta cercando di portare avanti tutta da sola un modo tutto suo di fare e vedere la moda. Ci sono giorni dove mi rendo conto che non è facile e mi spaventa la cosa dovrei, ma spero di superarla, devo superarla. 

Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera finora? 

Quando esattamente quasi un mese fa ho sfilato con i miei capi a Roma, certo non era la Milano Fashion Week, ma per me è stato un grande inizio ed stato un grande successo. Come affronti le tendenze e le pressioni del settore della moda nel creare la tua visione personale? Cerco di studiare e stare al passo con le tendenze giorno per giorno, raccolgo più “nozioni possibili” per avere nuove ispirazioni e spesso cerco di sperimentare tecniche insolite per creare capi unici. La pressione c’è, cerco di affrontarla al meglio, mi concentro sul portare avanti la mia visione e la strada è lunga. 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Nel mondo della moda e quali obiettivi ti sei prefissata da raggiungere? In futuro spero che la mia visione possa aver trovato il suo giusto posto, che il mio brand possa andare avanti e ispirare altri stilisti. Uno dei miei obiettivi e quello di aprire un negozio e al suo interno creare dei laboratori dove poter dare la possibilità di reinventare capi e accessori dal recupero di materiali.

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